Tra gli oggetti cari alla mia scomparsa suocera Stella De Francesch, di Col di Cugnan di Ponte nelle Alpi, vi è un quadernetto edito oltre mezzo secolo fa, dedicato a monsignor Giacomo Viezzer (commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana; tra i fondatori del Comitato d’azione del Cln che operò nel Bellunese; al suo nome il Comune di Ponte nelle Alpi ha intitolato una piazza sotto la chiesa arcipretale) in occasione dei venticinque anni di arcipretura. La pubblicazione si apre con un testo del cardinale Cicognani in cui cita l’”augusta benedizione estensibile ai fedeli” che fu impartita da Papa Paolo VI “mentre invoca dal cielo nuove elette grazie”. C’è quindi il messaggio che l’allora vescovo di Feltre e Belluno, Gioacchino Muccin, inviò a Viezzer il 12 gennaio 1966. Il presule affermava che “I 25 anni di arcipretura a Cadola di mons. Giacomo Viezzer (nato al Peron di Sedico il 27 ottobre 1908 e mancato a Belluno il 16 aprile 1997 – ndr.) “mi offrono la bella occasione di rivolgergli una parola gratulatoria e augurale, di assicurarlo delle mie umili preghiere al Signore per lui e per i parrocchiani e di rinnovargli la pastorale benedizione, auspicio e pegno dei celesti favori”. Sottolineava quindi come “tra le cose notabili di questo venticinquennio di azione pastorale a Cadola vanno ricordate le tre nuove parrocchie, smembrate dal vasto territorio dell’unica antica parrocchia. Egli ne ha visto la necessità e ne ha favorito l’erezione”. E proseguiva: “Ora il monumentale tempio del Segusini, dallo sperone di roccia proteso sul Piave erge alta la fronte su un panorama che serbando la intatta bellezza di sempre, si allieta di nuovi templi che vanno sorgendo nei paesi che un tempo gli appartenevano: quello di Polpet già portato a copertura e quello prossimo a sorgere di Col di Cugnan. Il sacrificio è stato fecondo, il trapianto felice, i villaggi discosti ora fruiscono di un cuore pulsante di vita religiosa posta al centro delle abitazioni. Grande ne è il frutto e pari il merito”. Il vescobo Muccin aveva aggiunto: “A questo si aggiungono provvidenziali insediamenti nella zona di industrie e di fonti di lavoro che frenando il flusso migratorio sono la promessa di più felice avvenire alle popolazioni. Sono visibili i segni di una consolante rinascita in ogni settore della vita”. Un affettuoso, lungo ricordo anche da parte di don Giuseppe Da Corte: “… Mi pare ieri, il lontano primo febbraio 1941 quando celebrata a Sagrogna la festa di Santa Brigida, nel pomeriggio andai a Cadola ad immettere don Giacomo Viezzer nel possesso canonico di quella vastissima e disagiatissima parrocchia. Cerimonia più che modesta, quasi privata perché presenti erano il sindaco, il segretario e pochissime altre persone. Si era poi in tempo di guerra… Quando nel 1958 don Giacomo fu creato monsignore ebbi occasione di accennare al suo stato di servizio nei primi 18 anni della parrocchiatura… Non resta che ringraziare assieme al carissimo arciprete, il Signore per tutte le grazie che ha elargito al suo servo fedele perché potesse con solerzia e generosità esercitare il sacro ministero… e augurare che egli possa continuare nella sua santa opera per tanti e tanti anni ancora…”. Seguono i capitoli su “L’amore e la riconoscenza dei suoi sacerdoti a monsignor Giacomo Viezzer, padre e maestro di vocazioni sacerdotali”, siglato d G.P. , “L’ansia pastorale di mons. Giacomo Viezzer nella formazione delle parrocchie”, siglato d A.M., “L’arciprete e l’Azione cattolica” di Antonio Orzes, “L’emigrazione”, di un ex emigrante; “Il mio primo incontro con don Giacomo” di Giuseppe Mares; “Difficili giornate di guerra” di don M. Sorio; la lirica “Il Prete della Pieve” di M.F.; “Bambini: sua gioia sua speranza” e “Il parroco questo sconosciuto”.
NELLE FOTO (riproduzione dalla pubblicazione per il venticinquesimo di sacerdozio di Giacomo Viezzer): il giorno dell’immissione di Viezzer a Cadola dove fu parroco dal 1941 al 1978; il gruppo dei “suoi sacerdoti”; in festa con gli emigranti; a Roma con gli esponenti dell’Azione cattolica nel luglio 1936 per il decennale della fondazione Fanciulli di Azione cattolica; nella chiesa di Santa Maria Assunta a Cadola; il quadro di Arcangelo Maraga “Composizione con strumenti musicali” dedicato a “uno dei principali organizzatori del Comitato d’azione del Cln operativo sul territorio bellunese”