di Renato Bona
Nei giorni scorsi abbiamo commentato il prezioso contributo del collega ed amico Giuseppe Sorge che sotto il titolo: “La nuova frontiera” si è occupato dell’evoluzione di una realtà importante per la provincia di Belluno come quella agordina. Torniamo sull’argomento perché il libro “Belluno. Viaggio intorno a una provincia” curato nel 1989 dal dott. Maurizio Busatta (edito da Libreria Pilotto editrice Feltre per conto dell’Amministrazione provinciale di Belluno) con numerose qualificate collaborazioni, fotolito Eurocrom di Villorba, composizione tipografia Piave di Belluno, stampa di Graphic group di Feltre) dedica largo meritato spazio alla Val Fiorentina. Esordendo così: “Il paesaggio ha tutta la solennità delle montagne dolomitiche, con sullo sfondo il massiccio del Pelmo, ed i toni di un piccolo mondo virgiliano. I pendii assolati, con i fienili e le case disposte in ordine ed affacciate sulla valle, pur nell’evolversi razionale di una programmazione urbanistico-turistica, mantengono l’aspetto di un mondo dove vivono ancora antiche regole: Selva di Cadore, Santa Fosca, Pescul sono i paesi di questa valle che inizia da Caprile. Attraverso il Passo Staulanza, ai piedi del Pelmo, la Val Fiorentina collega l’Agordino con la Val Zoldana”. Aggiunge quindi che: “Al di là del rio convivono con il turismo che aggiunge abitudini nuove ai riti antichi”. A proposito di chiese: quella di Colle Santa Lucia “fu certamente edificata nei primi decenni del secolo XIV. Bella anche la chiesa gotica che Selva di Cadore ha intitolato a San Lorenzo: rifabbricata nel 1470, è stata ampliata nel 1850 su progetto di Osvaldo Palatini. E come non dire dell’altro gioiello gotico, recentemente restaurato, la chiesa monumentale di Santa Fosca “con l’enorme e ingenuo San Cristoforo che guarda dalla facciata ed all’interno il suggestivo intreccio di nervature gotiche che si rincorrono sulle volte fino al fantastico tabernacolo ligneo del Brustolon”? Giuseppe Sorge a questo punto cita la scoperta dell’Uomo di Mondeval per affermare che le più antiche testimonianze di presenze umane nella regione agordina, fino al 1987 erano rappresentate da tre iscrizioni confinarie, scoperte nel 1925 dall’alpinista e scrittore Domenico Rudatids lungo le pareti del Civetta. Ricorda poi che per circa sei secoli la storia di questo paese è legata alle miniere del monte Fursil il cui terreno venne donato nel 1142 ai Monaci del convento di Novacella nella Pusteria, “senza sapere che poco dopo si sarebbero scoperte le vene di metallo”. Dopo altri passaggi storici, l’illustrazione di rifugi e paesaggi, tutti di straordinaria bellezza ed importanza, che gli appassionati potranno giustamente apprezzare… dotandosi del libro, frutto del notevole impegno, passione e della bravura di Maurizio Busatta, Giuseppe Sorge e tutti gli altri valenti collaboratori.
NELLE FOTO (riproduzioni da “Belluno, Viaggio intorno a una provincia”): Colle Santa Lucia: un microcosmo linea di demarcazione tra mondo tirolese e civiltà veneta; la chiesa di Santa Fosca, del 1438, a Selva di Cadore, ai piedi del Monte Cernera; la scogliera dei Lastoni di Formin, nella conca del Giau, territorio del Cadore ai confini tra Ampezzo e Agordino con in secondo piano la Croda da Lago, da passo Giau nasce rio Codalunga; il villaggio di L’Andria a Selva di Cadore ricco di tipologie lignee che riecheggiano stili zoldani: i tabià rappresentano un vero e proprio “arredo spaziale” degno della massima attenzione; il rifugio Sonino al Coldai, sorge a ridosso della muraglia rocciosa che divide Zoldo dall’Agordino; da Punta Serauta in Marmolada incontro ravvicinato con le montagne agordine: a sinistra il Civetta, di fronte l’Agner, una sintesi vigorosa; la Terza Pala di San Lucano nell’omonima valle, un atlante di storia naturale e di crode care all’alpinismo; Forcella Aurine e il Duran, le due “ali” di un Agordino che crede nel futuro; a ritroso nella storia del popolo della montagna: la ricostruzione della discesa degli zattieri sul Piave: un andirivieni di secoli; Mondeval de Sora, comune di San Vito di Cadore, però Val Fiorentina: qui è stato rintracciato il più alto sito d’Europa dell’età mesolitica.
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