da Susy Dan
FALCADE Il termine “vacanza”, dal latino vacantia, indica la temporanea sospensione di attività di lavoro, di studio, ecc. E’ sinonimo di riposo e, ancor più, di libertà. E quindi ecco che finalmente arriva la benedetta, invocata, attesa vacanza. Spesso vacanza da tutto, però, anche dalle più elementari regole di convivenza e di civiltà. Succede a Fregona, il16 agosto. Siamo nel pieno della vacanza e tutto è permesso. Il cane di alcuni vacanzieri infila la porta di casa e scappa. E’ un cane da caccia e gli odori che sente sono davvero irresistibili. Non solo quelli degli animali che popolano il bosco su cui si affaccia la casa ma anche quelli degli animali domestici degli altri condomini. Insegue la nostra gatta, che è una “di montagna” e riesce a salvarsi salendo su un albero. Quella dei nostri amici è più sfortunata, è una gatta “di città”. Il cane trova in lei una preda più facile. La “incantona” sotto la nostra terrazza. E’ fatta. Sotto gli occhi inorriditi del suo padrone, che invano si butta sul cane per strappargli la gatta dalla bocca, di altri condomini e dei loro ospiti, di vari bambini. Certo, un incidente può capitare e, forse, si riesce a perdonare, anche se lo spettacolo e la perdita sono stati atroci. Quello che non si può perdonare è l’indifferenza dei proprietari del cane, la loro assoluta mancanza di sensibilità. Non una parola, né quel giorno né nei successivi, nemmeno per scusarsi. Che diamine! Siamo in vacanza. In fondo era “solo” un gatto…