DI RENATO BONA
BELLUNO Si intitola “A un anno da Vaia”. E’ il cartoncino che è stato accostato ai segmenti di tronco sui quali poggia una lanterna con candela (“a simboleggiare la forza,la speranza, il coraggio e la capacità degli abitanti di questa provincia, di sconfiggere il buio della paura, rialzandosi, resistendo e rimanendo guardiani di un patrimonio naturale e umano di inestimabile valore e bellezza”) disseminati nel centro storico di Belluno ad iniziativa del Consorzio Belluno Centro storico nell’ambito del “Natale delle Dolomiti”. Un progetto, “Vaia illumina” che assieme al più noto a livello nazionale “Plastic free”, intende contribuire a migliorare le condizioni dei nostri mari e del pianeta. Onore dunque al merito di Belluno Centro storico, il consorzio degli operatori economici che si è impegnato per questa “impresa” assicurandosi il contributo di Franco Clò e la collaborazione di Unioni montane, Comuni ed Enti regolieri e quindi di Provincia di Belluno, Sezione bellunese dell’Associazione nazionale Alpini, Dolomiti Garden di Stefano De Paris, del dottore forestale Pierantonio Zanchetta e di numerosi altrettanto benemeriti volontari che si sono prodigati per il trasporto e la lavorazione dei duecento “tronchi di Vaia”. Il cartoncino ricorda ai pochi che non lo sapessero, che nella notte tra domenica 28e lunedì 29 ottobre 2018, l’intera Penisola italiana è stata flagellata da un’ondata di maltempo. Venti fortissimi e piogge alluvionali si sono abbattuti soprattutto lungo l’arco alpino. A uscire devastate da quella che verrà ricordata come “Tempesta Vaia” sono state in particolare le regioni del Nord-Est”. Ancora: “L’enormità di metri cubi di legname abbattuto ha messo l’intero settore del legno in difficoltà, sia per l’improvvisa ed eccessiva disponibilità di materia prima, sia per l’impossibilità della filiera di fare fronte a questi numeri, evidentemente eccezionali. Il valore di un albero o di un bosco non sono però misurabili solo in termini di produzione. Un bosco ha una molteplicità di funzioni indispensabili per la sopravvivenza umana. Per questa ragione quanto è successo il 29 ottobre non può essere ridotto a ‘metri cubi caduti’. Quanto è successo è una ferita profonda e aperta del territorio e questa ferita dovrà essere risarcita e curata con la collaborazione di ciascuno di noi, anche attraverso la forza della consapevolezza”. Infine è proposto un pensiero di Matteo Righetto: “Da qui alla luna! E’ l’unità di misura, la distanza che verrebbe coperta mettendo in fila uno sull’altro i 16 milioni di alberi abbattuti da Vaia”. NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzioni dal cartoncino e dal sito del Consorzio Belluno Centro storico): Vaia illumina simbolicamente con tronchi e lanterne il centro di Belluno.