BELLUNO Torniamo volentieri in Agordino per un’altra tappa del “viaggio” attraverso le realtà della provincia di Belluno così come proposte dagli storici Giovanni Fabbiani e Giuseppe Sorge con una serie di ben 157 cartoline illustrate che hanno scelto e commentato per dar corpo al libro”Belluno e provincia nelle vecchie cartoline” edito nel 1975 ad iniziativa del Lions club bellunese dalla Edizioni Canova per i tipi delle Officine Grafiche Longo e Zoppelli pure di Treviso. Molto opportunamente gli autori, illustrando il capitolo agordino del volume scrivono che “… La fama dell’Agordino non è solo data dal turismo, dalle montagne, dagli scalatori che frequentano la valle, da ogni parte del mondo, oppure dal contributo altissimo dato nell’800 per l’unità d’Italia. Ha il lago bicentenario di Alleghe che resiste ancora malgrado le profezie di un rapido interramento, ha le miniere di Agordo ed i forni fusori di Alleghe, Caprile, Colle S. Lucia, Canale d’Agordo. Ha i santi previdenti affrescati affrescati sulle case della Valle del Biois, gli antichi fienili in legno pregevoli quanto i monumenti in pietra, i bei palazzi, gli uomini illustri e famosi nelle scienze, nell’arte, nel diritto, nela storia; ha il fondatore delle prime cooperative…”. Primo titolo: “Taibon e la Valle di S. Lucano”; dicitura: “Il paese si trova alla confluenza del Cordevole col Tegnas. In primo piano, il campanile della chiesa ora abbandonata di San Cipriano. In fondo, la valle di S. Lucano, sulla quale si affacciano gli immensi apicchi dell’Agner. Nella notte fra il due e tre dicembre 1908, un’enorme frana precipitò dalla montagna e distrusse completamente le borgate di Lagunaz e quella vicina di Pra, facendo molte vittime”. Proseguendo: “Cencenighe e la Valle del Cordevole” è il titolo dato alla cartolina che reca questa didascalia: “In questa cartolina del 1890 il paese, posto alla confluenza della Valle del Cordevole e del Biois, appare come era prima che il Biois venisse domato da argini. Il letto dei due corsi d’acqua si confonde in un’unica, immensa petraia. Sul pendio che sovrasta il paese i terreni sono ben suddivisi e lavorati”. Rimaniamo a Cencenighe per l’immagine intitolata “Vecchie case di Cencenighe”, per la quale Fabbiani-Sorge hanno scritto questo commento: “Alcune vecchie case di Cencenighe poste sul pendio nella valle del Cordevole. Le donne sono in costume da lavoro, mentre il ragazzo regge sulle spalle il ‘zerlìn da foia’. Siamo nel 1890”. Ed eccoci, come da titolo della cartolina, a “Canale d’Agordo” di cui i due storici hanno scritto: “Il paese è visto da Vallada, in fondo la Valle di Gares e i monti che, per il passo delle Comelle, portano in Primiero. Vi ebbero i natali il pittore Giuseppe Zais, noto vedutista veneto del Settecento, e, a Carfon, Valerio Da Pos, poeta contadino autore di numerosi versi in italiano e in dialetto”. Approdiamo a “Falcade Agordino”. Questa la dicitura: “Vecchia case a Falcade Agordino, nella Valle del Biois. Come in altri centri della valle si incomincia a pensare al turismo all’inizio del secolo. In una deliberazione del Consiglio Comunale del 1907 si dice che ‘l’industria dei forestieri è l’unica risorsa sperabile su questi monti non privi di bellezza e di forze naturali’. Lo stesso Consiglio Comunale l’anno precedente aveva accordato il terreno e un contributo di Lire 160 per la costruzione del rifugio al Mulaz”. Concludiamo questa “tappa” agordina facendo un salto ad Alleghe (dove torneremo in una prossima occasione). Titolo: “Alleghe e il suo lago”. La corposa didascalia: “Alleghe col suo lago, prodotto da una frana nel 1771, sotto l’imponente parete della Civetta. Gilbert e Churchill, nel secolo scorso, consideravano questo paese ‘come uno dei più bei punti d’Europa’. Sono della fine dell’800 e dei primi del ‘900 gli alberghi che si affacciano sul lago: Savoia, Civetta, Regina d’Italia, Polo Nord (che si vede nella cartolina) e Alle Alpi. Sono ambienti di richiamo per un turismo d’élite”.