di RENATO BONA
BELLUNO Proseguiamo il nostro incontro con la realtà di Feltre e il Feltrino, che è poi il titolo del libro-guida edito dall’Azienda di promozione turistica con la Panfilo Castaldi (testi di Sergio Claut e Gigi Bertoldin; grafica dello studio Scottini; fotografie di: Scottini, Frescura, Dalla Corte, Resegatti, Fuss, Nicolao, Claut, Merli, Bortolot, Facchinato, Passarella, Perco, Zandonella, Doglioni, Lasen, Svegliado, Callegaro, Vaccari, Bertoldin e Quick Time; fotolito di Artistudio). E rispettando l’ordine alfabetico siamo giunti alla tappa che comprende i comuni di: Quero, San Gregorio nelle Alpi e Santa Giustina. QUERO. L’abitato sorge su un rilievo collinare del monte Cornella (630 metri) propaggine meridionale del Tomatico (1594) e – leggiamo – crea una sorta di sbarramento naturale lungo il corso del fiume Piave, prima della piana trevigiana. Ad oriente invece il territorio è marginato dal solco meno profondo del torrente Tegorzo. Da qui l’importanza strategica del passaggio di Quero che collega la pianura veneta con la zona montana bellunese. Gli autori ricordano che lo si trova nominato “Municipio de Querquani” da Plinio e che esistesse fin dai tempi dei romani è accertato dai numerosi ritrovamenti di antiche vestigia la più importante delle quali è la lapide funeraria di Gaio Rapidio quadrumviro in quel di Asolo, conservata nella parrocchiale. Altri cenni di carattere storico: Quero, sede di dogana, fu più volte fortificato come testimonia in prossimità della stazione ferroviaria sul Piave “l’imponente mole di Castelnuovo, un baluardo costruito dalla Repubblica di Venezia nel 1376 dal quale era possibile controllare sia la comunicazione su strada sia il traffico di zattere sul Piave”. Ancora: nel 1511, guerra di Cambrai, vi fu catturato il patrizio veneziano Girolamo Miani che avrebbe fondato a Somasca l’ordine dei religiosi omonimi dediti all’educazione dei giovani. Con la Grande guerra l’abitato fu quasi totalmente distrutto e quindi ricostruito. Viene poi segnalata la grande chiesa parrocchiale dall’architettura neoclassica del feltrino Sebastiano De Boni, al cui interno sono conservati elementi di un grandioso tabernacolo barocco già ricco di statue bronzee, dipinti di Salviati e Palma il Giovane. Venendo a tempi più vicini si puntualizza come una fiorente attività artigianale ed industriale nei settori dell’occhialeria e della fabbricazione di lampadari abbia preso il posto degli antichi lanifici. Immancabile il cenno al monumento Ossario di oltre 4000 soldati caduti nella battaglia del Piave. SAN GREGORIO NELLE ALPI. Risalendo i pendii collinari che digradano dal massiccio del monte Pizzocco (2186) le colline sono costellate di villaggi, casolari, ville padronali e rustici la cui architettura povera ma estremamente dignitosa, è ancora il segno di una consapevole civiltà. Siamo a San Gregorio nelle Alpi il cui abitato è raggruppato attorno alla chiesa parrocchiale che conserva una pala di Alessandro Bonvicino detto “Il Moretto” una delle opere più interessanti di tutta l’area bellunese, che raffigura la Madonna in trono tra i santi Gregorio e Valentino, del 1519. Alcune ville: Villabruna a Fumach, Sandi a Paderno ed altre “riconfermano nell’amenità di queste colline da dove si domina tutto il corso mediano della Valle del Piave, il gusto locale della vita in campagna che l’aristocrazia feltrina derivò da quella veneta fin dal XVI secolo, Nel libro-guida vengono proposte escursioni verso il Pizzocco con tappe intermedie ai bivacchi Le Ere (1300 metri di quota) e Palia (1577) attraverso sentieri segnalati e di non ardua percorribilità”. SANTA GIUSTINA. La storia in sintesi: nelle frazioni Callibago e Campo furono rinvenute iscrizioni romane mentre è documentata nel XII secolo l’esistenza a Formegan della “Pieve di Santa Maria di Formicano” databile VIII secolo. Successivamente, probabili ragioni di carattere economico portarono al suo trasferimento ad Ignan. Note di cronaca: nel 1393 si riunirono nella chiesa di San Lorenzo, sulle sponde del Piave “presso il traghetto allora praticato alla volta di Mel, e punto di approdo degli zattieri verso Venezia, i Capitoli di Feltre e Belluno per l’elezione del vescovo Alberto da San Giorgio”. La chiesa arcipretale costruita tra il 1782 ed il 1791, domina l’abitato: al suo interno è custodito “un autentico gioiello della pittura veneta del Seicento”: l’“Annunciazione”di C. Saraceni. Tra gli edifici di prestigio sono indicate Villa Villabruna a Cassol, Villa Norcen a Dussan, Villa Miari-Vieceli del XVV secolo a Meano, Villa Avogadro a Bivai, Villa Zugni Tauro a Salmenega; Villa Bonsembiante a Colvago (ove soggiornò Carlo Goldoni; pare si debba proprio al commediografo lagunare l’aver mutato il nome dialettale Cullach in Colvago). Da segnalare anche che gli oratori delle ville e le chiese frazionali ospitano opere di artisti locali tipo Marascalchi, Frigimelica, Falce, Turro. Si legge anche che sia verso la riva destra del Piave che nella fascia collinare che a nord sale verso il gruppo del Pizzocco (2186 metri) , “una fitta corona di frazioni ed insediamenti attornia Santa Giustina: strade tortuose portano a visitare luoghi suggestivi per aspetti naturalistici e paesaggistici, con vista ora sul Piave e l’opposta sponda sinistra fittamente antropizzata, ora sulla catena montuosa che si snoda parallela e sale alla maggior quota con le rocce dolomitiche del Pizzocco. Prima di dire che l’economia si basa su un’agricoltura ancora fiorente e su settori produttivi e di servizio; cartario, costruzioni, autotrasporti, manutenzione industriale e studi progettuali e di informatica, gli autori richiamano la Val Scura che “dal 1973 è riserva naturale inclusa nella rete di riserve biogenetiche del Consiglio d’Europa ed è inserita con l’area circostante nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida “Feltre e il Feltrino”): scorcio di Castelnuovo; Municipio di Quero; Piazza all’insegna del verde; il Piave; il “Campanilòn”; il torrente Tegorzo; la Valle di Schievenin; panoramica del massiccio del Grappa; San Gregorio nelle Alpi; il San Gregorio di Alessandro Bonvicino; Villa Rudio; Villa Villabruna; casa tipica; la chiesa di Santa Giustina; Villa Norcen; San Clemente Romano; altro scorcio di Santa Giustina; panoramica della frazione Cergnai.