CORTINA Martedì 30 agosto ’22, la giornata già dalle prime ore del mattino non era delle migliori in quota sulle montagne di Cortina. Moreno Pesce, accompagnato da Lino De Nes ed il video maker Jacopo Bernard era pronto al Rifugio Pomedes per affrontare l’impegnativa salita ai 3.244 m. della cima più alta delle meravigliose Tofane, servite anche dagli impianti Freccia nel Cielo. Venticinque anni sono passati nella vita di Moreno Pesce, tra quella precedente e quella attuale da atleta paralimpico specialista della montagna in ogni stagione, capace di confrontarsi con obiettivi via via sempre più impegnativi. Sono scorse in un attimo nella memoria di Moreno, tutte le immagini della sua montagna fisica e quella racchiusa tra le rocce. La salita affrontata è stata sin da subito molto impegnativa sia per l’inclinazione del percorso in ferrata che per le condizioni meteo che mai hanno permesso di godere del panorama di questo monumento delle Dolomiti ampezzane. Causa le condizioni meteo giudicate non adatte durante l’ascesa da Lino De Nes, ha scelto ai fini della sicurezza di tutti e tre i componenti del team, di optare per una variante del percorso, che ha permesso di arrivare comunque in vetta. Quello era l’obiettivo. Così Moreno Pesce ha simbolicamente festeggiato i venticinque anni dall’incidente che gli ha causato l’amputazione della gamba sinistra, tornando alla croce posta sulla cima della Tofana di Mezzo. Un uomo, meglio un atleta paralimpico che si è rimesso in gioco ogni giorno, con enormi sacrifici, volontà e dedizione diventando il portavoce di una montagna possibile anche dopo un incidente invalidante come il suo. Appoggiato a quella croce, che è stata bagnata come segno del traguardo raggiunto, Moreno Pesce ha siglato quello che per lui è un risultato centrato, accompagnato da Lino De Nes, che oltre ad essere una guida tra le più carismatiche della montagna veneta, è per lui l’appoggio più importante dal punto di vista tecnico, lungo le vie di salita che ha sin qui affrontato. “Festeggio i 25 anni in croce insieme a Lio e Jacopo, bevendo un prosecco! Adesso ci sistemiamo un attimo e poi scendiamo. L’impresa per me è compiuta insieme a loro due”. La voce era stanca ma felice. Ogni vetta ha un sapore speciale, questa dà un senso profondo ad un percorso certamente non scontato, in un ambiente impervio di suo che diventa esempio di rinascita per tanti. Ora nel salotto della mamma di Moreno sta un’immagine datata 30 agosto ’22, “Croce Cima delle Tofane, l’altra vita”, quella dopo l’amputazione.
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