di Tiziano De Col
Facendo seguito alle prime sei parti di questa succinta e didascalica trattazione sui Domìni Collettivi, Agordini in special modo, consigliamo la lettura delle prime sei parti da qui raggiungibili:
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Agordino: Appunti di storia
Vorrei qui riproporre un mio testo, datato 2006, scritto per illustrare succintamente la storia dell’Agordino, a corredo dell’allora embrionale sito internet della Comunità Montana Agordina (ora Unione Montana Agordina) e tutt’ora reperibile sul sito ufficiale dell’ UMA all’ indirizzo: https://www.agordino.bl.it/vivere/cenni_storici Riprendo questo testo per cercare di spiegare il passaggio, avvenuto a cavallo tra il 1700 ed il 1800, tra l’antico règime Regoliero Agordino e l’attuale governo territoriale affidato ai Comuni. La descrizione è necessariamente molto succinta, ma , in prossimi articoli, affronteremo più approfonditamente , sia la struttura regoliera agordina antecedente alla caduta della Serenissima, sia l’ordinamento Comunale sotto le occupazioni francesi ed austriache, con particolare riguardo alla gestione territoriale ed alle proprietà riguardanti i Domini Collettivi, per secoli “soffocati” ed ora “riemersi” grazie alla Legge dello Stato n 168 del 2017. A corredo di queste note, viene pubblica anche una fotoriproduzione di un documento del 6 maggio 1807 dove sono elencate le antiche Regole del territorio Cadorino, Bellunese, Zoldano, Alpagoto, Agordino, Feltrino e Sinistra Piave come allora suddivisi e la loro forzata “trasformazione” in Comuni con fusione tra alcune antiche Regole e la formazione di nuovi aggregati territoriali. Il documento, che in alcune parti non è di facile lettura perché deteriorato, si intitola : Divisione del Dipartimento della Piave in Distretti, Cantoni, Comuni . Nasceva così anche l’assetto territoriale dell’attuale Provincia di Belluno, inesistente fino ad allora.
Assetto Giuridico-Territoriale in epoca storica.
L’Agordino, con l’attuale delimitazione geografica, risale a temi recenti. Infatti, solo dopo la Prima Guerra Mondiale, Livinallongo e Colle S.Lucia, prima appartenenti all’ Impero Austro Ungarico, sono stati aggregati all’Italia e quindi al resto dell’Agordino, esso stesso proveniente da esperienze storiche molto diverse. Selva di Cadore, lo dice il nome stesso, fino alla venuta di Napoleone, era da sempre territorio del Cadore così come, per lungo tempo lo fu Caprile, che era dotato di particolari Statuti. Anche Rocca Pietore era dotata di una giurisdizione particolare con la quale la Serenissima lasciava a questa terra di confine ampia facoltà ed indipendenza, sia in campo civile che militare, sia nell’amministrazione della Giustizia, anche criminale. Il resto dell’Agordino, e più precisamente il Capitaniato di Agordo, retto da un Capitano nominato da Belluno, era, dalla Muda (nella Regola di La Valle) fino alla Chiusa di Listolade, denominato Sindacato delle Regole di Sottochiusa e dalla Chiusa di Listolade fino a Caprile in Val Cordevole e Falcade in Valle del Biois era denominato Sindacato delle regole di Soprachiusa. L’insieme delle 23 Regole del Capitaniato di Agordo era denominato Sindacato Generale delle Regole del Capitaniato di Agordo. Nell’attuale Conca Agordina, che corrisponde all’antico Sottochiusa, vi erano le sei Regole del Piano di Agordo e precisamente la Regola Grande di Agordo e le Regole di Parech, Tocol, Taibon, Forno di Val, Listolade ed a loro si aggiungevano le Regole di La Val, Riva, Frassenech, Voltago, Tiser e Gosaldo, per un totale di 12 Regole di sottochiusa. Sprachiusa le Regole erano: Cencenighe, San Tomaso, Alleghe, Calloneghe,Vallada, Fregona e Carfon, Sappade e Caviola, Forno de Canal, Falcade, Pittigogn (o Pittigogni). Dopo la caduta di Venezia, nel 1797, l’ordinamento Regoliero rimase in uno strano “limbo” . Infatti, profittando della neutralità disarmata della Serenissima, di fatto i francesi occuparono il Veneto e con esso l’Agordino, cedendolo poi all’ Austria , contro ogni diritto e trattato internazionale, con il trattato di Campoformio (17 ottobre 1797). Il 12 gennaio 1798 arrivò ad Agordo il Capitano austriaco barone di Cordon agli ordini del conte Oliviero Wallis. Cominciava una nuova , triste, era per l’Agordino, per secoli libero da truppe occupanti e con una larga autodeterminazione, ora doveva soggiacere all’ignominia dell’occupuzione ed alla perdita della libertà. Fatto molto grave fu che, praticamente tutte le potenti famiglie di Agordo, prima fra tutte i Crotta, che tanto avevano avuto dalla Serenissima, si misero subito a disposizione dell’esercito invasore per accreditarsene i favori. Tanto era tesa e delicata la situazione, che nell’anno 1800, a seguito delle continue vessazioni provocate alle popolazione, partì dal popolo una sommossa poi chiamata “sommossa dei villici”, con a capo Lazaro Andriolo, oste alla Muda, insieme a tale Florio Bertoldi. Glia abitanti dell’Agordino si sollevarono e si portarono in massa verso Agordo, a parte le Regole di Gosaldo, Frassenè e Voltago che restarono impassibili. La repressione dei moti durò tre mesi, segno che qualche resistenza c’era stata. Nel 1805 i francesi entrarono per la terza volta in Veneto ed imposero una nuova organizzazione. Nel 1805 finiva anche, per mano straniera, la secolare Giurisdizione della Rocca. L ’assetto giuridico secolare delle Regole fu interrotto nel 1806 da Napoleone (decreto vicereale 225 del 1806) ed al loro posto furono costituiti i Comuni. Nel 1807 i francesi costituirono il Dipartimento della Piave, l’attuale Provincia di Belluno (con l’esclusione di Livinallongo, Cortina e Colle S.Lucia che erano in Tirolo) che fino ad allora non esisteva come corpo amministrativo unico. Vennero creati dei Comuni derivanti dalla fusione di precedenti Regole. In Agordino venne creato il Cantone di Agordo che comprendeva i Comuni di: Agordo composto da Agordo (1180 ab.) + La Valle (1001 ab); Rivamonte (1054); Gosaldo composto da Tiser (817 ab) + Gosaldo (1031 ab.); Voltago composto da Frassenè (317 ab.) + Voltago (414 ab.); Taibon composto da Toccol e Parech (571 ab.) + Taibon, Peden, Forno de Val, Listolade (916 ab).; Cencenighe composto da Cencenighe (948 ab.) + S.Tomaso (787 ab.); Alleghe (700 ab.); Calloneghe (455 ab.); Rocca composto da Rocca (267 ab.) + Sottoguda (221 ab.) + Laste (382 ab.); Canale composto da Forno di Canal con Pitigon (707 ab.) + fregona con Carfon (355 ab.); Vallada (783 ab.); Sapade composto da Sapade con Caviola (632 ab.) + Falcade (967 ab.). Molti assesti comunali sono esistenti tutt’ora (con tensioni attuali ancora derivanti dalla forzata unione), altri Comuni sono riusciti a staccarsi come La Valle da Agordo ed altre nuove unioni sono nate rispetto a questa iniziale disposizione. Colpisce la relativa uniformità degli abitanti sul territorio data dall’economia totalmente agricola che imponeva anche ad Agordo di non poter ospitare molti abitanti, così come Falcade, faceva eccezione Riva (Rivamonte) per l’industria mineraria di Valle Imperina presente sul suo territorio. L’agordino ritornò sotto gli austriaci nel 1813 e successivamente aggregato al Lombardo-Veneto e vi rimase fino al 1866 anno in cui fu unificato con il Regno d’Italia. Durante l’occupazione austriaca, nel 1848, l’Agordino si distinse nella lotta all’invasore austriaco, insieme a Cadore e Zoldo proclamando un Governo provvisorie, resistendo alla Muda e sul Duràn, la difesa durò cinquanta giorni, ma dopo la caduta di Cadore e Zoldo anche Agordo dovette abbassare le armi ed il giorno 8 giugno 1848 gli austriaci rioccuparono Agordo.
Ritovamenti archeologici:
Nella Conca Agordina ed in particolare a La Valle, Calzon di Agordo, Voltago e Taibon, vennero alla luce alcune sepolture soprattutto durante gli anni che vanno dal 1939 al 1955, anni in cui l’espansione urbanistica dei villaggi portò a scavare per nuove edificazioni nei dintorni dei centri abitati. Nella Conca Agordina, i primi ritrovamenti si datano negli ultimi decenni del 1800 ed in parte sono conservati al Museo Civico di Belluno (La Valle Agordina). Negli stessi anni vi furono anche dei ritrovamenti a Voltago ed i reperti li venuti alla luce sono conservati presso il Museo di Cividale del Friuli. I reperti venuti alla luce nel XX° secolo si riferiscono tutti a popolazioni autoctone romanizzate e risalgono al VI° – VII° secolo dopo Cristo. Si tratta per lo più di fibule ed armille bronzee, collane, vasellame. Interessanti le fibule a croce inscritta in un cerchio, a svastica, a forma di pavone. I reperti, raccolti presso privati dal benemerito Mons.Don Ferdinando Tamis, e conservati presso il Museo dell’Istituto Minerario di Agordo, sono stati classificati e pubblicati nel 1988 da Guerrino Malagola in “Deputazione di storia patria per il Friuli” con il titolo “Nuovi reperti Altomedioevali dell’Agordino”. Questi ritrovamenti, nelle cui tombe, rozze, in muratura a secco (solo nella toba di La Valle si rinvengono muri con calce) non risulta siano state ritrovate armi, sono la prova di antichi insediamenti preromani nella Conca Agordina, insediamenti di persone poi vinte e sottomesse dagli invasori Longobardi al quale popolo probabilmente appartenevano alcune sepolture ritrovate a La Valle nel tardo XIX° secolo ed i cui reperti (tra i quali una grossa arma da taglio, probabilmente una spada, una ritrovata in Conca Agordina) sono conservati al Museo Civico di Belluno. In Valle del Mis fu ritrovata un’ascia in rame (palstaab) tutt’ora conservata al Museo Civico di Belluno e desta molto interessa la vicinanza del luogo del ritrovamento alle Miniere di Valle Imperina. Tre iscrizioni confinarie romane incise nella roccia sono state rinvenute sul monte Civetta da Domenico Rudatis. Esse segnavano il confine tra il municipio romano di Zuglio Carnico ed il municipio di Belluno e sono disposte su una linea retta di circa sei chilometri. Una stele con iscrizione venetica venne alla luce sul Monte Pore, sul confine tra i Comuni di Livinallongo e Colle Santa Lucia, ora conservata al Museo Civico di Bolzano.
I Documenti storici antichi:
I primi documenti riguardanti la storia giuridica dell’Agordino risalgono all’ultimo secolo del primo millennio dopo Cristo. Infatti, nel 923 d.c., Berengario I°, nell’ambito di alcune grandi concessioni da lui fatte alla Chiesa, donava al Vescovo di Belluno le dipendenze e decime di Cadore ed Agordo (Diploma di Berengario). Questa donazione trovava conferma nel 1185 nella Bolla del Pontefice Lucio III° , nella quale troviamo le denominazioni di “Ville” ed “Arimannie”, le quali , secoli più tardi, sarebbero divenute le Regole. Infatti, nella Bolla di Lucio III° si legge Curtem de Agorde, cum comitatum et cum monte de Falcata, et aliis montibus com decimis ipsium Montis Falcate,et aliorum cum villi et arimaniis et dominio et jurisdictionis in omnibus pertinentis suis. Oltre alla prova dell’esistenza di Arimanie Longobarde sul territorio agordino, nella precedente citazione viene anche introdotto il termine di curtis. La cosiddetta corte indicava il centro di comando o casa padronale, un insieme di villis ossia gruppo di case sviluppate come centro rurale aggregato intorno ad una casa colonica o maso più antica. Le tipiche ville (da non confondersi con l’attuale significato di villa ossia casa di lusso) trovavano luogo nella conca di Agordo: Toccol e Parech, le quali portano ancora questo appellativo e a La Valle Agordina: Conaggia, Cugnago, Fades, Lantrago, Torsas e Gaidon che sono, ancor oggi, anch’esse, denominate ville. Nell’Agordino esistevano anche grandi possedimenti Vescovili e del Capitolo della Cattedrale di Belluno, uno di questi territori era il Monte Tramezza detto anche Caloneghe, concesso ai Canonici dal Vescovo Ermanno nel 1030. Questi terreni erano latifondi dati in lavoro a dei coloni perché li mettessero a frutto, cosa molto diversa accadeva nei territori delle Regole, dove i beni comuni o collettivi garantivano agli abitanti lo svincolo dalla condizione di coloni o servi, esse Regole erano formate da uomini liberi, uniti tra loro da usi e consuetudini non scritte denominate usum nostrum agordinorum. Già nel 1224 gli Agordini, insieme agli Zoldani, tentarono di staccarsi da Belluno, la scintilla fu data da una còlta o tassa straordinaria imposta dalla città al territorio. L’accordo arrivò però per il tramite di Gabriele III° da Camino, nella sentenza da lui pronunciata, venne sancito che Agordo e Zoldo avessero diritto a due consoli o pretori che li rappresentassero nella città di Belluno.L’agrdino fu anche sottomesso per breve tempo ad una signoria, gli Avoscani, questa sottomissione si ebbe a partire dal 1321, quando Cane Dalla Scala, dopo aver occupato Feltre, inviò appunto l’Avoscano a sottomettere i territori montani agordini. Questi ebbe frequenti guerre e liti con i signori del posto quali i Sommaria. Date le nefandezze compiute, tra le quali l’omicidio del Podestà di Belluno, fu privato del feudo da parte dell’imperatore CarloIV, nel 1349. Si conclusa così, in brevissimo tempo, l’unico caso ed esperienza feudale in Agordino. Altro importante organo di governo locale, oltre al Capitano ed alle Regole, era il cosiddetto Consiglio d’Agort, composto da una nobiltà rustica e che entrò, nel 13° secolo, in aperto conflitto con le Regole per la raccolta delle tasse divise in Estimo Reale ed Estimo personale. Si arrivò quindi ad una composizione nel 1621, con arbitro Costantin Zorzi, Capitano di Belluno, ma anche durante i secoli successivi le Regole tentarono sempre di liberarsi dal giogo della nobiltà di Agordo, con anche un tentativo del territorio di Soprachiusa di staccarsi dal Sottochiusa che includeva ovviamente anche il territorio di Agordo. Si potrebbe quindi dire che le Regole rappresentavano il territorio reale, mentre Agordo rappresentava una nobiltà fatta sul posto che tentava con tutti i modi di soggiogare le Regole. Il Consiglio d’Agort o Consiglio dei Nobili aveva le sue radici in due famiglie di probabile derivazione Arimanna e quindi Longobarda: i Della Valle (ghibellini filoimperiali) e i Da Voltago (guelfi pro Papa). I primi dimoravano nell’attuale territorio di La Valle Agordina ed i secondi a Voltago. Va da sé che il Consiglio d’Agord era formato dai discendenti dei conquistatori Longobardi, mentre le Regole, cioè il territorio era prevalentemente popolato da genti autoctone o di discendenza romana, i vinti. Tanto era forte la presenza Longobarda in Agordino che le popolazioni ladine confinanti, ancora alcuni decenni orsono, chiamavano gli Agordini Lomberds che vorrebbe dire Lombardi o Longobardi. Il sistema delle parentele o rotuli divisi in guelfi e ghibellini cessò con la prima dedizione a Venezia, nel 1404, ed il Consiglio d’Agort continuò a vivere formato dalla stessa nobiltà rustica, senza la divisione tra guelfi e ghibellini.
La sottomissione a Venezia:
Dal 1404, con la prima dedizione a Venezia, al 1797, anno della caduta della Serenissima, il territorio di Agordo sottochiusa e soprachiusa, con Rocca Pietore, visse secoli di relativa pace, governato dal Consiglio d’Agort e dalle Regole del territorio. Rocca Pietore aveva una speciale giurisdizione con gestione degli Estimi e della giustizia, anche criminale. Livinallongo e Colle S.Lucia erano compresi nel Contado di Tirolo, mentre Selva di Cadore e per qualche tempo Caprile erano aggregati appunto al Cadore. Furono quasi quattro secoli di stabilità territoriale e giuridica, mossa solamente dalle continue contrapposizioni tra Regola e Regola per questioni confinarie o tra Regole e Consiglio d’Agort per la gestione di estimi e colte (tasse).
DIVISIONE DEL DIPARTIMENTO DELLA PIAVE – 06 MAGGIO 1807 (10 PAGINE)
Divisione del Dipartimento della Piave_06 maggio 1807
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