OGGI SUL CORRIERE DELLE ALPI
di GIGI SOSSO
REDAZIONE Oggi il quotidiano bellunese riprende l’argomento già anticipato ieri, un padre portato in Tribunale dalla figlia con accuse infamanti, condannato a 9 anni in primo grado, assolto in appello a Venezia.
BELLUNO. Il padre agordino, che rischiava nove anni di prigione per violenze sessuali su una figlia adottiva, è tornato in vita. Tra il processo con la condanna e l’appello con l’assoluzione è passata un’eternità di sofferenza. Prima additato in paese come un orco, per non parlare di quello che gli sarebbe successo in carcere, secondo l’implacabile codice dei detenuti. Poi la fine dell’incubo, con una chiamata del nuovo avvocato difensore Cesare Stradaioli. Quando la sua esistenza è finita nel frullatore, la sua dignità di uomo e papà si è lamentata, come se fosse stata ferita: «Mi sono certamente sentito ferito nella mia dignità personale, perché ero estraneo alle accuse. Allo stesso tempo, ho provato una grande amarezza, perché temevo che in questa vicenda ci andassero di mezzo le mie figlie adottive». Una delle quali l’aveva accusato di uno dei reati più infamanti, salvo poi ritrattare in aula e non essere creduta. “Non avrei potuto affrontare questa tremenda esperienza senza l’appoggio di mia moglie”…
**