di RENATO BONA
Con il contributo della Regione Veneto, nel 2002 quando si celebrava l’“Anno internazionale delle montagne”, l’Amministrazione provinciale di Belluno con l’assessorato alla Cultura dava alle stampe (Tipografia Piave) il libro di Giuliano Dal Mas (bellunese classe 1945, laurea in scienze politiche, cultore di giornalismo, cultura e storia locale, poesia, arte, musica classica, montagna e fotografia, autore di numerose pubblicazioni): “Una comunità e le sue bandiere. Una realtà di confine: Caprile”, con prefazioni del presidente della Provincia, Oscar De Bona; degli assessori alla cultura, Flavia Colle, e al turismo Massimiliano Pachner; di Floriano Pra, assessore alle politiche del turismo e della montagna della Regione Veneto; del sindaco di Alleghe, Claudio Franceschini, e di padre Pietro Viscolani, parroco di Caprile. Il volume si articola nei seguenti capitoli: “Introduzione alle bandiere”; “Le bandiere di Caprile. Tre manufatti restaurati per la storia della comunità” (di Giuliana Ericani); “La storia antica di Caprile e il dominio veneziano”; “Il secolo XIX”; “Il Risorgimento nell’Agordino”; “I primi alberghi”; “Il dramma delle alluvioni ricorrenti e l’incendio del 1895”; “La Grande Guerra”; “Il Dopoguerra”; “La seconda guerra mondiale”; “Il secondo Dopoguerra”; “Il paese”; “La chiesa di San Bartolomeo”. De Bona, Colle e Pachner, espressi stima e gratitudine a Giuliano Dal Mas per l’importante pubblicazione, rimarcavano fra l’altro come “Rimasta legata alla Serenissima, ultimo lembo di venezianità, spesso dimenticata, rassegnata alla sua solitudine, Caprile si è dovuta abituare a fare da sola, come ci insegna più volte la storia che si ripete anche in tempi non lontani: il piccolo villaggio è stato colpito da diverse sciagure quali ‘brentane’ ed incendi, ma la popolazione è sempre stata in grado di risollevarsi dopo ogni caduta. Con la fine della Serenissina, Caprile cessa quasi subito di essere Comune, ma successivamente trova una propria diversa dimensione acquisendo una rinnovata importanza quale centro turistico legato alle vicende dell’esplorazione alpinistica delle montagne che la circondano, in particolare dell’imponente Marmolada”. Aggiungevano che: “Il volume prende forma intorno alle gloriose bandiere che la comunità caprilese ha saputo gelosamente conservare, alla storia della Repubblica di Venezia, del Risorgimento d’Italia e dell’ultima guerra mondiale e all’antico splendore dell’organo della chiesa di San Bartolomeo…”. Floriano Pra: “Io amo senza riserve e senza limiti la terra dove sono nato e dove vivo.. Amo la sua gente, le case, i prati, la storia e la cultura di un piccolo grande Paese che può andare orgoglioso di ciò che fu, di ciò che è stato, di ciò che oggi è. Per questo ogni volta che incontro opere che qualificano e nobilitano la storia della nostra Caprile, non posso fare a meno di provare qualcosa di molto speciale: un misto di orgoglio ed entusiasmo, una particolarissima emozione” anche per questo il libro di Dal Mas “costituisce di fatto un viaggio documentato attraverso la storia, l’arte, la cultura, le curiosità: partendo dalla vicenda di tre storiche bandiere il lettore può davvero conoscere a fondo Caprile, dalla sua storia antica e il dominio veneziano al risorgimento; dall’inizio della crescita economica con i primi alberghi ai drammi delle alluvioni e delle due guerre; sino a scoprire nei minimi particolari la chiesa di San Bartolomeo e il suo vecchissimo organo”. E concludeva: “Mi compiaccio anche per la scelta di far uscire questa nuova opera in occasione dell’edizione 2002 del Pelmo d’oro”. E proprio al premio “Pelmo d’oro” aveva fatto riferimento anche il sindaco di Alleghe, Claudio Franceschini, ricordando che “L’inaugurazione della palestra annessa alla scuola media, un vero a proprio palazzetto dello sport, diventa occasione per presentare per la prima volta in pubblico tre storiche bandiere (oggetto anche di un apposito convegno organizzato dal Comune e dalla Regione – ndr.) della comunità caprilese dopo il loro restauro”. A sua volta il parroco Viscolani scriveva: “La presente pubblicazione è segno di gratitudine per quanti, nei secoli e con sacrifici notevoli hanno realizzato ciò che noi ora ammiriamo. I recenti restauri hanno ricondotto al primitivo splendore la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo apostolo di Caprile. L’eredità di fede trasmessa dai nostri padri, solleciti ciascuno di noi non solo a conservare le ‘pietre’ ma ad essere ‘pietre vive’ che amano la loro Chiesa. Le armonie che sprigionano dall’organo secentesco restaurato dalla ditta Ruffatti grazie al sostanziale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, elevino il nostro spirito nella lode al buon Dio che si serve degli uomini per fare cose meravigliose”. Infine l’autore del libro spiegava che “… Le tre bandiere (alle quali va peraltro aggiunta una quarta in restauro) rappresentano vari momenti di storia di questo paese. Caprile fu veneziana dal 1420 al 1797; attraverso i fratelli Pezzè prese parte attiva alla storia del Risorgimento italiano; nel 1945 visse il dramma dell’epilogo della seconda guerra mondiale”. E poi la chiesa parrocchiale e le opere d’arte in essa conservate, cui Dal Mas ha dedicato ampio spazio, fra l’altro dicendosi “convinto, relativamente all’affresco collocato sul soffitto sopra il coro raffigurante la scena del ‘Sacrificio di Isacco’come possa non esservi estranea la mano di Valentino Rovisi, allievo e collaboratore di G.B. Tiepolo, mentre confermo il gusto popolareggiante degli altri dipinti del soffitto, modesto lavoro, forse di qualche pittore cresciuto alla sua bottega. I quadri ad olio degli altari della chiesa che su supponeva eseguiti al tempo del Rovisi, quasi certamente sono stati realizzati in tempi successivi da un artista che comunque conosceva ed apprezzava l’arte del maestro moenese”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Una comunità e le sue bandiere con immagini fornite da: Archivio comune di Alleghe; Libreria Campedel; Techne Mnemos, Archivio di Stato di Venezia, G. Pezzé, A. Simoni, Soia): copertina del volume con elaborazione di fotografie presenti nel libro; l’autore Giuliano Dal Mas; la chiesa di Caprile; bandiera col leone di San Marco prima e dopo il restauro; la bandiera italiana dei moti del 1848 prima e dopo il restauro; la bandiera bianca utilizzata durante la resa dei tedeschi in fuga alle unità partigiane, prima e dopo il restauro; Caprile con la chiesa e, al centro, un “altoforno” con ruota a movimento idraulico; la colonna di San Marco alla fine dell’800; Giovanni Battista Pezzé; Antonio Pezzè; Giovanna Pezze; l’incendio del 1895; la strada delle Dolomiti; gente di Caprile posa col vescovo Girolamo Bortignon; Caprile con l’acqua.