di RENATO BONA
“Chiesette pedemontane. Santi guerrieri e Santi guaritori nelle Dolomiti Bellunesi”. Porta questo titolo il terzo itinerario (di sei) proposto nel 1999 – anche grazie al contributo dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Leader II – Fondo Ferrs – con Cierre edizioni, dal Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, di Laura Bortolas e Tiziana Conte; fotografie delle stesse autrici e di Apollonio Calligaro, Flavio De Bin e Cristiano Velo (che si è occupato anche del coordinamento del progetto); grafica di Stefania Paoletti. In copertina (foto De Santi, Belluno): di Paris Bordon particolare della “Madonna con Bambino, San Michele Arcangelo e San Daniele” della chiesa di San Michele di Col Fiorito; retrocopertina con la riproduzione dell’affresco votivo di Sant’Agapito Martire, della località Valle di Sant’Agapito. Presentazione di Carlo Zoldan (che concludeva- “… Quest’opera ci offre molti stimoli per ricalcare, magari con nuovi studi e ricerche, il percorso delle chiesette del Parco; quindi non necessariamente per chiedere grazie, ma quasi seguendo – e parafrasando – la vecchia massima: ‘no se va al Santo solche co se à bisogn de la grazia!’”. L’allora presidente dell’Ente Parco, Valter Bonan nella sobria ma efficace introduzione ricordava che:C “Tra i principali fini istituzionali del Parco vi sono la salvaguardia e la valorizzazione dei valori antropologici, storici ed architettonici del territorio protetto” e si chiedeva: “Quale migliore proposta per condensare e perseguire questi obiettivi che individuare un itinerario che attraversi gran parte dei Comuni del Parco e nello stesso tempo li unisca, evidenziandone luoghi, significativi e coerenti di splendida natura e sentita religiosità?”. Ancora Bonan per concludere: “Queste piccole chiese pedemontane racchiudono in sé memorie, significati culturali e segni storici che meritano di essere ulteriormente approfonditi; con questo prezioso lavoro di alcuni giovani studiosi bellunesi noi vorremmo invitarvi a guadagnare da pellegrini e passeggiare da viandanti questi spazi di antica devozione, ma anche di riconosciuta sacralità di ambienti ed elementi naturali. Sentimento, questo, che meriterebbe di essere collettivamente recuperato nei suoi significati più veri e profondi”. Ed allora, purtroppo in sintesi (e ce ne dispiace soprattutto per l’illustrazione delle opere d’arte, che peraltro vogliano sperare saranno prese in considerazione dagli appassionati del genere, magari con una escursione…) ecco una carrellata sugli edifici sacri che sono stati presi in considerazione: Chiesa dei Santi Tiburzio e Susanna in Monte, appartenente alla parrocchia di Facén di Pedavena. Per secoli è stata meta di devoti pellegrini che affrontavano il ripido percorso processionale per invocare la guarigione dalla “tòss pagana”. Chiesa di San Martino in Valle, che dovrebbe risalire al periodo medioevale, di cui si legge che “L’intreccio di simboli e di usanze che si concentrano nella festa di San Martino è ormai sfuggito alla memoria degli abitanti di Vignui e della Valle…”. Chiesa di San Mauro in Monte di Arson: al Santo era in qualche nodo associata l’idea di eremitaggio, di vita solitaria ai margini della comunità”. Chiesa di Sant’Eurosia e San Giovanni Battista a Le Ave: la più caratteristica chiesetta della Valle di Canzoi era in origine dedicata solamente a San Giovanni Battista. Chiesa di Sant’Agapito di Valle: si ritiene che nell’intero territorio provinciale questo sia l’unico edificio dedicato al martire predestino, il cui culto sarebbe stato introdotto da un ipotetico “emigrato” medioevale. Chiesa di San Mauro in Monte di Val Scura: condivide con altre strutture edificate in luoghi impervi la leggenda di una prodigiosa fondazione: di notte gli uccelli del bosco trasportarono più in alto il materiale per la costruzione!. Tocca alla Chiesa di San Felice in Monte: la devozione al Santo sembra avere radici molto antiche e, forse, originariamente era tributata ad un omonimo santo locale non ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa ufficiale. Chiesa di San Michele Arcangelo di Pascoli: il culto a San Michele, probabilmente collegato alla dominazione longobarda, nel Bellunese sarebbe testimoniato dai due plutei del VI secolo murati all’esterno della chiesa dei Santi Fermo e Rustico nella località Baldeniga. Chiesa di Santa Giuliana di Regolanuova: alla Martire, decapitata dopo atroci supplizi era intitolata la cappella del castello di Belluno edificata nel 1237. Anche quella di Regolanuova fu costruita sul sito di una struttura fortificata della quale ingloba una piccola parte; in tale presidio è stato individuato l’antico castello di Misso posto a sentinella della Valle del Mis. Chiesa di San Giorgio: santo guerriero Giorgio è considerato difensore della fede e si pensa che proprio per questo la gente di Libàno e Tisoi abbia voluto erigere un tempio in suo onore in un sito così impervio “a vigile sentinella materiale e spirituale della Valle del Gresal”. Chiesa di Sant’Arcangelo di Col Fiorito: l’edificio campestre nella parrocchia di Cavarzano è votato all’Arcangelo difensore della Chiesa e del popolo cristiano fin dalla sua consacrazione avvenuta nel 1514. Chiesa di San Liberale di Pedeserva: situata in posizione panoramica sulle pendici del Serva e appartenente alla parrocchia di Sargnano, precedentemente era intitolata a San Daniele profeta, documentata dalle fonti a partire dal 1578. E concludiamo con la Chiesa di Sant’Andrea in Monte: situata alle pendici del monte Frusseda a Ponte nelle Alpi, secondo la leggenda doveva essere costruita nella località Campat ma la decisione fu mutata in seguito al miracoloso rinvenimento della statua del Santo, per tre notti consecutive, nel luogo dell’attuale insediamento”.
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