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Il tuo amore mi confonde, parole
che si rincorrono come l’aria d’aprile
rincorre i suoi ciliegi, i suoi peschi,
li rende fulcri di vita, dipinti di genio.
Le mie spalle son lacere dal peso
d’un passato che ho approvato
a braccia aperte, non sapendo così
di deglutire solo melma e muraglie
fatte d’incertezze e di reiterati sbagli.
Tu sei come sorgiva che rinfresca,
un alito speziato di mitezza, primavera
nel mio animo sempre in acerrima lotta
con me stesso e con ciò che vorrei essere.
Ti cerco e cerco il tuo bacio, una carezza,
una fragile stretta nella brezza, fruscii muti,
sentirmi amato anche se sono tempesta,
un teatro dove si balla la danza dell’assurdo.
Altro non so fare, se non farmi rosa su rosa,
e attendere che anche per me, al tramonto,
ci sia un canto di paradiso che tutto perdona.
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