BELLUNO Una giornata di studio per approfondire la figura di Tommaso Antonio Catullo, di cui quest’anno ricorrono i centocinquant’anni dalla sua morte, è stata organizzata a Belluno per sabato 7 dicembre. La mattina presso l’Istituto Catullo, scuola che porta il suo nome e nel pomeriggio, nel centro storico di Belluno .
L’evento è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, sabato scorso. Tra gli organizzatori della manifestazione figurano in primis il “Gruppo di Divulgazione Scientifica Dolomiti” di cui fanno parte Manolo Piat, Fabiano Nart e Maurizio Alfieri, autori di una recente pubblicazione sul terremoto di Belluno del 1873.
Ma chi è Tommaso Catullo ? Egli è ritenuto il pioniere, per antonomasia, della geologia del Bellunese. Nato a Belluno nel 1782 da una famiglia di modeste condizioni sociali, dopo il ginnasio si trasferì a Padova per frequentare la facoltà di medicina. Una laurea che non conseguì mai. Tornato a Belluno, a Catullo fu dato l’incarico di insegnare chimica e storia naturale presso il locale Liceo. L’interesse scientifico si manifestò presto, nel 1801, con la pubblicazione del suo primo lavoro sulle miniere di Val Imperina. Negli anni successivi uscì un “Manuale di Mineralogia eseguito secondo il metodo mineralogico dell’Ab. Hauy, coll’aggiunta della Sinonimia alemanna”, primo lavoro in Italia che segue il metodo cristallografico-chimico. Catullo effettuò sul territorio diverse escursioni a scopo didattico raccogliendo una serie di campioni minerali lungo le montagne del vicentino e del bellunese. Molta importanza attribuì ai fossili contenuti nelle rocce tanto da essere materia del “Saggio di Zoologia fossile ovvero Osservazioni sopra li petrefatti delle Province Austro-Venete con la descrizione dei monti entro ai quali si trovano”.
Suo è pure “Osservazioni sopra i Monti che circoscrivono il Distretto di Belluno” come del resto altri contributi che andarono ad aggiungersi nel corso della sua vita, caratterizzata da incontri con i massimi esperti di geologia del tempo e che gli valse la cattedra di Storia Naturale all’Università di Padova di cui, dal 1833, divenne professore effettivo e in seguito rettore dell’ateneo. Le sue ricerche di stratigrafia furono ritenuti di grande rilievo in particolare per il sistema di datazione delle rocce attraverso il metodo dei resti fossili. Negli ultimi anni si dedicò a studiare le miniere del Bellunese: tra cui quelle di Vallalta e di Val Imperina i cui approfondimenti sono contenuti nel saggio “Delle Miniere delle Alpi Venete e principalmente di quelle del bellunese. Notizie storico geognostico-mineralogiche”.
Nella giornata di sabato, che avrà inizio alle ore 8.30 fino alle 13.00, sono in programma nove interventi di esperti mirati ad approfondire la figura di questo scienziato. Nel pomeriggio, a partire dalle 15, seguirà una visita del centro storico di Belluno sui luoghi di Catullo. L’evento è organizzato dal Gruppo di Divulgazione Scientifica Dolomiti in collaborazione con la Biblioteca Civica, Comune di Belluno, Gruppo Natura Bellunese, Fondazione Giovanni Angelini – Centro studi sulla Montagna, Università di Padova, Associazione Pietra e Scalpellini di Castellavazzo, Cnr, Clg, Cam e associazione Campedel animatori culturali.