I danni causati dall’uragano di fine ottobre nel Bellunese assommano a oltre un miliardo di euro. La Regione Veneto ha deciso di non mettere un euro dicendo che le risorse le mette il governo. Il governo, tuttavia, con il decreto legge fiscale collegato alla legge di bilancio approvata questa mattina, ha stanziato 470 milioni di euro per tutte e 10 le regioni colpite dal maltempo. Intanto cresce la preoccupazione per le imprese bellunesi che hanno svolto e continuano a fare i lavori di somma urgenza su incarico dei Servizi Forestali e del Genio Civile della Regione e che ancora non sanno se e quando verranno pagate.
«È un problema sollevato sia dalle aziende sia dai Comuni», afferma il coordinatore dei parlamentari veneti del Pd, Roger De Menech, «e ovviamente non riguarda solo il Bellunese, dove peraltro l’impatto dell’uragano è stato maggiore, ma anche l’altopiano di Asiago, il Polesine e il Veneto Orientale». Tutte aree dove decine di piccole aziende sono state chiamate in fretta e furia nei giorni successivi agli eventi meteo, per riaprire strade dove si sono rovesciate le frane, tagliare migliaia di alberi abbattuti, ripristinare gli argini dei fiumi e molti altri lavori indispensabili per riportare la sicurezza minima del territorio e assicurare i collegamenti stradali.
«Al momento sappiamo solo che la giunta Zaia ha deciso di non impegnare nulla del proprio bilancio per l’emergenza maltempo e che, forse, arriveranno una cinquantina di milioni dallo stato per tutto il Veneto». Meno di un ventesimo delle reali esigenze, contando solo i danni in provincia di Belluno. Unica notizia positiva, l’approvazione stamattina alla Camera di un ordine del giorno presentato da De Menech e dagli altri deputati veneti del Pd. L’ordine del giorno impegna il governo a stanziare una congrua dotazione finanziaria da destinare a interventi di sostegno delle aziende agricole, zootecniche e forestali danneggiate; misure finanziarie a favore dei proprietari di aree boschive; interventi a sostegno degli operatori turistiche ed economici volti a ripristinare gli impianti danneggiati, la perdita di reddito, la perdita del magazzino, crediti d’investimento per l’acquisizione di macchinari e veicoli per fronteggiare l’emergenza, interventi per incentivare la promozione del territorio e delle attività economiche; l’istituzione di una zona franca e la definizione delle agevolazioni alle imprese dei territori colpiti.
«Avevo presentato un emendamento alla legge di Stabilità», racconta De Menech, «ma i deputati della maggioranza ci hanno spiegato che lo avrebbero bocciato. Quindi lo ho trasformato in un ordine del giorno, anche se sono consapevole che è molto più debole e non ha valore di legge».