BELLUNO Claudio A. Luchetta ed Orazio Andrich sono gli autori di una pregevole pubblicazione (Cleup Padova) che risale al marzo del 1974, in cui si raccontano vent’anni di alpinismo del Grvb che sta per Gruppo rocciatori Val Biois, sodalizio che “congloba gli alpinisti di Falcade, Canale d’Agordo e Vallada”. Il libro, “Uomini e crode della Val del Biois”, è illustrato da disegni di Vittorio Fenti mentre la cura fotografica è merito di Egidio Lorenzi. In apertura, gli autori spiegano che “Parleremo di una valle, delle sue montagne, dei suoi uomini e del loro amore per le altezze. Imprese di grande risalto si mescolano con ascensioni molto più modeste, e a particolari tecnici fanno riscontro considerazioni su concezioni e ideologie di Alpinismo; in vicende alpinistiche affiora la storia di un popolo…”. Ed ora i capitoli in cui si articola “Uomini e crode della Val Biois”: in L’alpinista e la montagna si sottolinea come “Tenacia, spirito di sacrificio, saldezza morale sono qualità che, volenti o nolenti, la gente di montagna si è dovuta formare e cementare attraverso intere generazioni, per accettare una vita tanto dura quanto grama. Qualità che sono rimaste quando migliorate leggermente le condizioni sociali, agli inizi del secolo attuale, si presentò ai giovani delle valli agordine questa nuova entusiasmante attrattiva…”. In “L’alpinista e la Valle del Biois” si evidenzia fra l’altro che “La funzione sociale che l’alpinismo assume nella Valle del Biois è rilevante, e sempre più rilevante diventerà nel futuro; esso dà un tocco di originalità e di creatività alla personalità valligiana che si dovrà forgiare nel futuro, Una originalità e una ricchezza di valori umani che passa inalterata dai vecchi dell’antica civiltà agricola ai giovani di una dinamica economia a base turistica…”, A proposito di “Le origini” Luchetta-Andrich ricordano che “Attorno alla coriacea figura di Cesare Tomé, vero iniziatore di una nuova epoca alpinistica nella zona, e promotore di molte attività in seno alla sezione agordina del Cai, insieme alle guide Pellegrino Pellegrini, Tommaso dal Col, Santo De Toni, i fratelli Conedera, Serafino Parissenti ed altri, fieri pilastri di una nuova difficile e spesso ingrata professione, vediamo emergere Agostino Murer, Domenico Andrich, Costante Ganz, Pietro Lorenzi, Domenico Minetti, Giuseppe Pasquali, tutti quanti della Valle del Biois. Noti, in particolare. i cacciatori dell’impervia Val di Gares, paradiso di camosci che qui vivono liberi e poco disturbati. Sede degli incontri tra i cacciatori-guide e i turisti desiderosi di emozionanti gite in montagna era l’albergo al Gallo di Canale. Tra tutti spicca la figura di Agostino Murer detto Beda, da Falcade. Fu una delle maggiori guide di ogni tempo e per le sue imprese può competere anche con rocciatori contemporanei, essendo alcune sue vie ancora classificate sull’ordine del V grado… Ebbe nel figlio Bepi la continuazione della sua gloriosa attività”. “Gli Accademici degli anni ruggenti”. Il capitolo si apre col ricordo che “Il 16 dicembre 1972 è morto a Belluno Giovani Andrich, l’ultimo dei grandi accademici della Valle del Biois e portainsegna dell’alpinismo dolomitico”. Seguono i ritratti che sono stati fatti per tre alpinisti: Attilio Tissi (Piero Rossi, 1960: “… Come quelle valli selvagge seppe farsi apprezzare amare dagli uomini migliori; della sua terra ereditò la tenacia e la volontà silenziosa ma inflessibile. E dai montanari della sua stirpe, l’ingegnosa operosità…”); Giovanni Andrich (Piero Rossi, 1971: “… Un uomo che ad uno sviscerato amore per la montagna, un vero male di famiglia, unisce una dirittura, un carattere, una franchezza spregiudicata nel linguaggio, un senso della lealtà senza pari”; Alvise Andrich (“… prevale, con il racconto delle sue imprese, un senso di sbigottita meraviglia per la sua audacia fisica in grandiose imprese concepite e realizzate in giovanissima età, nobile figlio delle montagne agordine, gloria dell’alpinismo bellunese e italiano”). Seguono: “Primi passi del Grvb” (con l’elencazione a partire dal 1949 delle imprese degli arrampicatori: Silvio Cagnati, Luciano Luciani, Renato Piccolin, don Igino Serafini , Toni Serafini noto come “Toni Croda”, Livio De Bernardin, Giorgio Soppelsa, Celeste Lorenzi, Silvio Adami, Giorgio Ronchi, Roberto Micheluzzi, Tarcisio De Bernardin, Elisa Ronchi sorella di Giorgio, Carlo De Bernardo); “Attività alpinistica dal 1956 al 1973; “Cena di lavoro”; “Soccorso in montagna” e: “Conclusione” in cui si afferma che “Convincere i giovani ad amare di più le loro montagne non significa solo parlare di particolari aspetti quali l’Alpinismo, più o meno sentiti a seconda della personale inclinazione umana, ma soprattutto dare loro motivo di giudizio e possibilità di collaborare attivamente per la vita sociale…”
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Luchetta-Andrich): copertina di “Uomini e crode della Val del Biois; disegno di Vittorio Fenti; arrampicare…; Agostino Murer “Beda”; il cippo che a San Simon di Vallada ricorda Attilio Tissi; Ottorino Tancon; Alvise Andrich e Tancon sul Campanile di Brabante; don Igino Serafini; Toni Serafini eLivio De Bernardin scendono in doppia la Torre di Valgrande; rocciatori del Val Biois a convivio nel 1960; invernale sul Focobon con Luciano Luciani, Celeste Lorenzi, Giorgio Soppelsa, Livio De Bernardin; Punta Civetta con Berto Micheluzzi, Arcangelo Serafini, Cesare Levis e amici; Edoardo Serafini nella prima ripetizione sul Torrione Bassano; Pan di Zucchero del Civetta con la via Videsott-Rudatis.