Inviato alla redazione da LUISA MANFROI_Cencenighe
audio dal notiziario principale di RADIO PIU’, 02_08-2019
CENCENIGHE Commuove pensare al legame che unisce ancora i discendenti degli emigranti alla propria terra d’origine. Un filo fatto di ricordi, di radici, di meccanismi sottili difficili forse da comprendere per chi non è partito. È stato così anche per Albert Chenet Jr (nella foto i primo destra vicino al padre), che dagli Stati Uniti, prima di morire nel gennaio dell’anno scorso, ha espresso la volontà di far ritorno a Cencenighe, il paese di origine del padre Alberto Chenet. Le tre figlie, dopo un viaggio a Roma, Napoli, Sorrento, località italiane care al genitore, hanno voluto essere fedeli alla sua volontà e con l’urna contenente le sue ceneri, sono arrivate a Cencenighe in questi giorni per tumularla nel cimitero e onorarne la memoria. Ad accoglierle in municipio insieme ai loro familiari, nel pomeriggio di mercoledì 31 luglio, il sindaco Mauro Soppelsa con l’amministrazione comunale e una rappresentanza di parenti di Cencenighe, accomunati dallo stesso cognome, Chenet, ma soprattutto dalla volontà di conoscersi, di confrontarsi e, albero genealogico alla mano, di capire il loro grado di parentela, trovare una somiglianza nei loro volti come se il tempo non fosse mai trascorso e la distanza di migliaia di chilometri, fosse annullata. Cencenighe, ma anche l’Agordino in generale, deve molto a Albert Jr e al padre Alberto Chenet, quest’ ultimo classe 1895 che, soldato nella prima guerra mondiale e ferito nel conflitto, partì pochi anni dopo, nel 1921, verso gli Stati Uniti, a Pittsburgh, in Pennsylvania. Qui si sposò con Maria Caterina Rizzo, dalla quale ebbe due figli: Alberta e Albert Jr, nato nel 1943, molti anni dopo la sorella. Una vita fatta di lavoro, ma anche di un legame solido con l’Italia dove la famiglia tornava per trascorrere qualche settimana d’estate. Ma quel sottile filo che unisce la famiglia Chenet all’Italia è anche nell’appartenenza all’associazione di italiani all’estero. Passano gli anni e l’alluvione del 1966 mette sottosopra l’Agordino. Le immagini del disastro arrivano anche oltreoceano. Alberto Chenet senior e l’associazione di italiani in Pennsylvania, non perdono tempo e si impegnano a raccogliere in breve quanto più denaro possibile tra gli emigranti italiani di Pittsburgh, per aiutare le popolazioni colpite di Firenze e dell’Agordino. Lo stesso Alberto Chenet con il figlio Albert Jr decidono di venire di persona in Italia, in quell’inverno che seguì l’alluvione, per consegnare a mano il ricavato. Come ricordava Ivano Soppelsa, all’epoca assessore comunale di Cencenighe, i fondi raccolti ammontavano a diverse migliaia di dollari e, una volta cambiati in lire, furono distribuiti ai comuni agordini in base alle necessità. Padre e figlio venuti da così lontano, con i mezzi di allora e le strade ancora distrutte, accompagnati dai Carabinieri e dagli amministratori del tempo, si recarono in visita alle località colpite: a Falcade, che piangeva i morti di Somor, a San Tomaso, a Caprile e altro ancora. In ogni località, il ventitreenne Albert jr, documentava con la macchina fotografica le zone del disastro allora coperte di neve, portandole a conoscenza agli italiani di Pittsburgh, una volta tornato in America. Quelle stesse immagini che le figlie hanno conservato e spedito al sindaco di Cencenighe poche settimane fa, quando hanno chiesto di poter portare le ceneri del loro padre Albert jr in Italia, come da sua volontà. Le stesse ricordano come il genitore parlasse spesso di Cencenighe, il paese da cui il padre Alberto era partito tanti anni prima. Per il gesto di generosità e altruismo, l’amministrazione comunale del tempo propose di dedicare una via ad Alberto Chenet, visto che si era fatto promotore della raccolta, ma lui, si dice che avesse preferito che la via fosse dedicata, più genericamente a tutti coloro che, in Pennsylvania, avevano offerto un loro piccolo contributo per l’Agordino. Così una zona di quella che si chiamava fino ad allora via Palù, venne rinominata nel 1969, via Pennsylvania. Sotto quell’insegna che indica la via, le tre figlie di Albert jr., hanno voluto fare una fotografia, quasi a chiudere un cerchio aperto cinquantatre anni prima, con l’alluvione del 1966. Ricevuta la mail, il sindaco Mauro Soppelsa ha risposto con favore alla richiesta di accogliere l’urna con le ceneri di Albert Chenet jr e si è incaricato di organizzare la cerimonia e predisporre l’ossario in cui collocare l’urna. Una breve cerimonia, nel pomeriggio di ieri, ha preceduto la tumulazione. Il parroco don Luigi Canal ha espresso la sua gratitudine così come il sindaco Soppelsa che ha manifestato la riconoscenza nei confronti di Albert Chenet Jr e di suo padre Alberto per l’aiuto prestato alla popolazione durante l’evento alluvionale del 1966 a nome della comunità. Una riconoscenza che ha trovato spazio anche in una targa. Le figlie di Albert Chenet, commosse, hanno ringraziato a lungo per l’accoglienza ricevuta dal comune, abbracciando i parenti cencenighesi con i quali hanno visitato la frazione di Chenet.(Luisa Manfroi_Cencenighe2019)