BELLUNO Una targa, decisamente sobria anche nel testo, ricorda nella zona di Quartier Cadore che la strada che da via San Giuseppe porta a via dell’Anta, è intitolata a: “Francesco Agosti n. 1822 m. 1873”. Altrettanto stringata la descrizione della via riportata su “Toponomastica di Belluno”, pubblicazione voluta dal Comune e stampata nel settembre 1990 da Grafiche Antiga di Cornuda. Vi si legge, infatti: “Comandante dei volontari bellunesi nel 1848. Partecipò alla lotta per l’indipendenza della nostra terra”. Per saperne di più sul personaggio, dobbiamo rifarci ad un servizio, siglato m.r., che il quotidiano bellunese Corriere delle Alpi ha pubblicato il 12 agosto 2013, intitolandolo: “Francesco Agosti, medico buono e generoso”, servizio realizzato con una intervista al conte Damiano Miari Fulcis il quale lo ha ricordato attraverso un documento sul Museo civico di Belluno. Miari Fulcis ha portato “la testimonianza dell’unica nipote in linea retta di Agosti, Francesca Nicolis vedova Arban, mancata poche settimane fa…”. E proprio alla signora era destinata la “Guida provvisoria del Museo civico di Belluno” che purtroppo Miari non ha fatto in tempo di consegnare. Un documento prezioso perché “parla delle importantissime donazione di opere d’arte fatte al Museo di Belluno da parte di Agosti”. Questi, conte come Miari Fulcis, era medico stimato al punto da essere soprannominato “il medico buono” per la sensibilità e l’umanità con cui esercitava la professione; era anche collezionista d’arte ma, in particolare, “benefattore della Città”. Ancora Miari Fulcis nell’intervista al Corriere delle Alpi sul nonno materno della sua amica d’infanzia Francesca Nicolis “di cui sentivo spesso parlare da bambino e che mi è rimasta impressa”: “Nel documento datato 1910 e stampato da quella che allora era la Tipografia Cavessago si parla di come nacque nel palazzo dell’antico collegio dei giuristi il Museo civico del capoluogo. In particolare si legge nell’introduzione dell’allora sindaco Vittorio Zanon che “per esemplare munificenza del conte dott. Francesco Agosti, il riordinatore poté tentare una ricostruzione, pallida e lacunosa, ma attraente, di quella che fu la “caminada” o sala del consiglio dei nobili, esponendo le immagini dei dipinti di Jacopo da Montagnana e di Pomponio Amalteo e pochi luminosi frammenti salvati dalla distruzione. E ancora si parla della saletta d’ingresso del Museo, dove sono esposti anche vari disegni del Brustolon regalati da Francesco Agosti”. Richiamandosi infine all’intitolazione di una via cittadina a Francesco Agosti, Miari Fulcis concludeva affermando che l’iniziativa del Comune “è un’ulteriore testimonianza dell’importanza che questa figura rivestì nella vita culturale della sua terra”.
NELLE FOTO (Corriere delle Alpi e Renato Bona): il “medico buono” Francesco Agosti; la targa che porta il suo nome; la via che gli è stata intitolata in zona Quartier Cadore; la sede di Piazza Duomo del Museo civico bellunese.