di RENATO BONA
Il lavoro di ricerca sul campo ha richiesto molto tempo, sia nella raccolta del materiale fotografico, ma soprattutto nella raccolta delle informazioni che vanno ad accompagnare le immagini: datazioni storiche, nomi, cognomi e soprannomi di casato. Tale lavoro non è stato semplice e spesso ci si è affidati alla memoria orale, ai ricordi dei diretti protagonisti o dei loro familiari… “. Così, a firma di Giuliano Laveder, Rita Motters, Emilia Sommariva e Caterina Tazzer, si legge nell’introduzione di “Una finestra su Riva”, il libro dato alle stampe (tipografia Castaldi di Feltre) nell’ottobre 2013 dal Club Unesco Agordino col patrocinio di Ficlu che è la Federazione italiana dei club Unesco. Dove si precisa: “Per accompagnare e rendere la lettura più piacevole si è anche pensato di inserire qualche notizia appresa da fonti locali, notizie d’archivio o trasmesse oralmente da tutti quegli informatori che con entusiasmo e generosità si sono prestati a condividere fotografie di famiglie, ricordi, raccontare aneddoti ed esperienze di vita vissuta… senza di loro questa ‘finestra’ su Rivamonte, che racconta chi siano e da dove veniamo, non sarebbe stata possibile”. Dopo aver “visitato” fin qui undici frazioni o località, facciamo tappa in zona Miniere per la quale i curatori del libro hanno proposto un titolo-immagine con un gruppo di minatori davanti alla galleria Magni, che risale a fine ’800. Seguono due scorci delle Miniere di Valle Imperina anni ’50; nella prima si ricorda che “La chiusura definitiva del sito da parte della Montecatini avvenne l’8 settembre 1962; la seconda offre uno scorcio che, sulla destra, fa intravedere i forni nella località Fucine. Tocca quindi alla foto di gruppo, risalente al 1892, che raffigura il “Terzo corso di studenti della scuola mineraria di Agordo, nell’ultima fila si notino, con la barba, i due professori”. Ancora: “Miniere Valle Imperina vicino ai forni – 1949. Da sinistra: Gino De Marco, Felice Costa e Giuseppe Ren (Fasól)” e: “Veduta sito minerario, sulla sinistra le scuderie”. Altra foto relativa a: “Veduta sito minerario” con la puntualizzazione: “La Montecatini stabiliva i seguenti orari di lavoro: frantumazione del minerale dalle ore 8,00 alle ore 12,19; officina e magazzini dalle ore 7,30 alle ore12 e dalle ore 13 alle ore 16,30; filovia; dalle ore 13,15 alle ore 17,00; guardia centrale elettrica su due turni da 12 ore: dalle ore 24,00 alle ore 12,00 e dalle ore 12,00 alle ore 24,00; guardie giurate e custodi su due turni; dalle 6,00 alle ore 14,00, dalle ore 14,15 alle ore 22,156 e dalle ore 22,00 alle ore 6,00 del giorno successivo”. Segue foto con dicitura: “Veduta sito minerario, sulla sinistra la villa del direttore”. Viene di seguito proposta la “Stazione teleferica – 1935” con la puntualizzazione: “I carrelli carichi di pirite venivano portati alla stazione ferroviaria di Le Campe per poi essere trasportati in pianura”. E poi due belle bimbette: “Amalia e Giuseppina Pedandola – 21 gennaio 1951” con didascalia che recita: “Per i bambini che abitavano con le loro famiglie nelle case di proprietà della società Montecatini era disponibile una scuola elementare a tempo pieno per le prime tre classi. Questa scuola era frequentata anche da alunni provenienti dalle località limitrofe: Ponte Alto, Conedera, Noach e la Muda. Per le classi quarta e quinta invece gli studenti dovevano salire a piedi fino a Zenich”; altra foto, stavolta di minatori con familiari davanti al Cral a fine anni ’50 (per l cronaca: a metà degli anni ’40 le famiglie residenti alle Miniere erano 20 per 89 abitanti); la sede del Cral negli anni ’50; panoramica di Valle Imperina; veduta delle miniere degli anni ’60 e un dato: nel 1933 la carrozzabile che da Ponte Alto portava alle miniere aveva un’ampiezza di 6 metri ed era tra le più importanti del comune; l’ingresso della Galleria Barbara nei primi anni ‘900; 1. maggio ’50: festa del lavoro a Valle Imperina, presenti i dirigenti, le maestranze, i figli dei minatori che vivevano nella miniera e a Ponte Alto, sulla sinistra: Giovanni Pedandola guardia giurata, in prima fila le figlie Amalia e Giuseppina, Luigina e Graziella Schena di Arcangelo, Nella Tormen, Marcello Fantauzzi e Anna Maria la figlia del signor Ciola. Altra occasione di ritrovo era il 4 dicembre, giorno dedicato a santa Barbara patrona dei minatori, con una cerimonia religiosa nella cappella (ora ostello della gioventù) dove faceva bella mostra il quadro della Santa; dopolavoro anni ’40: “alle miniere erano presenti: uffici, magazzini, stalloni per o cavalli e quanto si necessitava per la gestione dell’attività mineraria, inoltre gli abitanti potevano usufruire di uno spaccio di generi alimentari, un bar, una scuola elementare, venivano anche organizzate delle serate da ballo allietate da un’orchestra”; Ponte del Cristo – 1921; il vecchio ponte in legno, il nuovo ponte in ferro con un’unica arcata fu completato nel 1958 con lo scopo principale di supportare la Montecatini nel trasporto del minerale in sostituzione della teleferica, ma il ponte veniva anche utilizzato dalla popolazione, alla costruzione contribuirono anche gli altri comuni del Basso Agordino; veduta del sito minerario: si notino gli altiforni con la copertura a volta. Nel 1909 il tetto non resse al peso delle abbondanti nevicate e cedette; Miniere – 1942: alcuni minatori a cui è stato appena consegnato il “Premio fedeltà della Miniera” costituito da: diploma, distintivo e lire 2500; squadra di minatori allo sbocco della Galleria Santa Barbara, ottobre 1901; Miniere – fine anni ’50, Cesare De Bernard alle cui spalle si può vedere la struttura costruita per proteggere i passanti da eventuali cadute di materiali dalla teleferica.