L’OPINIONE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la riflessione del comitato di Soverzene sul progetto di Terna Media Valle del Piave, il documento porta la firma di: Paolo Pesce ( comitato Ponte nelle Alpi), Luigi Fontana ( comitato Levego Andreane), Gianni Pastella ( comitato castionese), Carmen Crespo ( comitato Limana)
Leggiamo con stupore della nascita del primo comitato in Italia a sostegno di Terna e contro l’interramento delle linee. Lo invitiamo ad un incontro per confrontarci su quanto sostengono nel comunicato, ma non riusciamo a capire chi sono o chi ne siano i rappresentanti. Visto che ci accusano e ci chiedono a nome di chi parliamo, ricordiamo loro che noi abbiamo sempre messo la faccia in tutto quello che abbiamo detto e fatto. Come comitato Valbelluna abbiamo raccolto 2000 firme depositate al ministero dell’ambiente, altre 1500 sono state raccolte su Limana. Evidenziamo che il protocollo d’intesa del 2009 non ha alcun valore giuridico e può essere rivisto in ogni momento per il bene del territorio. La soluzione interramento lungo il canale dell’A 27 della linea Soverzene-Scorzè è stato concertato con i comitati e con i politici del Trevigiano, in testa Volpago del Montello e Scorzè, in quanto la razionalizzazione di Ponte nelle Alpi e Soverzene è tutt’altro che uno spostamento di 20 tralicci come cercano di far credere, ma un piano europeo di trasporto energetico che porterà conseguenze in mezzo Veneto. Questo comitato sta facendo lo stesso errore che avevamo fatto noi nel 2012, ma poi approfondendo la questione ci siamo riuniti anche per portare vantaggio a loro e non scontentare nessuno, evitando l’effetto Nimby ( non nel mio giardino).
Quindi, sicuri delle buone intenzioni dei cittadini di Soverzene, ci rendiamo disponibili perché non restino ancora per 20 anni sotto i tralicci.
*Con l’acronimo NIMBY (inglese per Not In My Back Yard, lett. “Non nel mio cortile sul retro”) si indica la protesta da parte di membri di una comunità locale contro la realizzazione di opere pubbliche con impatto rilevante in un territorio che viene da loro avvertito come strettamente personale come il cortile interno di casa, quello posto sul retro o all’interno dell’edificio, che rispetto al giardino davanti alla facciata garantisce più privacy e spesso è totalmente inaccessibile agli estranei, ma che non si opporrebbero alla realizzazione di tali opere se in un altro luogo per loro meno importante.