di Tiziano De Col
Facendo seguito alle prime otto parti di questa succinta e didascalica trattazione sui Domìni Collettivi, Agordini in special modo, consigliamo la lettura delle prime otto parti da qui raggiungibili
PRIMA PARTE SECONDA PARTE TERZA PARTE QUARTA PARTE QUINTA PARTE SESTA PARTE SETTIMA PARTE OTTAVA PARTE
Le procedure di accertamento dei cosiddetti Usi Civici, definiti Domini Collettivi dalla Legge 168/2017, alle quali sono obbligati ad ottemperare i Comuni in base alla Legge Regione Veneto 31/1994, sono lunghe, complesse e complicate e per questo devono essere condotte da dei “Periti esterni con specifica competenza in materia”. Questi Periti, la cui scelta è proposta dai Comuni e alla cui nomina però è titolata la Regione Veneto, predispongono un “Piano di Accertamento” contenente anche le proposte per il Riordino. Gli elaborati di tale “Piano” sono approvati dal Consiglio Comunale del Comune competente e poi pubblicati a disposizione della popolazione che può formulare osservazioni in merito. Le osservazioni eventualmente pervenute, vengono esaminate dal Consiglio Comunale del Comune competente che poi invia il tutto, “Piano di Accertamento” e Osservazioni pervenute, alla Regione Veneto per le valutazioni di merito e l’approvazione Regionale che culminerà con una apposita Delibera di Giunta Regionale. Una volta divenuta effettiva la Delibera di Giunta Regionale, “i Comuni i comuni ovvero le amministrazioni separate dei beni di uso civico, a seguito dell’accertamento di cui all’articolo 4, provvedono ad annotare entro novanta giorni nel registro immobiliare mediante apposizione nel foglio intestato al comune, ovvero per i beni frazionali e per quelli di cui al comma 3 dell’articolo 2 nel foglio intestato alla amministrazione separata dei beni di uso civico, o nel foglio relativo ai singoli beni, la dizione “Bene inalienabile, indivisibile, inusucapibile e vincolato all’esercizio dei diritti collettivi ai sensi della legge 16 giugno 1927, n. 1766 e della legge regionale 22 luglio 1994, n. 31 “. Il vincolo è riconosciuto di interesse generale.” Tale obbligo è passato dalla Regione ai Comuni dal 2019 per effetto della Legge Regionale 28 giugno 2019 n. 24. Tutti questi passaggi sono atti a garantire la massima pubblicità dell’ Accertamento e Riordino, ma le situazioni possono essere talmente complesse che qualcosa può sfuggire al Perito Accertatore , data la complessità delle ricerche storiche da effettuare, oppure ci possono essere degli errori materiali all’interno del Piano che , una volta resi evidenti da privati interessati, oppure dalla stessa Amministrazione Comunale, oppure da studiosi di storia locale, oppure da Comitati per la ricostituzioni delle Regole, possono esseri assoggettati ad ulteriore verifica da parte del Comune, Perito Accertatore, Regione, in modo da potere, se reputato necessario, procedere alle dovute correzioni. In questo contesto vorremmo, come ricercatori di Storia Locale, portare un esempio, sul quale , a nostro avviso, sia necessario che le Istituzioni Preposte riflettano, ed è il caso della Canonica di La Valle Agordina con terreno e fabbricati ausiliari annessi (Casa del Monech poi chiamata Casa del Nonzol o Sacrestano con annessa stalla e fienile) e terreno di pertinenza. L’insieme di terreno e fabbricati sono attualmente intestati catastalmente al Comune di La Valle e sono inseriti nel Piano di Valorizzazione del citato Comune, il che significa che , insieme ad altri immobili, sono reputati “non necessari” all’attività istituzionale del Comune e per Legge devono poter essere eventualmente alienati. Nota non di poco conto è che, comunque, dalla sua costruzione ai nostri giorni la Canonica è l’abitazione del Parroco della Parrocchia di San Michele Arcangelo in quel di La Valle Agordina. Ma andiamo per gradi nella ricerca storica. La Canonica fu costruita dopo che la grande Boa del 1701 distrusse l’antica Chiesa di San Michele Arcangelo (probabilmente risalente al XII° secolo) con la Cappella della Vergine di Loreto e le due Canoniche. Questi fabbricati erano situati nel luogo ove oggi sorge il Cimitero del paese. Per il racconto della Boa del Missiaga del 1701 rimandiamo ad un nostro scritto già qui pubblicato: https://www.radiopiu.net/wordpress/sestadisei/ mentre per la storia completa della ricostruzione della Chiesa rimandiamo al prezioso testo di Da Roit Corrado, storico lavallese, titolato “La Fabrica di San Michiel” edito dal Comune di La Valle Agordina nel 2008 in occasione dei 300 anni della Titolazione della Chiesa. La Parrocchia di La Valle era retta, al tempo, da una comparrocchialità, insieme ad Agordo e Voltago ed il Parroco di San Michele risiedeva ad Agordo, mentre a La Valle vi era un Mansionario. Sulle dispute tra i Regolieri di La Valle e l’Arcidiacono di Agordo per la volontà dei Regolieri di reclamare un “Tutore delle Anime” stabile a La Valle , potremo scrivere non solo articoli, ma anche un libro e quindi non toccheremo l’argomento in questa breve trattazione. Diremo però che, la lite tra Regolieri ed Arcidiacono fu talmente accesa e profonda che, gli atti di questa, meritarono di essere raccolti a stampa (a torchio ovviamente) titolata “Stampa per i Comparroci d’Agordo”sulla quale ritorneremo per ricostruire la storia della Canonica. Quindi, dalla distruzione della antica Chiesa con la morte del Mansionario , Don Ferdinando Taio, nel 1701, fino a che fu assegnato alla Parrocchia di La Valle un nuovo Mansionario, i Regolieri della Regola de La Val o della Valle, dopo aver eretta la nuova Chiesa, combatterono ostinati per avere un Ministro di Fede stabilmente a La Valle e per questo si impegnarono alla costruzione di una nuova abitazione per il Parroco o Mansionario. Mentre si costruiva la nuova Canonica, sul terreno messo a disposizione dalla Regola (di questo poi tratteremo con documentazione) i Regolieri dettero la disponibilità di una abitazione consona al ruolo per il Parroco o Mansionario e che la tradizione paesana chiama come “Canonica Vècia” . Il fabbricato, al tempo signorile e di tale signorilità conserva i tratti, è ancora esistente, sito in frazione Torsas al civico 6.
Attestazione proprietà Canonica Not_Paradisi_1774 Archivio Tiziano De ColSulla “Stampa per i Comparroci d’Agordo” il di 27 dicembre 1774, da pag. 71 a pag 76, vi sono riportati una serie di “Capitoli” o “Capitolazioni” per l’assegnazione del Mansionario a La Valle e al Capitolo Ottavo, “ Sia tenuto detto Reverendo Mansionario soggiornare e stare sempre di permanenza alla Valle nella Canonica, che verrà fabbricata dalla sudetta Regola , restando , in tanto ad Esso destinata abitazione decente, e congrua, e fino a tanto che vien fabbricata la nuova Canonica, per l’istantanea, e bisognevole Abitazione sudetta verrà pagato l’affitto della Chiesa, e Scuole &c.” La costruzione della nuova Canonica doveva già essere a buon punto o comunque le “Capitolazioni” sono state stese tardivamente, tant’è che nel 1774 il Notaio Bonaventura Paradisi attesta la Canonica, stalla e terreni di ragione , ossia di proprietà, degli Huomini della Regola della Val, con la seguente dicitura “Attesto io sottoscritto Nodaro, sotto mio giuramento, come l’Orto, la Stalla, che sono li Huomi della Regol della Val d’Agordo anco nelli fondi ove furono eretti la Chiesa e Canonica d’essa Valle e questi sono stati ad antiguita come fondi di ragione d’essa Chiesa assegnati par Orto e Fabriche per il Parroco pro tempore d’essa Chiesa”. Quindi nel 1774 la Canonica era già edificata a cura dei Regolieri su fondi nella disponibilità della Regola stessa. Ulteriori passaggi e precisazioni storiche sulla costruzione della Canonica sono riscontrabili nell’opera citata di Da Roit Corrado “La Fabrica di San Michiel”.
Stampa x i comparroci di Agort_Capitolato impegno x canonica_1744 Archivio Tiziano De ColDa questi documenti , dei quali sia le Amministrazione Comunali del tempo, sia il Perito Accertatore , non avevano contezza al tempo in cui procedeva all’accertamento ed al riordino dei cosiddetti Usi Civi (ora Dominio Collettivo) si ha la chiara dimostrazione che la Canonica, la Casa del Nonzolo o Monech con annessa stalla , furono edificate dai Regolieri ben prima dell’esistenza del Comune di La Valle, su terreni nella disponibilità dei Regolieri e quindi devono essere ricondotte, a nostro avviso, al Patrimonio Antico della Regola della Valle e quindi nel Dominio Collettivo (un tempo Uso Civico) di La Valle.
Sullo stesso terreno, nel 1888 o anni immediatamente successivi, il Comune realizzò due ampliamenti, un ampliamento verso nord-ovest in direzione dell’attuale municipio e uno verso sud-est verso la Chiesa. Nell’ ampliamento verso nord – ovest trovarono spazio le Scuole ed uffici comunali del Comune e poi a pianterreno trovò posto un esercizio commerciale tutt’ora in attività ed al piano primo l’ambulatorio medico del paese rimasto in quelle stanze fino al 2013 dopodichè venne trasferito nel fabbricato ex latteria a pianterreno della Sala Don Alessandro Valmassoni. L’ultimo piano era stato lasciato in disponibilità alla Canonica ed utilizzato come “foresteria” della stessa fino a circa 50 anni fa ed ora è in disuso. L’ampliamento a sud-est, sul lato opposto del fabbricato, verso la Chiesa, fu probabilmente all’inizio utilizzato come scuole, mentre poi, il pianterreno fu utilizzato per attività sociali della Parrocchia, il primo piano a parte dell’abitazione del Parroco. Tutto l’ultimo piano fu utilizzato come abitazione del Sacrestano, in quanto la Casa del Nonzolo era rimasta in uso alla famiglia di un precedente Sacrestano. Anche questi ampliamenti, seppur realizzati dal Comune , a nostro avviso, devono essere considerati come Dominio Collettivo, in quanto edificati su terreno di derivazione Regoliera facente parte del Patrimonio Antico della Regola.
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