di Renato Bona
“Salmenega: Villa Zuppani; Bivai: Villa Avogadro degli Azzòni; Formegàn: Villa Biasuzzi e Villa Cassol; Meàno: Villa Conz e Villa Maresio; Dussano: Villa Nòrcen; Paderno: Villa Sandi e Villa Beghin”. Si apre con questo elenco il quarto capitolo del prezioso e purtroppo introvabile (non sarebbe il caso che l’Amministrazione provinciale che con la milanese Charta lo ha editato nel 1997, pensasse ad una ristampa?) libro-guida intitolato “Le ville nel paesaggio prealpino della Provincia di Belluno”, curato dallo storico Paolo Conte con testi di Simonetta Chiovaro. La quale spiega che questo itinerario si snoda attraverso alcuni punti significativi del comune di Santa Giustina, i cui nuclei abitativi sono situati prevalentemente su due livelli altimetrici a fondovalle e a mezzacosta, con questi ultimi che sono spesso gli insediamenti più antichi, sorti all’incrocio di assi viari principali o aggregati intorno a torri di avvistamento o piccoli fortilizi. La Chiovaro, parlando del piccolo comune di San Gregorio nelle Alpi, localizzato a 528 metri di altitudine alle falde meridionali del monte Pizzocco, sottolinea fra l’altro che è “indispensabile la visita all’importante ed antichissimo piccolo centro di Paderno, che oltre a costituire il punto strategico di cerniera tra i territori di Sospirolo (a nord) e Santa Giustina (a sud), conserva una delle ville più antiche e particolari della provincia”. Ed allora vediamole le ville di questo quarto itinerario (di dieci). VILLA ZUGNI, fine XVIII secolo: grande volume compatto ed isolato nel verde alberato del giardino; di grande rilievo architettonico e decorativo il motivo centrale col piano terra piuttosto elevato e le trifore con tre balconcini distinti per ogni finestra; due i grandi camini diversi fra loro. Lasciata Salmènega la strada porta al colle di Bivài cui sono legati i ricordi dell’antico castello, luogo di battaglia e di assedi come annotava Alpago Novello, e dei Teuponi “la fiera famiglia di guerrieri che lo possedevano”. E’ proprio sulla cima del colle che si staglia il complesso di VILLA AVOGADRO DEGLI AZZONI: XVII secolo, il cui corpo originario risale al Seicento. Nel XIX secolo tutta la villa venne ampliata e in parte trasformata. L’edificio principale è quello di est con addossato un corpo di fabbrica più basso; entrambi si affacciano su un giardino-terrazzo chiuso ad est da un piccolo corpo rustico collegato al padronale da un portale ad arco. La cappella è oggi divisa dal complesso dalla strada carrabile. Abbandonata Bivài si scende a Formegan passando accanto alla chiesa di San Rocco dietro la quale, nascosta da costruzioni recenti, sorge VILLA BIASUZZI, XVII-XVIII secolo: un “complesso di edifici sorti e affiancatisi nel corso di varie epoche, ora smembrato dalle trasformazioni del territorio e dell’abitato, operate in anni recenti”. Larga corte rustica all’interno della quale si affacciano vari edifici di aspetto differente che suggeriscono l’idea di come doveva strutturarsi il complesso nel periodo di massimo splendore. La parte più antica è quella interna alla corte. Il frontone è ancora delicatamente disegnato con la doppia dentellatura della cornice. Attraversata la strada provinciale si entra nell’abitato di Formegan caratterizzato da un intrico di stradine e complessi abitativi rurali quindi si apre una piazzetta da cui ammirare VILLA CASSOL, XVII secolo: piccolo esempio di villa “piccola” di impianto secentesco. L’autrice spiega che “dopo il recente restauro la facciata ha riacquistato la sua caratteristica immagine di architettura disegnata mediante la tecnica del graffito che si basa sulla sovrapposizione di un intonaco bianco su uno scuro che viene poi scoperto mediante incisione praticata con un punteruolo chiamato ‘sgraffio’”. Il motivo principale della facciata è quello tradizionale: doppio ordine di finestre accoppiate, sormontate da un timpano dalle proporzioni molto allungate. Al piano terra il portone d’ingresso finge uno slancio maggiore del reale grazie alla soprastante decorazione a stucco che riprende figurativamente i profili del timpano. Da notare che accanto all’occhio centrale del timpano vi sono particolari fori triangolari che fungevano da colombaie”. Dopo una passeggiata nel centro abitato di Fomegan o nelle piccole località contigue come Santa Margherita, si riprende la strada principale e si approdo a Santa Giustina e, deviando sulla sinistra si imbocca la strada per Ignàn cominciando a salire a mezzacosta. Per ammirare VILLA CONZ, XVIII secolo: “esempio molto significativo di interpretazione colta degli schemi tipici dell’architettura rurale della zona”. Al piano terra un portico con tre aperture e, sovrapposta, si apre una loggia a sette archi con colonnine a fusto cilindrico intonacate; la porzione di cornice della zona centrale della facciata sporge leggermente rispetto alle parti laterali. La Chiovaro non omette di dire che una seconda dimora padronale, oggi purtroppo molto deturpata dalla suddivisione immobiliare delle proprietà, è Villa Vieceli, che si può vedere alla fine di via Rumarna. Usciti dall’abitato di Meano al di là della provinciale “della valle del Mis” sorge la classica costruzione padronale con annessi rustici: VILLA MARESIO, XVII-XVIII secolo: volume molto compatto e alto, privo di sporgenze e anche del timpano. Nella parte inferiore risalta l’imponente portale a bugne al centro della facciata, alto quanto i due ordini di finestre laterali. La villa emerge oggi per la mole e per l’effetto cromatico creato dal recente intervento di restauro portato a termine dagli attuali proprietari. Sulla facciata verso il giardino è ancora visibile lo stemma della famiglia Maresio. Dalla villa si può notare un piccolo agglomerato di case che formano l’antico abitato di Dussano dove c’è VILLA NÒRCEN, XVIII-XIX secolo: nasce alla fine del Settecento inglobando e trasformando i precedenti edifici di carattere signorile ai margini dell’abitato. Il vasto complesso è costituito da una serie di corpi contigui e presenta una forma ad “L” con corpo centrale abbastanza piccolo a due piani. Nell’Ottocento la villa venne trasformata ed arricchita anche negli ambienti interni ed il proprietario, Antonio Maresio, chiese l’intervento dell’architetto Giuseppe Segusini per la sistemazione della grande sala al piano terra ed il pittore Pivetta di Ceneda per decorare il soffitto. Da segnalare il bel muro in pietra a forma ellittica che chiude il giardino oltre il quale si protende il viale centrale d’ingresso. Tornati al bivio d’ingresso di Dussano e seguendo le indicazioni si arriva a Paderno, l’antico Padernum, abitato già nel Mille, dove già esisteva un castello. Forse, la bella villa che sorge nella via dei Castelli: ingloba al suo interno qualche brano delle antiche mura fortificate. E così siamo giunti a VILLA SANDI, XVI secolo, ben visibile da qualunque direzione si provenga. Edifico singolare per la presenza delle due torri a punta quadrata che affiancano il corpo principale dando al complesso un’immagine di un piccolo castello. Elementi sicuramente secenteschi sono la fitta serie di mensoline che sorreggono il cornicione. Sempre nella piazzetta San Lucano si affaccia VILLA BEGHÌN, XVIII secolo; struttura singolare, costituita da un volume stretto ed alto che la fa somigliare ad palazzetto suburbano; portico, doppio ordine di logge sovrapposte e scala semiesterne: facciata completamente traforata da una serie di aperture; il timpano accoglie una sola apertura centrale incolonnata con i pilastri dei loggiati in corrispondenza del vuoto creato dal grande arco del pianterreno. In conclusione, la Chiovaro consiglia, avendo tempo, di: “concludere l’itinerario spingendosi fino al centro di San Gregorio nelle Alpi, piccolo ma caratteristico abitato di montagna, di origini molto antiche, caratterizzato da un bellissimo paesaggio naturale. La chiesa del paese, dedicata a San Gregorio, al suo interno conserva fra le altre opere una tela raffigurante la ‘Madonna con il Bambino, San Martino, San Gregorio e altri Santi’ attribuita ad Alessandro Bonvicino detto il Moretto da Brescia (1489-1555)”.
NELLE FOTO (Linkedin e riproduzioni dal libro: “Le ville nel paesaggio prealpino della Provincia di Belluno”): la curatrice del testo, Simonetta Chiovaro; fronte sud di Villa Zugni; il complesso di Villa Avogadro degli Azzoni; dalla corte interna i corpi settecentesco e secentesco di Villa Biasuzzi; facciata sulla piazzetta Dolomiti della Villa Cassòl; fase di restauro della facciata di Villa Conz; l’imponente facciata nord di Villa Maresio vista dalla strada provinciale; panoramica del complesso di Villa Nòrcen; la facciata principale, su piazza San Lucano della Villa Beghìn; la tela custodita nella chiesa di San Gregorio nelle Alpi, da ammirare a fine itinerario, della Madonna con Bambino e Santi.