DI RENATO BONA
BELLUNO Il comitato “Belluno Comunità che educa” (Paola Barattin, Brunella Bortoluzzi, Bruno Bratti, Franco Chemello, Francesca Curti, Federica De Carli, Anna Della Lucia, M. Cristina Giaffredo, Antonella Gris, Andrea Mario, Loriana Pison, don Alex Vascellari) cui aderiscono: Ufficio diocesano di Pastorale dell’educazione e della scuola della Diocesi di Belluno-Feltre (presidente don Graziano Dalla Caneva, vice presidente don Alex Vascellari, segretario Manuel Savi); Miur, Ufficio IV Belluno – Area Inclusione; Associazione Bucaneve Onlus; Cooperativa Samarcanda; Cooperativa San Giorgio e Scout Fse; Insieme si può Ong; Scout Agesci – Gruppo Belluno 3; Scuole in rete per un mondo di Solidarietà e di pace e Associazione Amici delle scuole in rete, si è interrogato in questi mesi di pandemia “sulle sfide educative, sociali e ambientali presenti nel tempo che stiamo vivendo”. Sul sito “chiesabellunofeltre” spiega che: “In prima istanza, alla luce dell’esperienza di Dad (Didattica a distanza) vissuta da insegnanti,alunni, famiglie, abbiamo riflettuto sul compito della scuola andando alla ricerca di quei valori sentiti come fondamentali cui potersi riferire in questa situazione di continua novità e incertezza, in qualsiasi modalità didattica ci si trovi a realizzare la scuola (in presenza, a distanza, in modalità integrata eccetera)”. Un approfondimento sulla scuola – si legge ancora – che è stato guidato dalla consapevolezza che essa rappresenta un luogo cruciale della vita e della crescita della persona e della società: ma anche dalla consapevolezza che nei momenti di crisi può essere forte la tentazione di delegarle il compito educativo e formativo, mentre è di tutti la responsabilità di sostenere la scuola, perché la scuola è di tutti”. Una puntualizzazione: “ In questo percorso abbiamo sentito il bisogno di farci guidare dal Maestro che ha ispirato la nascita stessa del Comitato, andando ad attingere alle riflessioni di Lorenzo Milani sulla propria esperienza di scuola, nel testo ‘Esperienze Pastorali’. Inoltre ci si è voluti mettere in ascolto di quanto espresso dai circa duemila giovani di Belluno che la scorsa primavera hanno risposto al questionario, realizzato dalla Consulta provinciale studentesca, relativo al benessere degli studenti, alla scuola e alla società che vorrebbero”. Di più: “La riflessione del nostro Comitato si è così estesa dalla scuola alla stessa vita, alle relazioni, quello che più si desidera per i nostri ragazzi e il mondo”. Con queste premesse, annuncia: “Ne è nata una carta che speriamo possa essere punto di partenza per un confronto su valori, visioni, esperienze e pratiche scolastiche diverse. Un primo passo di percorso concreto di condivisione, che aiuti a riscoprirci e rafforzarci come comunità, condizione che appare sempre più indispensabile per essere in grado di rispondere alle sfide educative, sociali e ambientali del nostro tempo”. Ecco, qui di seguito, dalla libera enciclopedia Wikipedia, un sintetico profilo di don Milani, nome completo: Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, nato a Firenze il 27 maggio 1923 da Albano Milani Comparetti e da Alice Weiss, e mancato nella stessa città il 26 giugno 1967 a causa di un linfoma di Hodgkin (negli ultimi mesi della malattia volle stare vicino ai suoi ragazzi perché, come sosteneva, imparassero che cosa sia la morte; tuttavia nei suoi ultimi giorni di vita fu riportato a Firenze per morire nella casa della madre). Presbitero, scrittore, docente ed educatore cattolico: la sua figura di prete è legata all’esperienza didattica rivolta ai bambini poveri nella disagiata ed isolata Scuola di Barbiana, nella canonica della chiesa di Sant’Andrea. I suoi scritti innescarono aspre polemiche, coinvolgendo la Chiesa, gli intellettuali, i politici dell’epoca; Milani fu sostenitore dell’obiezione di coscienza opposta al servizio militare maschile (all’epoca obbligatorio in Italia); per tale motivo fu processato – e poi assolto – per apologia di reato. Il suo libro Esperienze Pastorali, inizialmente dotato dell’imprimatur ecclesiastico, fu oggetto di un decreto del Sant’Ufficio del 1958 contenente la proibizione di stampa e di diffusione e solo nel 2014, dopo 56 anni,la ristampa non ha più avuto proibizione da parte della Chiesa In conclusione precisiamo che chi volesse rimanere aggiornato sulle proposte di “Belluno Comunità che educa” può scrivere a: [email protected] e seguirne le iniziative su: pagina @bellunoeduca Biblioteca Wallet: https://wakelet.com/i/invite?code=361f7a9.
NELLE FOTO (sitochiesabellunofeltre; libera enciclopedia Wikipedia; Qui Firenze; La Stampa): il logo di “Belluno città che educa”; prima pagina di “Carta per la Scuola”; don Lorenzo Milani; in compagnia dei “suoi ragazzi”; la tomba a Barbiana; il vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni ad un incontro promosso dall’Ufficio diocesano di pastorale dell’educazione e della scuola.UNA “CARTA” DI BELLUNO COMUNITÀ CHE EDUCA SULLE SFIDE EDUCATIVE, SOCIALI ED AMBIENTALI