di Renato Bona
Terzo incontro con “Una finestra su Riva”, che è il titolo del pregevole volume stampato dalla Castaldi di Agordo per il Club Unesco Agordino di Rivamonte presieduto dall’amico Giuliano Laveder, nell’ottobre del 2013, e che si occupa di Chiesa, proponendo in apertura una bella immagine con questa dicitura: “Viale della chiesa alberato – Anni ’50. Sulla destra il monumento Pro Caduti: nel 1922 il Comitato Pro Caduti incarica lo scultore Giovanni Giacopini di Pescantina (Verona) di realizzare l’opera con marmo della Valpolicella e la statua in bronzo rappresentante un fante con la Vittoria Alata nella mano sinistra. Il monumento doveva essere costruito sul piazzale della chiesa e avere 12 scalini: i primi tre furono ordinati allo scalpellino di Taibon, Vincenzo Ben, con ottima pietra della Valle di San Lucano, gli altri nove in conformità al progetto dello scultore. Il costo totale dell’opera fu di Lire 2.756,90”. Seguono quelle di due gruppi: “5 luglio 1953: foto di gruppo nella giornata in cui don Lino Mottes viene consacrato sacerdote” e “1989 Festa dei nonni”; altro gruppo con dicitura: “Festa di sant’Antonio – anni ’60. Processione con Don Elio Cesco e Don Giuseppe Pedandola (consacrato prete nel 1961). Si riconoscono all’inizio della processione: Sergio Del Din, Luciano Conedera, Giovanni Schena, Domenico Zanin, Luigi Benvegnù, Ilario Schena, Mario Del Tin, Renato De Bernard, Michele Dall’Acqua, Giovanni Conedera e Giovanni Schena”. Di seguito vengono proposte tre panoramiche:”Ecco come si presentava la piazza negli anni ’50, solo nel1960 iniziano i lavori per la sistemazione con blocchetti in porfido. Nell’edificio di sinistra, oltre alla sede municipale, vi si trovavano l’alloggio del medico, del segretario, del sacrestano e del parroco”, “La facciata della chiesa non era ancora stata completata, è grazie a don Giovanni Ren, che dopo varie vicissitudini portò a completamento l’opera nel 1926. Mentre la costruzione della chiesa necessitò 20 anni di attività: dal 1866 al 1886. A sinistra l’edificio comunale a cui non era ancora stato aggiunto l’ultimo piano”; “1948: veduta della chiesa del Sasson, con la vecchia strada di Lach. Nel 1940 viene appaltato il cantiere per la realizzazione della strada S. Antonio-Lach alla ditta Dai Pra”. Di nuovo persone, in particolare bambini: “Prima Comunione – 1953. Da sinistra: Carla Conedera, Rita Sommariva, Lidia Conedera, Amalia Pedandola, Gabriella Gnech, Maria Angela Zamperla, Clementina Gnech, Marcella Casera, Maria Angela Zanin, Margherita Fossen ed Ester Casera”; “Chiesa – anni ’60, Gruppo di ragazzi con merenda; prima fila da sinistra: Domenico Del Din, Giovanni Fadigà, Renzo Gnech, Roberto Laveder e Pietro Conedera. Seconda fila da sinistra: Luciano Del Din, Pierluigi Fossen, Giovanni Fossen e Sergio Gnech. Terza fila da sinistra: Giuseppe Rosson, Luciano Fossen, Ermanno Laveder, Dario Santel e Valentino Rosson”. E poi gli adulti: “Sagra di S. Antonio – anni ’40. In occasione della festa, il 13 giugno era tradizione acquistare le ciliegie. Molti erano i pellegrini provenienti dai villaggi limitrofi, come Frassenè e Tiser e anche dall’Alto Agordino. Coloro che venivano da più lontano pernottavano nei fienili della zona o trovavano ospitalità presso le famiglie del paese”; “23 gennaio 1954. Matrimonio di Maria Teresa Schena e Guerrino Gnech”. Dopo due panoramiche su: “Chiesa anni ‘30” e “Chiesa e Municipio anni ’70”, di nuovo la gente per “Processione di S. Antonio – anni ’20. La processione seguiva un rituale tramandato negli anni: davanti i gonfaloni delle Confraternite di S. Antonio, del Santissimo, della Beata Vergine della Salute e del Carmine. Come da tradizione erano i coscritti dell’anno che trasportavano a spalla la statua del Santo Patrono, accompagnati dai rappresentanti della Confraternita con in mano le torce. In occasione delle feste religiose importanti, le donne indossavano il loro fazzoletto più bello, quello a fiori di colore chiaro”; e: “Chiesa – anni ’60. Squadra di calcio; davanti da sinistra: Renzo Rosson e Luciano Fossen, dietro da sinistra, giocatore non identificato, Luigi Fossen, Carlo Schena, Gianpietro Rosson, Silvano Fossali, Luigi Fadigà e l’allenatore Antonio Da Costa “Crèna)”. Nelle pagine 36 e 37 tre le immagini: “Davanti al cimitero – anni ’30, da sinistra: Antonia Schena, Ginevra Mattarel, non identificata, Caterina Gnech (sorella della Malùthi), Luigia Pasquali (Giséta, madre di don Giuseppe Pedandola), altra non identificata, Maria Sommariva (Gnés), Rosina Conedera (del Pasquàl Da Costa Galta), altra non identificata; l’area dietro la chiesa veniva detta Fòra Altia”; “Anni ’60 – E’ in costruzione la nuova strada (via Roma) che dal bar posta arriva al Monumento. I lavori iniziarono nel 1961”; “Chiesa – fine anni ’50, Canonica di Rivamonte durante una gara di calcetto”. Seguono: “Veduta della chiesa – anni ’60. Nel 1963 viene installato il nuovo orologio sistemato il campanile; il precedente orologio fu restaurato negli anni 1843-44 da Antonio Pasquali al costo di 92 lire Austriache”; “Chiesa – 5 luglio 1953. Don Giovanni Ren accompagna in chiesa per la messa novella don Lino Mottes, dietro si riconosce Pietro Celestino Mottes; don Giovanni, nato a Tiser nel 1877 e deceduto nel 1964 fu mansionario di Rivamonte dal 1905 e successivamente curato fino al 1961, il primo a festeggiare i 50 anni di permanenza come parroco a Rivamonte. Nessuno dei suoi 24 predecessori ha raggiunto tale traguardo; don Giovanni era anche un abile artigiano: falegname, meccanico orologiaio e contadino”; “Chiesa – inizio ‘900. Classe maschile; tra gli altri, da sinistra in seconda fila: Piero Zanin (Pieràti) e Sisto Cont, in terza fila, settimo da sinistra Antonio Gnech (Tinéti), ultima fila quarto da sinistra con il cappello Fortunato Zanin (Balù). Solo nel 1904 fu istituita la scuola mista con sede a Rosson per gli alunni iscritti alla prima classe; in totale c’erano 63 bambini di cui 42 femmine e 21 maschi, ma coloro che effettivamente frequentavano le lezioni erano 35 femmine e 19 maschi; i banchi erano una ventina, lunghi m. 1,10 l’uno con spazio sufficiente per due alunni. Nel 1907 una commissione fu incaricata di stilare una relazione sullo stato di fatto degli spazi adibiti a scuola da qui la necessità di costruire nuovi spazi: le scuole di Tos e Zenich”. In conclusione di capitolo, le pagine 40, 41 e 42 che propongono le ultime sei immagini: “Chiesa – fine anni ’40. Da sinistra: Pietro Gnech (Gal), Pietro Fossen (Rosina), Albino Mottes, Giuseppe Conedera (Bepino), Giovanni Battista Gnech (Titolét)”; “Chiesa – Anni ’60. Giochi della Gioventù, da sinistra: Valentino Mottes, Silvano Sommariva, Giorgio Del Din, Silvano Laveder, Enzo Gnech, Giovanni Battista Gnech e Attilio Dall’Acqua”; “Chiesa – anni ’50. Occasione religiosa di riunione di tutti i sacerdoti originari di Rivamonte; da sinistra don Giuseppe Pedandola, don Piero Del Din, don Angelo De Bernard, don Giovanni De Bernard, monsignor Carlo De Bernard, don Emilio Del Din e don Lino Mottes”; “Anni ’30, a destra Emilio Tazzer e a sinistra il dottor Fiori Angoletta, che è stato il medico condotto di Rivamonte per molti anni, fu nominato titolare della condotta del consorzio medico Rivamonte-Voltago il 3 agosto 1924”; “Chiesa – inizio ‘900. Classe femminile; si riconoscono, nella terza fila prima da sinistra: Antonia Zanin (Tatàu) e la prima sulla destra seduta: Teresa Schena. La scuola a quel tempo aveva la sede alla Chiesa; per un certo periodo si trovava al primo piano dell’edificio che ospitava un’osteria e l’entrata era in comune. Dal 20906 le scuole elementari di Tos sono state chiuse e la sede scolastica è ritornata ad essere alla Chiesa”. L’ultima immagine della serie propone “Casa de Fodàti con il vecchio viale dei pioppi; Giovanni Battista Mattarel ottenne la licenza di osteria nel 1927”.
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