CENCENIGHE È dello scorso ottobre la pubblicazione del libro di Renato Martinoni “La campana di Marbach – Antonio Ligabue. Romanzo dell’artista da giovane” edito da Guanda. Un libro nel quale l’autore si sofferma sulla giovinezza di Ligabue trascorsa nella Svizzera tedesca prima di partire forzatamente per la campagna emiliana. Un racconto che non dimentica le origini agordine dell’artista, quelle della madre e con molta probabilità anche quelle del padre biologico, rimasto ignoto. Un romanzo che Dacia Maraini ha definito “amaro e struggente, in bilico tra la biografia e la fiaba lirica” nel quale Renato Martinoni mette in risalto gli anni dell’infanzia e della giovinezza del grande pittore, quelli elvetici, riservando ampio spazio ai luoghi della famiglia materna, alla loro storia, all’emigrazione, alle tragedie e alla magia delle valli e delle montagne dolomitiche. Per Cencenighe era doveroso invitare l’autore ad illustrare il suo ultimo lavoro visto che è il comune di nascita della madre di Ligabue, Maria Elisabetta Costa. Martinoni sarà infatti presente al Nof Filò venerdì 20 agosto alle ore 20.30 per spiegare il libro e illustrarne il contenuto scoprendo le curiosità del dietro le quinte. Professore emerito di letteratura italiana all’Università di San Gallo, studioso, filologo e scrittore, ha già avuto modo di approfondire la figura e la personalità di Antonio Ligabue attraverso l’indagine documentale rivolta particolarmente agli anni della giovinezza trascorsa in Svizzera, dove era nato nel 1899 e in cui visse fino a vent’anni, quando fu espulso per essere mandato a Gualtieri, comune del padre adottivo Bonfiglio Laccabue. Una ricerca sortita nella pubblicazione “Antonio Ligabue. Gli anni della formazione” che ha preceduto quest’ultimo lavoro il cui titolo, “La campana di Marbach”, fa proprio riferimento al ricordo del suono delle campane sentite durante l’infanzia in terra elvetica e rimasti sempre presenti, insieme ad altri, nella mente complessa del “Mat”, del “Todesch”, epiteti con i quali lungo il Po si era soliti indicare Ligabue. L’artista non ha mai avuto modo di conoscere i luoghi di origine di sua madre Maria Elisabetta, ma lo fa Martinoni che in tre capitoli del romanzo evoca ambienti e situazioni all’origine della partenza della Costa per la Svizzera, legata probabilmente al fatto di aspettare un figlio concepito senza avere la garanzia del supporto di un padre dopo la nascita, “en fiol de contrabando” come si sarebbe detto in paese e per questo oggetto di pregiudizi. L’appuntamento con la grande narrativa d’autore al Nof Filò di Cencenighe è organizzato dal Comune, Biblioteca e Pro Loco.
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