BELLUNO Basiti e sconcertati. Commenta così la Segreteria Provinciale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) di Belluno la notizia dell’improvviso stop alla procedura di dotazione della pistola Taser a tutte le Forze di Polizia. Dalla soddisfazione dell’aprile 2019 per l’annuncio dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini circa la dotazione, che sembrava addirittura imminente, al totale disappunto di questi giorni per l’improvviso stop. Il Taser – afferma il Sap – è uno strumento fondamentale per rendere maggiormente sicuri gli interventi di polizia. E a tutela anche di chi delinque. Durante il lungo periodo di sperimentazione – che da settembre 2018 ha interessato diverse città tra cui Padova – diversi sono stati gli interventi con soggetti esagitati o violenti, risolti in sicurezza e in maniera efficace grazie al Taser. Non c’è contatto fisico e la più importante delle sperimentazioni effettuate ha dimostrato come in 15 interventi, che con i metodi tradizionali avrebbero comportato l’uso della forza, in ben 14 casi, con il Taser a disposizione, vi è stata desistenza da parte del violento e gli operatori non sono stati obbligati all’uso della forza. Ci si chiede dunque – prosegue il Sap – cosa sia accaduto oggi per arrivare a problemi di requisiti non idonei. Improvvisamente, infatti, dopo decine di sperimentazioni andate sempre a buon fine i requisiti non sembrano più corrispondenti al bando. Vogliamo francamente augurarci – dichiara il Sap – che il problema non sia altrove, che lo scetticismo di alcuni partiti di maggioranza non abbia imposto un rigore non necessario, giacché il tutto arriva a pochi giorni dalle esternazioni del responsabile della sicurezza del PD, l’on. Miceli, il quale si è detto molto, molto scettico sull’uso del Taser. E’ molto grave – a parer nostro, afferma la Segreteria del Sap bellunese – che l’on. Miceli non comprenda determinati aspetti e sia contrario all’introduzione della pistola ad impulsi elettrici, esponendo ad ulteriore rischio la sicurezza del personale della Polizia di Stato, e anche quella delle persone violente. Perché è comprovato che negli interventi coercitivi che dobbiamo affrontare nel rispetto della legge, a corpo libero o con l’uso dello sfollagente, si verificano molti più feriti rispetto all’uso del Taser. Per non parlare ovviamente delle armi da fuoco. Le politiche sulla sicurezza non vanno fatte con pregiudizi ideologici, ma valutando coerentemente l’efficacia di alcuni strumenti. Il Taser è adottato in moltissimi paesi nel mondo, anche nella Città del Vaticano, e i requisiti che sono stati richiesti nel nostro Paese non sono stati invece richiesti in altri Stati. Sono certamente necessarie tutte le cautele del caso, però non si pensi esclusivamente alle tutele per chi delinque, ma si pensi – finalmente – anche a quelle per le Forze dell’Ordine. Ci riferiscono – conclude il Sap – di un ulteriore test voluto, solo qui in Italia e non si capisce il perché, che ha determinato il distacco di alcuni dardi su colpi esplosi nel vuoto, fatto che non determina assolutamente l’inefficacia della pistola ad impulsi. Non rimane che auspicare che vi sia la volontà di risolvere la questione il più presto possibile, che non si cerchi di impantanare il percorso con mille rivoli burocratici. Il Taser è uno strumento utile e serve il prima possibile per dare maggiore sicurezza ai cittadini stessi del nostro Paese e ai poliziotti.