TAIBON Quella volta a Taibon… un paese con l’allora sindaco Loretta Ben in Municipio contro lo sfruttamento idrico dopo l’ennesimo tentativo di costruire un’altra centrale idroelettrica sul bene comune.
Stefano Romano di Milano, rappresentante della ditta Armonia di Pavia e il progettista Mirko Favretto di Vopago del Montello, quando sono arrivati in Municipio a Taibon Agordino in occasione del sopraluogo per la centrale che vorrebbero realizzare in Valle di San Lucano, si sono trovati difronte un centinaio di persone. Forse anche per questo il progettista ha introdotto i lavori preannunciando un depotenziamento dell’impianto, non più un rilascio idrico di 180 litri al secondo, ma tre volte tanto. “Invito la società Armonia – ha detto il sindaco, Loretta Ben – a non produrre altre varianti in diminuzione di portata, ma a rinunciare all’iniziativa”. Luca Santomaso di Voltago ha evidenziato che i calcoli della portata risalgono ad uno studio del 1968 dell’ingegner Tonini dell’Enel. Oggi la risposta idrogeologica è variata come conferma uno studio dell’Istituto Minerario Umberto Follador di Agordo che ha prodotto un rilievo geosismico rilevando la presenza di un materasso alluvionale dello spessore di 175 metri. Il rappresentante dell’Arpav, Alberto De Bona ha confermato: “Non abbiamo misure di portata del torrente Tegnas, una campagna di misure sarebbe utile”. Alessandro Savio del Comitato ha richiesto uno studio specifico sui terreni di Uso Civico, preannunciando la nascita di un apposito comitato, ma ha anche chiesto di tenere in debita considerazione i fenomeni di esondazione perché la chiesetta di San Lucano durante l’alluvione del 1966 è stata in parte erosa e la centralina dovrebbe essere realizzata qualche decina di metri più a valle. Il dottor Fabio Canal del Bacino numero 9 (Valbelluna), ha richiesto uno studio di incidenza ambientale a lungo termine tenendo conto anche delle altre opere a monte ed a valle, oltre a mettere in evidenza l’abbinamento archittettonico della chiesa di San Lucano e del vicino cubo di cemento (centrale).
I “taiboner” hanno tremato all’idea che la strada da Col di Pra a San Lucano potrebbe essere percorsa da una condotta di 3 chilometri e mezzo, ma non hanno alzato la voce. “Non confondete la nostra gentilezza – ha detto Antonio Scalco – con debolezza, non vogliamo centrali in Valle di San Lucano”. Giorgio Fontanive del Cai ha invece lamentato l’assenza della Sovrintendenza, invitata non ha partecipato nonostante sia chiamata ad esprimere un parere.
Mirko Mezzacasa
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