di RENATO BONA
Il sito del centro di spiritualità “Papa Luciani” di Col Cumano di Santa Giustina in provincia di Belluno riporta la prima pagina del periodico “Humilitas” con la notizia che il prossimo 4 settembre Albino Luciani il “Papa bellunese del sorriso” sarà ufficialmente proclamato Beato da Papa Francesco. Nell’occasione ricorda che Col Cumano approda al traguardo dei quarant’anni dalla fondazione. Il sito chiesabellunofeltre a sua voltga da conto proprio di questo evento annunciando che martedì 14 giugno, a partire dalle 18,30, nella commemorazione dell’evento ci sarà anche il suffragio per l’ingegner Mirco Giuseppe Minella, progettista del restauro del complesso sangiustinese, mancato il 3 aprile di due anni fa, all’età di 69 anni, mentre era ricoverato nel reparto di pneumologia dell’ospedale di Feltre; titolare dell’omonimo studio a Santa Giustina, Minella – del quale chi stende queste note si onora di essere stato amico – era uno tra i più apprezzati professionisti sulla piazza, molto richiesto per stendere progetti di importanti opere pubbliche e private) e spiega: eravamo durante il primo lockdown e non fu possibile rendergli il meritato tributo per la passione e la generosità con cui seguì il restauro della villa e delle pertinenze. Lo ricorda don Giacomo Mazzorana, che fu il primo direttore del Centro: “Con professionalità e generosità espressa in tanti modi ha seguito i lavori di ristrutturazione del Centro fin dai suoi inizi”. Appuntamento dunque al Centro Papa Luciani per martedì 14 per la concelebrazione eucaristica che sarà presieduta dal vescovo monsignor Renato Marangoni; di seguito verrà scoperta una targa a ricordo del defunto ingegnere, collocata a fianco di quella che ricorda mons. Maffeo Ducoli, lo scomparso vescovo di Belluno-Feltre: ognuno per la sua parte, furono di fatto i due fondatori del Centro Papa Luciani che il 14 giugno 1982 “accoglieva i suoi primi ospiti: mentre quasi tutta l’Italia era già immersa nell’avventura dei Mondiali di calcio di Spagna, un gruppo di ragazzini saliva a Col Cumano per il primo campeggio ospitato dal nuovo Istituto, che mons. Maffeo Ducoli aveva strenuamente voluto sul colle sopra Santa Giustina”. Ecco in sintesi un po’ di storia di Col Cumano tratta dal sito papaluciani.it. I Cumano – nobili o meno che fossero – costruirono la loro villa in un lembo di paradiso, su un colle a metà strada tra Belluno e Feltre: così diedero il loro nome al colle, da dove si domina la Valbelluna: ldai monti dell’Alpago al massiccio del Grappa; ai primi contrafforti delle Dolomiti; alle prealpi venete, senza trascurare i ridenti borghi di là del Piave: “là dove i raggi del tramonto sembrano passare l’evidenziatore sui bastioni del Castello di Zumelle, l’unico lasciato in piedi dalla Serenissima, quando all’inizio del Quattrocento assoggettò a sé il territorio bellunese”. Negli anni Settanta ciò che restava della villa, delle colonie e della corte venne in possesso dell’allora parroco di Santa Giustina, che progettava di farne una casa di riposo. Il progetto non decollò, finché il vescovo Ducoli, volle farne un Centro di spiritualità, dedicato a Papa Luciani: “non un monumento, ma un luogo di formazione, di catechesi, di spiritualità, assecondando così l’indole di Luciani, che aveva scelto come progetto di vita l’umiltà e che papa Benedetto XVI definì “impareggiabile catechista”. I lavori di ristrutturazione degli immobili iniziarono nel 1979: con attenzione “filologica”, l’ing. Mirco Giuseppe Minella volle rispettare tutte le caratteristiche linee architettoniche dei fabbricati rurali, salvando anche i due pozzi che al tempo assicuravano l’autonomia idrica del complesso. Nel fienile si ricavò una capiente sala per conferenze, la fucina del maniscalco divenne la sala da pranzo, e via dicendo: camere, sale per conferenze, una cappella per la comunità del centro e un’ala per i preti e le religiose. La stalla divenne… la chiesa: e nessuno inorridisca, visto che nostro Signore venne alla luce in un identico alloggio. Al 14 giugno 1982 il cronista annota la prima attività del Centro. Il 22 settembre 1984 l’opera venne ufficialmente inaugurata alla presenza del card. Marco Cé, patriarca di Venezia e metropolita. Poi il Centro venne ampliato fino al 1988, quando il 16 luglio venne visitato da papa Giovanni Paolo II, che nel capiente teatro all’aperto incontrò un migliaio di giovani bellunesi e sulla verde spianata una folla di quindicimila fedeli. Oggi tutto il colle dei Cumano è proprietà del Centro Papa Luciani: un’oasi di verde e tranquillità per chi vuole stare in silenzio, “sapendo che l’aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e la terra”. Concludiamo con un ricordo di Minella postato sul sito ilveses.com da Tiziano Dal Pont: “Hai disegnato progetti fino all’ultimo, fino a quando la tua mano ha smesso di scrivere, il tuo braccio si è stancato di utilizzare quel mouse che più non rispondeva al disegno immaginato dai tuoi grandi occhi. Te ne sei andato in silenzio, in un momento difficile, che ci ha permesso di salutarti solo con il cuore. Ora ti mancano gli amici della giovinezza, vissuta tra gli algoritmi e il pallone, due passioni che non ti hanno abbandonato nelle indimenticabili domeniche di studio e di sport. Non si scordano del tuo carisma famigliari, compagni di ingegneria, in cui ti sei laureato, committenti, colleghi. Praticavi l’urbanistica in modo esperto, funzionale; eri in grado di ricondurre ad unità situazioni complesse, scegliendo soluzioni pratiche, meno invasive e costose, con indicazioni personali non prive di elementi estetici. In Friuli, nella ricostruzione post-terremoto, hai imparato a rispettare le leggi della natura, l’alveo dei torrenti, i movimenti delle colline. Era bello passeggiare con te a Padova e Venezia e sentire illustri professori che ti salutavano, chiamandoti per nome. Poi hai creato un tuo studio e avviato diverse collaborazioni, una anche con la rivista ‘Il Veses”, per la quale hai curato degli articoli di urbanistica e partecipato a due Forum promuovendo un concorso di idee per la rinascita del centro del tuo paese. Eri noto per la tua giovialità; fondamentalmente un buono, non sempre riconosciuto nei tuoi valori. Ricordo come ti piacesse, dalla terrazza che dà sul ponte della statale, guardare verso il Pizzocco e immaginare per un momento realizzato il tuo progetto di Auditorium a chiudere, quasi come uno scenario, la incompleta piazza centrale. Sullo sfondo in alto a sinistra facevano capolino i tetti di Col Cumano, il tuo piccolo capolavoro urbano. Hai trovato la formula per rivitalizzare la storica Galleria Romita a Feltre e lassù sul Miesna per il Santuario di San Vittore hai pensato al consolidamento statico della rocca. Hai immaginato ponti, passerelle, asili, puntando alla rivitalizzazione dei centri urbani, non ultimo quello di Agordo. Hai lasciato un ricordo anche sulla collina di Valle Dourada nella città di Erechim in Brasile, dove, hai presentato un elegante esempio di urbanizzazione. Ti piaceva farmi osservare, nelle ultime passeggiate dietro Ignan, la sequenza delle cime che dal Pizzocco degradano verso est ad incontrare i Monti del Sole ed elogiavi la bellezza della nostra valle. Credo che a tuo modo, tu abbia contribuito a renderla migliore. Grazie a nome della comunità.
NELLE FOTO (siti: chiesabellunofeltre, papaluciani.it, ilveses.com): Albino Luciani, il “Papa bellunese del sorriso” cui è intitolato il Centro di spiritualità di Col Cumano; la prima pagina del semestrale Humilitas Papa Luciani; Giovanni Paolo II successore di Luciani, con il vescovo Maffeo Ducoli ed il segretario di questi, mons. Giorgio Lise; lo scomparso ingegner Mirco Minella, progettista degli importanti lavori a Col Cumano; gruppo di lavoro con, da sinistra: don Francesco Cassol, l’ing. Minella, don Giacomo Mazzorana, mons. Maffeo Ducoli, il notaio Isidoro Chiarelli, don Robert Soccal, Angelo Moretti; varie fasi degli interventi di recupero a Col Cumano; il Centro di spiritualità oggi; una delle sale.