di RENATO BONA
BELLUNO La prima immagine che proponiamo in questo servizio ci mostra una schiera di rondini, sette in tutto, riprese nel loro nido che è stato “sistemato” dalla coppia di genitori nel portico della via Sant’Andrea, all’altezza dell’insegna dell’“Ostaria”, chiusa da mesi. Da un certo punto di vista il quadretto familiare è suggestivo, con tutti quei beccucci spalancati in attesa di “rifornimenti”; dall’altro, lo spettacolo del guano che sporca in maniera vistosa cose e talvolta persone, conferma la validità dell’iniziativa che Belluno, che punta ad essere riconosciuta come “città delle rondini”, porta avanti avendo steso per ora decine di tappetini ed avendo aperto 6 ombrelli, tutti funzionali alla raccolta della sporcizia che inevitabilmente cade dai nidi. Se n’è parlato recentemente in occasione della conferenza stampa che si è tenuta nella sede dell’Amministrazione provinciale per la presentazione dell’ultimo censimento dei nidi attuato da Provincia, Comune, Riserve alpine di caccia con la preziosa collaborazione di volontari. I dati: i nidi contati sotto i portici del centro storico sono risultati 14 in più dei 140 rilevati lo scorso anno e 43 quelli che risultano utilizzati contro i 29 della primavera passata. Sono numeri che confermano la bontà dell’ambiente bellunese come ha sottolineato il naturalista Mauro Varaschin che ha curato il monitoraggio con Silvana De Col e Silvia Tormen moglie e figlia dell’esperto Bepi Tormen lo scomparso promotore nel 2016, con Provincia e Comune, del progetto di censimento-salvaguardia, considerato che le rondini sono in calo in tutta Europa, in certi casi anche notevole, a seguito dell’alterazione dell’habitat, della meccanizzazione delle tecniche agricole e dell’utilizzo dei pesticidi, tutte situazioni in netto contrasto con l’esigenza dei volatili di ambienti sani. Il sito sapere.it ricorda che “specie migratrice, la rondine è presente in Eurasia, Nordafrica ed America settentrionale, sverna principalmente in Africa centrale e meridionale, frequenta svariati ambienti sia per la ricerca di cibo sia durante il periodo riproduttivo anche in piccoli centri abitati” ed aggiunge: “Di forme snelle, ha piumaggio nero-bluastro lucente, fronte e gola rossicce e addome bianco. Il becco è largo e corto, le ali sono appuntite e la coda biforcuta, con timoniere laterali molto lunghe, soprattutto nel maschio. La rondine si ciba di insetti alati, che cattura in volo. Ha voce cinguettante e acuta e, se messa in allarme, emette una sorta di squittio a ripetizione. Nidifica in gruppo o a coppie isolate; facilmente adattabile alla presenza dell’uomo, costruisce il nido anche in sottotetti, porticati e cornicioni, dove è più protetta da predatori come il gheppio. Di ritorno dalla migrazione, le coppie cercano il nido lasciato l’anno precedente e, se lo trovano distrutto, lo ricostruiscono. Da aprile in poi la femmina depone 4-5 uova bianche punteggiate di scuro, che si schiudono dopo 11-19 giorni di incubazione; i piccoli si involano a 18-23 giorni”. Secondo l’assessore comunale all’ambiente, Stefania Ganz l’obiettivo delle iniziative attuate fin qui è di tutela e al tempo stesso di promozione. E proseguirà visto che per la fine di questo mese sarà ripetuto il censimento, per valutare quanti potrebbero essere i nidi dove arrivare alla seconda covata; e poi ci si occuperà dei rondoni, uccelli che nidificano in cavità o sotto i coppi di edifici storici, tra fine aprile e fine luglio. Il consigliere provinciale con delega alla gestione faunistica, Franco De Bon a proposito proprio dei rondoni ha precisato che l’obiettivo è di salvaguardare la loro riproduzione, tra l’altro sensibilizzando i proprietari degli edifici per effettuare eventuali interventi edili oltre il periodo di cova dell’uccello. Lo stesso De Bon aveva salutato con favore la permanenza di nuclei di rondini in centro città e ribadito il proposito-impegno di tutelarli, nell’interesse della comunità per il servizio ecosistemico che svolgono, con il controllo degli insetti, considerato che mediamente ogni rondine mangia sui 170 grammi di insetti al giorno risultando il più efficace insetticida esistente in natura. Va inoltre valorizzata la presenza delle rondini che è sinonimo di importante qualità ambientale e risulta un richiamo per cittadini e turisti. E non ha mancato di ribadire che in virtù del gioco di squadra tra associazioni ambientaliste e mondo venatorio, c’è la possibilità di tutelare e valorizzare questo patrimonio, diventando al contempo un laboratorio di collaborazione che può essere esempio anche per altre realtà. Torniamo alle rondini (prima parola della canzone “Serenata sincera” cantata con grande successo, per lustri, dal famoso Claudio Villa – ndr.): secondo i dati più recenti relativi ai nidi non arrivano ad 80 quelli utilizzabili e scendono a 20 quelli in cui c’è vita, cioè sono occupati dalle rondini, e si possono osservare sotto i portici delle vie Matteotti e Roma e, in numero ridotto, nella piazza delle Erbe ed in via Mezzaterra. Tormen aveva evidenziato che molti nidi erano stati danneggiati o addirittura distrutti soprattutto dalle cornacchie, “agevolate” nella loro attività predatoria dalle tavolette anti-guano, utilizzate per arrivare ai nidi e predarli. Si pensa dunque ad una verifica ed eventuale rimozione o spostamento delle tavolette per non dare ai corvidi preziosi appoggi. Concludiamo ricordando che a Belluno il Comune ha emesso un’ordinanza in base alla quale è fatto divieto di distruggere, rimuovere o danneggiare nidi di rondine, balestruccio, rondone e specie affini in tutto il territorio comunale. Il provvedimento prevede la tutela dei nidi anche al di fuori dei periodi riproduttivi (autunno e inverno), in modo da permettere il loro riutilizzo per più anni; concede la rimozione dei nidi solo per interventi edilizi nel periodo extra-stagione riproduttiva e a condizione che questi siano ripristinati artificialmente o che vengano create situazioni per una nuova nidificazione naturale; infine, il divieto di deposito di materiale entro due metri dal nido, così da non agevolare gli animali predatori. Le violazioni saranno sanzionate con ammende da 25 a 500 euro. Il Comune si impegnerà nell’organizzazione di speciali campagne di sensibilizzazione tra la cittadinanza e nelle scuole per ribadire, come ha fatto l’assessore Stefania Ganz, il valore della presenza di questi uccelli e la fortuna per la città di Belluno di poterli ospitare; oltre ad essere una piacevole compagnia, sono indicatori di salute dell’ambiente e biodiversità, e rivestono all’interno dell’ecosistema un importante ruolo, perché quali organismi insettivori, contribuiscono a limitare la proliferazione di insetti anche dannosi.
NELLE FOTO (Renato Bona e Radio Più): il nido con sette rondini nella via Sant’Andrea; effetti negativi della presenza di nidi cui si cerca di porre rimedio con l’installazione di tavolette, tappetini, ombrelli; altri nidi nella Piazza delle Erbe; controlli da parte di esperti ed amministratori di Provincia e Comune di Belluno.