di Mirko Mezzacasa
AGORDO Il sindaco Roberto Chissalè ha chiamato a raccolta la Giunta ed ha aperto le porte del Municipio al Luogotenente Antonio D’Alcamo, per tributargli il grazie dopo tanti anni di impegno alla guida dalla caserma dei Carabinieri di via Lungo Rova. Il luogotenente, ma per tutti il “maresciallo” lo scorso 18 luglio ha infatti lasciato il capoluogo di vallata per tornare nella sua Palermo dove tra poco più di un anno continuerà a vivere, ma senza divisa per aver raggiunto l’età della pensione, l’ultimo periodo della sua carriera lo trascorrerà in servizio presso il Tribunale di Palermo. D’Alcamo lascia un’impronta importante ad Agordo, dove si è impegnato negli ultimi 14 anni, dal 2006. Precedentemente a Livinallongo del Col di Lana nella caserma di Arabba dove nel 2001) era arrivato come Maresciallo Capo. Ha quindi seguito le vicende di una vallata per quasi 20 anni, conoscendo momenti difficili. In territorio Fodom negli anni delle grandi valanghe, delle strade chiuse e relativi problemi connessi. Due anni fa nel pieno della tempesta Vaia che ha messo a dura prova anche tutti gli uomini dell’Arma, prima del congedo da via Lungo Rova anche i giorni della pandemia. D’Alcamo lascia negli agordini un bel ricordo, il classico maresciallo di paese, sempre disponibile, capace di mediare anche le situazioni più difficili e che ha sempre ripetuto di aver amato un territorio dolomitico pur molto diverso dal suo mare, fatto di gente laboriosa, per dirla con parole sue “belllissima gente cordiale e disponibile”. Sposato con Eugenia ha “dato” allo Stato anche un figlio, Salvo oggi ad Aosta nell’Esercito con tanto orgoglio Alpino. La figlia Vanessa continuerà invece a vivere tra le Dolomiti dove ha trovato casa e lavoro. Il grazie della gente al Luogotenente Antonio D’Alcamo lo ha già espresso il sindaco a nome di una comunità che ora attende di conoscere il suo successore, augurando nel frattempo buon lavoro al Mareciallo Sara Amato, temporaneamente al comando, la prima donna a capo della caserma di Agordo e di un gruppo di uomini che D’Alcamo ha definito “colleghi formidabili e indimenticabili”.