BELLUNO Non abbiamo certo la pretesa di illustrare figura ed opera di un collega giornalista (e lui pure scrittore e pittore) di fama internazionale quale è stato Dino Buzzati, anch’egli bellunese. Ma l’iniziativa “A casa di Dino” del Comune di Belluno, che la propone insieme all’Associazione culturale Villa Buzzati S. Pellegrino il Granaio, in collaborazione con: Libreria Le due zitelle di Piazza Piloni; Belluno eventi cultura 2020, Provincia di Belluno e Regione Veneto, ci offre l’occasione, utilizzando la personale biblioteca, di proporre un aspetto particolare, la grande passione per la montagna, dell’illustre concittadino cui il Comune ha dedicato la “Panoramica” via che da Piazzale Marconi porta al Ponte della Vittoria, con una tabella che ricorda: “Buzzati Dino (1906-1972) – giornalista, scrittore, pittore, redattore del ‘’Corriere della Sera’ e della ‘Domenica del Corriere”. Vincitore nel 1959 del premio ‘Strega’ con la raccolta ‘Sessanta racconti’. Il romanzo ‘Il deserto dei Tartari’ è considerato il suo capolavoro”. Intanto il programma della terza edizione di “A casa di Dino” sul tema: “Il mostro, paure allo specchio”.con la precisazione che “L’iniziativa si materializza per la terza volta nel cuore di Belluno per suscitare emozioni e divagazioni. Le inquietudini buzzatiane sono sempre presenti sul palcoscenico come nella vita”. Venerdì 26 giugno alle 18,30 nel cortile del museo civico di Palazzo Fulcis “Ognuno ha il suo mostro” con Andrea Zancanaro, vincitore del Premio Campiello Giovani 2017 che racconta i suoi mostri; conduce Antonella Giacomini con interventi di Marina Da Canal; giovedì 2 luglio, stessa ora, stessa sede: “Mostri d’alta quota”, con Federico Camanni e Manrico Dall’Agnola; riflessioni su montagne, pareti e paure; conduce Mirta Armanda Barbonetti; sabato 4 luglio, alle 20,45 sempre a Palazzo Fulcis: “Professoresse meccaniche scendono in città”; legge e strepita Laura Portunato; suona e starnazza Sandro Del Duca; si tratta di uno spettacolo neo-parafisico e para-buzzatiano dal libro “Le professoresse meccaniche” di Alfonso Lentini. In caso di pioggia o emergenza sanitaria gli eventi potranno svolgersi in altre sedi che saranno comunicate. Una precisazione: è obbligatoria la prenotazione al 39-333-6486024 [email protected] o associazione culturale Villa Buzzati San Pellegrino Il Granaio, via Visome 18, 32100 Belluno. Ci viene spontaneo tra i testi che possediamo citare “Le Dolomiti di Dino Buzzati”, finito di stampare nell’ottobre del 1989 dalla tipografia Panfilo Castaldi di Feltre per conto di Nuovi Sentieri editore di Bepi Pellegrinon (altro benemerito della cultura), in occasione della mostra all’auditorium di Belluno e nella Sala degli stemmi del Municipio di Feltre, rispettivamente dal 14 al 29 ottobre 1989 e all’1 al 30 novembre dello stesso anno, curata da Matteo Fiori e Bepi Pellegrinon, ad iniziativa dell’assessorato alla cultura della Comunità montana bellunese e dall’Associazione Dino Buzzati con la sezione Cai di Feltre. E poi il libro “Dino Buzzati Vita & colori”, curato da Rolly Marchi. Perché ci è venuto in mente che Buzzati il 21 luglio 1969, in occasione della sua mostra antologica “Vita & colori” con dipinti, acquarelli, disegni e manoscritti, voluta dalla Comunità montana Agordina, organizzata col patrocinio della Regione Veneto e con la collaborazione della Barilla spa (allestimento architetto Fulvio Nardelli, copertina del catalogo di Nicola Salerno, immagini dello stesso Rolly Marchi e archivio Almerina Buzzati) e presentata da Indro Montanelli, scrisse: “Sono andati lassù ad installare l’estremo trampolino, sono tornati vittoriosi da quelle mortali solitudini. Ero un ragazzo quando ad Alleghe, in una sera di temporale, mi indicarono fera i lividi nembi, la parete della Civetta, selva di argentee canne d’organo alta più di un chilometro, che dal fondo valle sembra una fata morgana, e mi dissero che lassù una cordata di alpinisti stava salendo. Mi sentii miserabile, ebbi la sensazione che quelli fossero superuomini, di una razza diversa e privilegiata, mai e poi mai, da grande, sarei arrivato alla loro altezza. Lo stesso moto dell’animo, moltiplicato per cento, ho avuto l’altra sera guardando il tenero spicchio della luna crescente, perché sapevo che in quel momento tre uomini…”.
NELLE FOTO (riproduzione da “Le Dolomiti di Buzzati” e Renato Bona): Dino Buzzati in Val Canali; l’annuncio della terza edizione di “A casa di Dino”; tabella e via col nome del grande giornalista, scrittore e pittore bellunese; copertine di “Le Dolomiti”e “Vita & colori”; Buzzati (a destra) con Nani Min (al centro) ed Emilio Zacchi sulla cima dello Schiara; disegno buzzatiano della Torre Berti; discesa di Buzzati a corda doppia dalla Guglia De Amicis l’8 settembre 1931; Dino alla Croda da Lago con Pupa e Lalla Ramazzotti nel settembre 1942.