REDAZIONE Sempre più spesso è evidente la perplessità nella classe dirigente del settore Trasporto Pubblico Locale per la grande difficoltà del reperire gli autisti, soprattutto nell’azienda della provincia Dolomitibus. I delegati sindacali dell’azienda, perlopiù autisti portano all’attenzione dei bellunesi la loro opinione, contributo importante nel trovare le motivazioni e precisare insattezze che forse portano a valutazioni tutt’altro che corrette. “La prima è definire “buoni” dei contratti per cui alla fine del mese si guadagnano mediamente 1200€. Sono insufficienti a dare una vita dignitosa per i ragazzi che arrivano dal Sud, che hanno sicuramente un affitto da pagare, ma sono comunque insufficienti per tutti i lavoratori, anche alla luce del carovita che è in drammatica ascesa! E quale sarebbe la nostra quindicesima? Il premio di risultato per cui, se hai la sventura di stare male, o accudire a casa un figlio con la febbre, si diventa immeritevoli, e dunque si percepisce poco e nulla? Premio peraltro che essendo in Welfare, non ci paghi le bollette…trattasi infatti di un importo digitale non facilmente spendibile in provincia di Belluno! Altrettanto errato è dire che si lavora vicino casa…se si intende che si prende servizio vicino casa, questo è relativo perché non tutti abitano vicino ai vari depositi…c’è chi fa parecchi chilometri anche due volte al giorno a causa delle lunghe soste tra le corse…se si intende che si sta fattivamente vicino casa e magari nelle pause si possa recarvisi per mangiare o andare in bagno, la realtà è l’esatto opposto…molti sono infatti i turni, anche di 12, 13, 14 o addirittura 15 ore di impegno, con soste fuori sede, che quando va bene è in un piazzale senza un posto dove mangiare nè un bagno, quando va male semplicemente in parte alla strada…Certamente è stato individuato un problema, il poco tempo libero. Infatti molti turni impegnano gran parte della giornata, sempre per 6 giorni la settimana, e l’unica giornata di riposo settimanale è un altro motivo che allontana da questo mestiere. Adesso siamo al punto per cui i pochi autisti rimasti non riescono a coprire interamente il servizio e non si ha nemmeno la garanzia di poter godere delle proprie ferie che vogliamo ricordare, sono indisponibili, vanno cioè necessariamente godute per la propria salute psicofisica (e il nostro è un lavoro pericoloso). Da anni i lavoratori denunciano questo combinato disposto di turni invivibili e paga bassa…se fossimo stati presi seriamente in considerazione anni fa, adesso forse non dovremmo ragionare su tagli del servizio (inutile prevedere un servizio per 170 autisti quando in forza ce ne sono 140), aggravamento ulteriore dei turni (che farebbe fuggire altri autisti) e impossibilità di godere liberamente di una propria vita privata (ulteriore motivo di licenziamenti). Facendo i conti della serva, negli ultimi 3 anni gli autisti sono diminuiti di circa 40 unità, a fronte di un corrispettivo pagato all’azienda per i chilometri effettuati invariato. Si stanno risparmiando 40 stipendi annui, e lo si evince anche dai bilanci aziendali che pur in anni di crisi sono sempre in attivo! Crediamo che una parte di quella somma vada redistribuita tra i lavoratori E non bisogna chiedere aiuto al governo per trovare nuova forza lavoro a poco costo, bisogna invece chiedere investimenti nel tpl, mirati ad alzare il livello retributivo dei suoi addetti e bisogna ripensare il servizio considerando anche il numero di autisti disponibili e garantendo loro una adeguata disponibilità di tempo da dedicare alla propria famiglia”.
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