Il pilota di Falcade decorato di medaglie d’oro e argento
il ricordo del pronipote di Falcade che porta lo stesso nome, Ferruccio Serafini
FALCADE Il 22 luglio del 1943, era di giovedì, cadeva sul cielo della Sardegna il falcadino Ferruccio Serafini, sergente pilota che è stato decorato di medaglia d’oro al valor militare, alla memoria. Lo ricorda fra gli altri il libro “Le medaglie d’oro bellunesi al valor militare” edito nel 1993 dalla Tipografia Tiziano di Pieve di Cadore, a cura dello storico cadorino Emanuele D’andrea. Quello che sarebbe divenuto un autentico asso dell’aviazione, Serafini appunto, era nato a Falcade provincia di Belluno, il 20 gennaio 1920 da Sebastiano e Maria Ganz. Terminati gli studi nelle scuole del paese, si era trasferito a Mestre, dove col padre lavorava nelle officine Breda e coltivava la passione per il volo. Conseguito il brevetto di pilota civile, si arruolava volontario nella Regia Aeronautica, ed il 5 giugno del 1940 meritava il brevetto di pilota militare nell’aeroporto di Rimini Miramare. Nell’ottobre dello stesso anno diventava sergente pilota. Il suo corpo privo di vita fu ritrovato insieme ai frammenti del suo velivolo non lontano dalle Saline di Macchiareddu, tra i territori comunali di Assemini, Capoterra e Uta. Venne inizialmente sepolto nel vicino cimitero di Capoterra, per essere successivamente traslato in quello di Falcade. Questa la motivazione della medaglia d’oro:”Ardito e valoroso pilota da caccia, giovane temperato nelle piu’ ardue battaglie aeree, era sempre luminoso esempio e sprone per coraggio, aggressività e decisione. Anelando il combattimento, si offriva volontario quando maggiore era il rischio e non desisteva dalla lotta se non dopo aver sparato l’ultima cartuccia, collaborando efficacemente alle piu’ brillanti vittorie del reparto e conseguendo magnifici risultati individuali. Nel corso di un accanito scontro con preponderanti formazioni nemiche, non pago del successo ottenuto con l’abbattimento di due incursori, uno sicuro e l’altro probabile, rimasto privo di munizionamento, si scagliava contro un terzo aereo avversario infrangendosi al suolo, in uno con esso, nell’ultimo supremo olocausto”. Il fatto che ha avuto per protagonista Serafini avvenne – come scrive D’Andrea – “mentre il fascismo istituzionale contava i suoi ultimi giorni; gli aerei anglo-americani sottoponevano a lunghi e continui bombardamenti le città italiane, specie al sud, particolarmente su Cagliari. Nei giorni 22 e 23 luglio, mentre il ‘Bollettino di guerra’ segnalava che ‘l’aviazione nemica perdeva 10 quadrimotori’ Serafini, a bordo di un Macchi 205, nel tentativo di neutralizzare uno di questi bombardamenti, affiancato da altro apparecchio italiano attaccava 40 aerei inglesi, trovandosi da solo contro tre caccia nemici. Dopo averne abbattuti due, rimasto senza munizioni, rifiutando di degnamente ritirarsi, si lanciava contro l’aereo nemico, precipitando insieme nei pressi di Elmas, a Macchiareddu”. Ferruccio Serafini ha ottenuto un’altra prestigiosa decorazione: la medaglia d’argento per attività sui cieli di Malta e della Tunisia nel periodo agosto-dicembre 1952. Questa la motivazione: “Giovane pilota da caccia, partecipava a numerose azioni di scorta a bombardieri dell’Asse su munitissima base aeronavale nemica e successivamente, da un campo oltremare insistentemente offeso dal nemico, e da altre rischiose missioni di guerra. In aspri combattimenti con la caccia nemica ne sventava l’insidia conseguendo personalmente e in collaborazione brillanti vittorie. in ogni circostanza dava prove esemplari di perizia, aggressività e valore”. Va infine detto che il 51.Stormo dell’aviazione militare di Istrana in provincia di Treviso è dedicato al suo nome. Falcade gli ha intitolato una via e Decimomannu, nel 2015, una piazza.
NELLE FOTO (dal libro di D’Andrea; sito castedduo, Wikipedia): l’asso dell’aviazione bellunese di Falcade, Ferruccio Serafini; la cerimonia a Decimomannu.