di RENATO BONA
In appendice del prezioso libro “Una finestra su riva” che ci ha guidati in un “viaggio” alla conoscenza di frazioni e località di Rivamonte Agordino grazie all’iniziativa del benemerito Club Unesco presieduto dal caro amico Giuliano Laveder, che con la tipografia Castaldi di Agordo lo ha dato alle stampe nell’ottobre 2013, c’è un capitolo intitolato “Ricordi…” che propone poche ma splendide immagini di gruppo che andiamo a proporre. Prima, tuttavia, ci piace ospitare un “contributo” di Antonio Cadorin il quale a proposito del precedente servizio , seconda parte per la frazione Zenich aggiunge a quanto abbiamo riportato traendo dal volume: “Per quanto riguarda la foto generi alimentari 45 – 50 faccio presente che dal 1946 fino a metà del 1952 il negozio era gestito dai miei genitori: Cadorin Luigi e Zasso Giuseppina Palmira. Io e mio fratello siamo nati li inizio 47 ed io fine 51 poi ci siamo trasferiti nella casa di Mottes Giacomo (Meto Baga) e poi a inizio anni 60 siamo andati nella casa (vedi foto generi alimentari da Beppa) dove abitiamo tuttora”. Ed ora, via coi ricordi. La prima immagine proposta (va ricordato che il coordinamento didascalico è stato curato da Emilia Sommariva, che la presentazione è opera del giornalista Sergio Tazzer, origini rivamontesi, e di Marialuisa Stringa, presidente emerito della Federazione italiana Club Unesco e membro del consiglio esecutivo della Federazione mondiale dei club e centri Unesco) è quella di: “Festa in Pianezze, 8 agosto 1938” con la didascalia che, per la cronaca, ricorda: “Nel 1939 fu soppressa la malga Armarolo mentre la malga che si trovava sul Pianaz era ancora operativa negli anni ’40 ed era principalmente adibita al pascolo degli ovini; nel 1942 vi pascolavano circa 350 pecore”. La fotografia che segue ci propone “Minatori di Rivamonte emigrati in Belgio e familiari – 1948”. In prima fila, da sinistra: Luigi Taio, Angela Semplici, Graziella Taio, Giovanni Taio (Chio), Angelo Taio, Luigi Zanon (Gino Biòt), con la moglie Lina Fadigà (sorella di Dino Fadigà) con le figlie Bruna e Maria Zanin, Antonietta Da Costa, Valentino Zanin, Olivo Zanin, Pòpa Piciola con il marito Antonio Zanin (Tòni Luce) e il figlio Giancarlo Zanin, Rina Nòca, persona non identificata; in seconda fila, sempre da sinistra: Giacomo Sommariva (Pacét), Gino Renon (Ginàta), Fortunato Gnech (Nato della Speràntha), Michele Rosson (Faghèr), Bruno Zanin (Biòt), Antonio Fadigà (Tòni Ninéta), Arcangelo Cont (Mariòl), Luigi Conedera (Giso Bóra), Antonio Zanin, Giovanni Carlo Rosson (Gianùcol), persona non identificata; terza fila, pure da sinistra: Giovanni Battista Da Ronch, Giovanni Battista Gnech (Bocóni), Giovanni Casera, Giovanni Battista Gnech (Tita Mani), persona non identificata; Giovanni Rosson (Nico), Cesare Rosson (Casenóve),Gino Rosson, Davide Mottes (Baga), persona non identificata, Angelo Gnech (Tòti), Pietro Rosson (Nòca), persona non identificata. Davvero stringata la terza dicitura per l’immagine tutta la femminile, che spiega: “Non abbiamo notizie su questa foto, ma è molto interessante per capire l’abbigliamento femminile e la sua varietà: dalle bambine in prima fila, alle donne più anziane nella parte centrale de gruppo e sino alle giovani, dietro”. E lo è ancor più quella della quarta foto: “Anni’30 – Donne al filò”. Quella che segue è fotografia del luglio 1943, scattata a Belluno nella Piazza dei Martiri, allora ancora Piazza Campedel: sfilata in costume per la visita di Mussolini; si noti la grande ‘dàlmeda’ in legno trasportata dai rivanèi”. La pagina 235 del libro si chiude con un’altra immagine ripresa nella stessa occasione: nella rappresentanza di Rivamonte Agordino in attesa di Mussolini si riconoscono: Angelo Gnech (Carèl),Antonio Schena (Tòni Bernàrdo), Natalia Selle e Giovannina Mottes. Cambiamo pagina e ammiriamo la foto intitolata: “Agordo – anni ’80) con didascalia che recita: “I nostri ‘cónthe’ all’opera in occasione della sagra patronale dei santi Pietro e Paolo. Da sinistra: Mario De Bernard (Moréto), Giuseppe Gnech (Bòsol) e Casimiro Casera (Miro). Ci avviamo a conclusione ed ecco un poker di belle speranze ed un giovanissimo ciclista, anni ’60. La didascalia spiega: “Si parte per la montagna! Da sinistra: Giacomo (Gimmi) Xaiz, Giuseppe Schena, Augusto Gnech (Fèri) e Mario Rosson (Casenóve); dietro, a sinistra, in bicicletta, Giuseppe Rosson (Casenóve). Altro titolo: “Fienagione in Pianezza – anni ‘50”, didascalia-cronaca: “Nel 1940 il numero di capi di bestiame denunciati dai proprietari di Rivamonte fu di 379 capi, di cui 2 tori, mentre nel 1951 il numero si era ridotto a 257 capi”. Penultima foto, che risale a fine anni ’40, per: “Due matrimoni festeggiati insieme: quelli di Maria e Giovanni Battista Gnech e Maria e Guido Del Din. Da sinistra: Davide Mottes (Baga), Giacomina Gnech, Giovanni Battista Gnech (Bòsol), Maria Fossen, Guido Del Din, Maria Gnech (Bòsola), Giovanna Gnech e Martino Gnech. Festosa davvero l’ultima fotografia, quella che chiude il libro “Una finestra su Riva”: estate 1959, gita sul Còl di Luna dei ragazzi di Rivamonte con il parroco don Elio Cesco.