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BELLUNO «C’è un turismo legato alla cultura, ai piccoli scrigni di storia e d’arte che sono le nostre chiese. E sempre più persone ricercano questi luoghi come valore aggiunto all’interno della vacanza o di un semplice giro in montagna. Per noi rappresentano un’offerta in più nella promozione delle Dolomiti bellunesi, uno strumento concreto che ci aiuta a destagionalizzare e quindi tanto di cappello a chi riesce a tenere aperte le chiesette e valorizzarle». Lo dice la consigliera provinciale delegata al turismo, Vanessa De Francesch, che nelle settimane di agosto ha girato tra le località bellunesi per toccare con mano il lavoro di promozione del territorio svolto dai consorzi e ha potuto verificare anche i grandi flussi di turisti, tra cui molti stranieri. A Vallada Agordina, in particolare, ha visto e apprezzato il progetto di valorizzazione delle chiese portato avanti da Comune e parrocchia, con il coinvolgimento dei giovani del territorio. Quattro ragazzi tra i 14 e i 16 anni (Oscar Ganz, Martino Tura, Viola De Toni e Giada Tonan) si sono alternati per tutta l’estate nel tenere aperte le chiese di San Simon ad Andrich e San Rocco a Celat, e raccontarle con entusiasmo ai visitatori. «Prima dell’estate hanno frequentato un piccolo corso di formazione, per poter illustrare ai turisti le ricchezze di queste due chiese» spiega il sindaco di Vallada, Fabio Luchetta. «A San Simon c’è un importantissimo ciclo pittorico di Paris Bordon, con un’ultima cena che richiama quella celeberrima di Leonardo. La chiesa è stata visitata anche da Sgarbi qualche anno fa. E la valorizzazione che ne hanno dato i nostri ragazzi è spettacolare. Senza di loro sarebbe stato impossibile tenerla aperta – come la chiesa di Celat – per tutto luglio e tutto agosto». «Un bellissimo servizio, che dà la possibilità ai turisti ma anche ai bellunesi di scoprire i tesori conservati nel nostro territorio» il commento della consigliera provinciale delegata al turismo, De Francesch. «Si tratta di un’operazione di orgoglio territoriale, che valorizza non solo l’offerta culturale ma anche i nostri giovani. Il turismo ha bisogno di questi servizi. E proprio il turismo culturale è fondamentale per ampliare il ventaglio di proposte del territorio e contribuire alla destagionalizzazione. In un’epoca in cui si parla di overtourism, poter differenziare i flussi e dare ai visitatori una chiave culturale della destinazione turistica è sicuramente uno strumento importante».
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