Edoardo Comiotto, appassionato di cultura e storia, non soltanto locale, ha curato sul finire del 1994 con Rebellato editore di San Donà di Piave (composizione Compset di Portogruaro, stampa Gi Bi. di Campodarsego; disegno di copertina di Maurizio Pierobon, immaini di Dario Tonet) l’opuscolo, 32 pagine in tutto, “Trichiana da scoprire” per conto della Pro Loco e del Comune della Sinistra Piave Bellunese, ora Borgo Valbelluna, col patrocinio di: Provincia di Belluno, Azienda di promozione turistica Belluno-Feltre-Alpago e Consorzio Pro loco Sinistra Piave, e la contribuzione di Ceramica Dolomite e Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno ed Ancona. Nella presentazione, la presidentessa della Pro loco, Gabriella De Lion sottolineava che “A distanza di due anni la Pro Loco Trichiana ripropone in maniera inedita ed accattivante la storia del nostro territorio attraverso la sensibilità e la fantasia di Edoardo Comiotto e l’attenta e valida fotografia di Dario Tonet” e ricordava che: “La recente, interessantissima scoperta di una ‘Chiave votiva’ del 7. Secolo a.C. se da un lato apre nuove strade da percorrere per comprendere il nostro passato, ed auspichiamo che su questo fronte ci siano ulteriori indagini e ricerche, dall’altro stimola residenti e turisti ad apprezzare maggiormente le nostre splendide zone”. Dato che: “La memoria storica’ è un bene che deve essere valorizzato e proposto soprattutto alle nuove generazioni, perché guardando il passato possano costruire il futuro”. Dunque la pubblicazione – concludeva De Lion – vuole essere stimolo per approfondimenti e compagna di viaggio per quanti si troveranno ospiti di Trichiana. Una Trichiana, per molti aspetti, ancora da scoprire”. Il lavoro di Comiotto si apre col capitolo intitolato Trichiana, dove si evidenzia che l’armoniosa integrazione nel territorio fra attività produttive e natura presenta uno scenario ambientale particolarmente gradevole. A fianco della vivace attività artigianale spicca il complesso internazionale della Ceramica Dolomite e si notano altre imprese importanti che danno occupazione anche a cittadini di comuni limitrofi. Attività che si integrano armonicamente con l’agricoltura praticata diligentemente così da tutelare l’ambiente e fornire prodotti tipici lattiero-caseari attraverso le cooperative di Sant’Antonio e Frontin. Clima e paesaggio si addicono ad una villeggiatura d’ogni età ed il paesaggio offre unicità come i “Brent de l’Art”: gli orridi scavati dall’acqua con le stratificazioni delle rocce. Il capitolo più corposo è intitolato “Il lungo cammino” e ripercorre la storia ricordando che “La Valbelluna si costituì in ere remotissime attraverso i corrugamenti degli strati rocciosi che dettero origine all’arco alpino e alle Prealpi”. Richiama quindi il ritrovamento in una collinetta trichianese, ad opera di Paolo Viel e Carlo Mondini dell’Associazione amici del Museo di Belluno, di una chiave votiva in bronzo, di 70 centimetri, di presunta cultura halstattiana, di notevole interesse con un’asta piegata e sopra il cannello un cavallino, “ornamento ricorrente nella cultura paleoveneta”. Immancabile il cenno alla penetrazione romana, ricordando fra l’altro che nell’atrio del Municipio troneggia uno dei maggiori reperti del tempo: l’urna cineraria in pietra viva di Caio Durenio Secondo, risalente al primo secolo dopo Cristo. Segue un riferimento ai secoli successivi, contrassegnati dalle lotte cruente che insanguinarono l’area mirando al controllo dei passi e al dominio della Valbelluna coinvolgendo i vescovi di Belluno, Ceneda e Feltre ed i vari feudatari. Poi il richiamo ai secoli di sudditanza alla Repubblica di Venezia che si contrappongono al periodo precedente per la pace instaurata dalla Serenissima. Il 1797 segnò la fine di quell’epoca e lasciò il posto alle milizie rivoluzionarie francesi che per le loro angherie e violenze fecero accogliere con sollievo l’arrivo degli austriaci. Nel 1805 nacque il Regno d’Italia cui fece seguito 10 anni dopo – congresso di Vienna – la nascita del Regno Lombardo Veneto. Edoardo Comiotto giunge alla Grande Guerra ricordando che il conflitto 1915-18 comportò per Trichiana un notevole contributo di sangue ma… il Genio militare austriaco per esigenze belliche in poco più di sei mesi giunse alla realizzazione “di quel capolavoro d’ingegneria rappresentante passo San Boldo posto fra Trichiana e Cison di Valmarino, uno dei cardini del sistema viario”. E conclude: “Molto ci sarebbe da dire: l’evoluzione di Trichiana fra le due guerre, gli anni del secondo conflitto mondiale, lo sviluppo socio-economico dal ’45 ad oggi” ma: “Chiudiamo qui questo profilo storico del comune quasi a dividerne il secolare cammino in due parti: l’antico, chiusosi con la Grande Guerra ed il moderno, iniziatosi alla sua conclusione”. NELLE FOTO (Dario Tonet e Facebook): la copertina dell’opuscolo; Edoardo Comiotto; scorcio di Trichiana; i Brent de l’Art; l’urna cineraria nell’atrio del Municipio; villa Agosti ora casa di riposo; arte nella chiesa di San Tiziano a Frontin; il San Boldo com’era.