Alla Parrocchia bellunese di Sargnano fanno capo oltre alla parrocchiale di San Pietro apostolo, della stessa località, la chiesa di Santa Maria (o della Beata Vergine Annunziata, a nord della parrocchiale),San Daniele o San Liberale della località Pedeserva, Santa Chiara di Safforze, Santa Lucia, ancora a Safforze, della Beata Vergine dei Caduti a La Rossa, San Pietro Apostolo della località San Pietro in Campo, e san Michele Arcangelo, della frazione Fiammoi. Proprio in quest’ultima ci siamo imbattuti in occasione di una recentissima passeggiata ed è stato bello scoprire – come pregevolmente documenta il libro “Belluno. Uno sguardo su centoquindici chiese” curato da Vincenzo Caputo e per la parte architettonica da Roberto Reolon (edito dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal prof. don Sergio Sacco) – che la chiesetta, eretta tra alcune case del paese, risale a fine ‘500-inizi ‘600. Viene precisato da Caputo che l’edificio sacro “è dotato di altare ligneo del secolo XVII con pala dello stesso periodo raffigurante la Vergine con Bimbo e Santi, di pittore ignoto; alla base delle colonne,dipinti raffiguranti delle Sante. Sempre di ignoto, sulla parete di sinistra del presbiterio un dipinto della Vergine con Bimbo e Santi e quello con Vergine e bimbo, realizzato verosimilmente nel secolo XVII”. Ancora: sulle pareti laterali dell’aula, in coppia sono appesi quattro dipinti di artista non conosciuto (tardo secolo XVII) con raffigurazione dei santi Giacomo Maggiore, Filippo, Tommaso e Paolo. Per quanto concerne l’aspetto architettonico, Reolon scrive: “Piccola chiesetta frazionale inserita tra gli edifici del centro storico, quasi soffocata, ma visibile sia per la lineare forma rettangolare abbastanza elevata, sia per il grazioso campanile, anche se poco sporgente dal tetto. La facciata principale, orientata ad ovest, è composta dall’ingresso principale con stipiti e cornicione in pietra, dalla soprastante lunetta finestrata e dal timpano racchiuso da una cornice bombata. La pianta semplice ad unica ala è chiusa ad oriente dall’abside quadra con volta a crociera e tetto a padiglione in coppi tradizionali in cotto”. Qualche elemento su Fiammoi lo offre anche il sito Infodolomiti della Provincia di Belluno che scrive: “… procedendo in direzione Ponte nelle Alpi, al centro del piccolo borgo di Fiammoi, sorge la chiesetta di San Michele arcangelo la cui fondazione sembra risalire alla fine del Quattrocento. La semplice facciata presenta un portale in pietra con gli scudi riuniti delle due nobili famiglie Barpo e Fulcis. Alcune tele decorano le pareti tra cui un dipinto con la Madonna del Rosario, i santi Domenico, Caterina, Augusta, a destra dell’altare, tipico lavoro del seicentesco Francesco Frigimelica il Vecchio”. Nell’iconografia cristiana – ricorda la libera enciclopedia Wikipedia – l’immagine di Michele arcangelo dipende dai passi dell’Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. È il comandante dell’esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime, particolare che deriva dalla tradizione islamica (a sua volta derivante dalla mitologia egizia e persiana), ma che non ha nessun fondamento nelle scritture cristiane o nella tradizione cristiana precedente, come dimostra M. Asìn Palacios ne “L’escatologia islamica nella Divina Commedia”.
NELLE FOTO (Riproduzione dal libro di Vincenza Caputo; Renato Bona, Wikipedia): la chiesetta di Fiammoi in uno scatto datato ed uno recente; statua in bronzo di San Michele Arcangelo nei Giardini Vaticani, opera di Giuseppe Antonio Lomuscio.