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BELLUNO M.C., cinquantenne residente nel Padovano, che invadendo la corsia opposta alla guida della sua auto uccise il motociclista Nicola Valmassoni, ventinovenne cadorino, ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa. Durante l’udienza celebratasi questa mattina presso il Tribunale di Belluno, il giudice ha infatti accolto la richiesta di patteggiamento presentata dall’imputato e deciso per la pena accessoria della sospensione della patente di guida per un anno. I familiari del ragazzo si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella gestione di incidenti stradali mortali con sede anche a Belluno che, tramite i propri legali fiduciari, sta avviando una causa civile per ottenere il giusto risarcimento del danno. L’incidente risale al 17 luglio 2022. Sono circa le 6.20 del mattino e M.C. sta guidando la sua Skoda Octavia lungo l’Alemagna, con direzione di marcia da Cortina d’Ampezzo a Longarone, quando uscendo dalla galleria “Termine” perde il controllo del mezzo scontrandosi con il motociclista.Nelle immagini catturate delle telecamere di video-sorveglianza di Anas, poste all’imbocco della galleria, si vede chiaramente la Skoda invadere la corsia di sinistra e scontrarsi con una moto in arrivo dalla direzione opposta. La moto è la Ducati “Moster” di Nicola Valmassoni che, superata una curva, si trova davanti l’auto e non riesce ad evitare l’impatto. Il ragazzo cade dalla moto e colpisce diverse volte il guard-rail riportando delle ferite che purtroppo non gli lasciarono scampo.
“Le telecamere sono state fondamentali per attribuire le responsabilità del sinistro – spiega Gennaro Pisacane, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni a Belluno – Gli inquirenti le hanno visionate fotogramma per fotogramma e hanno potuto accertare, contrariamente a quanto emerso nell’immediatezza dei fatti, che Nicola non ebbe alcuna responsabilità nel verificarsi del sinistro. Oltre a questo – prosegue Pisacane – La consulenza tecnica dell’ingegner Andrea Calzavara, professionista incaricato dal P.M. per fare luce sulla dinamica dell’incidente, evidenzia che l’automobilista guidava ad almeno 90 chilometri in un tratto di strada dove il limite consentito è 70 km/h. Sottolinea, inoltre, l’assenza di qualsiasi tentativo di frenata o di correzione della traiettoria da parte dello stesso, se non ad impatto avvenuto”. “Come può una pena così irrisoria ripagare la vita di un ragazzo di soli 29 anni? Oramai il nostro Nicola non ce lo darà indietro nessuno, ma per chi uccide al volante, anche se per disattenzione, ci vorrebbero provvedimenti più severi – commenta, a nome dei familiari, il fratello Samuele Valmassoni – La cosa che ci ha anche tanto addolorato è vedere, inizialmente, puntare il dito contro Nicola che non è mai stato spericolato in moto, vedergli attribuire, “dalle voci”, una responsabilità che in realtà non aveva. Quando succedono incidenti stradali così gravi le famiglie sono già fortemente provate da quanto accaduto e quelle voci, poi smentite dai fatti, sono state per noi un ulteriore macigno da portare.”