Parafrasando la “Genesi” di Francesco Guccini “ Per capire la nostra storia bisogna farsi a un tempo remoto …..” , cercheremo qui di capire, con una ricostruzione storica, divisa in varie parti, per non appesantire la lettura, del perché gli abitanti di La Valle, sono chiamati “Teck”, in particolar modo i discendenti degli Antichi Originari, ma comunque tutti quelli che hanno ascendenti Lavallesi da generazioni o da secoli.
L’errata interpretazione : Teck = legno di “teck”
Tra le ultime generazioni di Agordini e non solo, è sempre stata diffusa la credenza che l’appellativo “Teck” fosse stato dato agli originari di La Valle in quanto testardi, ossia duri come il legno di Teck. Solo che tale legno esotico è stato portato nelle falegnamerie bellunesi solamente dal 1970 in poi, circa. L’appellativo Teck è molto più antico e cercheremo di dimostrare da dove esso può derivare.
Sui Della Valle e sulla loro appartenenza Ghibellina in un Agordino Guelfo
In un precedente nostro articolo (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO) abbiamo presentato i legami tra i Della Valle e la Casa Imperiale di Svevia. Qui vorremmo accennare anche al potere ecclesiastico dei Della Valle e precisamente illustrare i legami tra essi ed il Capitolo della Cattedrale di Belluno, il quale possedeva i Conventi ed Ospedali di Vedana, Candaten ed Agre
Sui rapporti tra la Regola della Val, il Vescovo di Belluno e il Capitolo della Cattedrale
Durante le nostre ricerche non abbiamo mai riscontrato, in epoca storica, possedimenti Vescovili nel territorio della Regola della Val (Regulam Vallis) , contrariamente al territorio contermine, soprattutto alla montagna del Vescovà (versante sud del Talvena nel gruppo della Schiara ). Il fatto non è casuale se consideriamo che il territorio Lavallese era di parte Ghibellina , ossia filo-imperiale e non certamente Guelfa, ossia filo-papale. La storia di La Valle, dei Della Valle, della Regola della Val, si intreccia con la storia del Capitolo della Cattedrale e dei rapporti che quest’ultimo aveva con i vari vescovi di Belluno ,o anche, al tempo, di Belluno-Feltre, o anche di Feltre stessa.
Il Capitolo della Cattedrale e gli ospizi di Vedana, San Gottardo, Candaten ed Agre
Come riferisce il Prof. Don Francesco Pellegrini circa il luogo ed il Monastero di Vedana, nella sua relazione del 22 agosto 1875 , letta nell’ Adunanza Straordinaria dei Soci del Club Alpino Italiano – Sezione di Agordo – (pubblicata da Guarnieri in Belluno nel 1875 ripubblicata da Nuovi Sentieri Editore nel 1983), “ …..Perché è da notare che l’antico territorio bellunese non comprendeva di qua del Cordevole che la sola villa di Agrone (vulgo Gron) ; e che Vedana, con tutta la destra sponda su rimontando fin alla Val Pegorera apparteneva al territorio feltrino, benchè facesse parte della cappellania di Libàno soggetta alla Pieve del Duomo.…..”, “…..Gli è che certo che nel XII° secolo questi terreni gli erano posseduti dal Capitolo dei Canonici di Belluno, ma è presumibile che lo fossero già avanti il mille, anzi si può congetturare fino al IX° secolo; donati alla Canonica, o dai Vescovi, o dal Marchese Berengario, o più probabilmente dal pio Aldone. Difatti possediamo ancora copia di una carta del 14 febbraio 882 data probabilmente da Ravenna, nella quale, Carlo il grosso ultimo imperatore Carolingio ad istanza di Aimone Vescovo e di Berengario Marchese e poi Re d’Italia conferma ai Canonici i luoghi di Travazojo e Biosso e in genere quanto era stato a loro donato nella valle di Belluno dalla buona memoria del suddetto Aldone. Certo è che avevano queste possessioni i canonici nel 1155, e il papa Adriano IV (3 ottobre, Orvieto) a petizione del Decano Aico ne confermò a lui ed al Capitolo il possedimento, menzionando la Chiesa e L’Ospitale di Vedana, la Chiesa e l’Ospitale di Agre, ambe due sulla via di Agordo …..”. “…. I Canonici eleggevano i Priori, accettavano la professione di frati conversi, stipulavano con questi le affittanze e li assistevano anche nell’amministrazione delle entrate e persino ai contratti di compra e vendita sui mercati. Questo stato di cose durò fino al 1456, nel quale anno i Canonici fecero dono dell’ Ospitale di Vedana ai Monaci Certosini della Regola di San Brunone; e il 15 giugno di detto anno il Decano Grassala-Bernardo Sommariva ne investì Filippoda Milano priore della Certosa di Padova. ….”
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