“Auspico la realizzazione di un nuovo Ente che abbia capacità realizzative e visioni a lungo periodo come la gloriosa Comunità Montana Bellunese”.
BORGO VALBELLUNA C’era una volta Luigi Reolon (foto sinistra), amministratore appassionato, capace di fare sintesi, guardare avanti ed investire anche in formazione e cultura. Lo ricordiamo oggi per introdurre il tema “fusione”. Un passo indietro fino ai primi anni Novanta, esisteva la Comunità Montana Bellunese, che comprendeva i Comuni da Ponte Nelle Alpi a Sedico e Sospirolo in destra Piave e Lentiai in sinistra Piave, più Segusino e Valdobbiadene. “La Comunità Montana Bellunese era un gioiellino” dice oggi Dario Dal Magro consigliere comunale della lista civica “Il tuo Borgo”. La legge regionale 19/1992 ha cancellato gli intenti dell’allora Democristiano Luigi Reolon, ma non quanto da lui realizzato: l’acquedotto consorziale di destra e sinistra Piave che oggi accusa scarsa manutenzione, oppure il Centro Studi per la formazione degli amministratori, le mostre importanti, il progetto montagna e altro ancora. Con la legge del 1992 e la scissione sono nate le Unioni Montane Belluno-Ponte e la Valbelluna. Anni dopo nel 2016 dopo i morsi della crisi ci sono stati i primi studi di fusione delle due Unioni Montane “Tentativo fallito” ricorda Dal Magro. In questi giorni il presidente dell’Unione Montana Belluno Ponte Vendramini ha comunicato di aver fatto predisporre un nuovo studio per la fusione delle due Unioni Montane, da inoltrare alla regione Veneto. “Nascerebbe un ente che offrirebbe servizi a circa 75.000 persone, pari a quasi il 40% della popolazione provinciale – conclude Dario Dal Magro (foto destra) – le finalità sono condivisibili: fornire servizi più adeguati, intercettare finanziamenti e bandi riservati ad un Ente importante dal punto di vista dimensionale. Inoltre la realizzazione di iniziative culturali, quali mostre, che al momento nemmeno i Comuni più grandi come Belluno riescono a realizzare”.