di RENATO BONA
“Nell’anno internazionale delle montagne l’Amministrazione Provinciale di Belluno ha deciso motu proprio, cioè senza il coinvolgimento della Giuria, di assegnare il premio Pelmo d’oro 2002 per la letteratura alpina alla Rivista “Le Dolomiti Bellunesi con la seguente motivazione: “Nata nel 1978 come portavoce ufficiale delle 17 Sezioni Bellunesi del Club Alpino Italiano, ha saputo rappresentare in 25 anni di vita non solo il Sodalizio a cui si ispira, bensì allargare la sua sfera di competenze fino a penetrare a fondo nelle varie sfumature storiche; da quella alpinistica a quella sociale, da quella escursionistica a quella sulla grande epopea di guerra, dalle tradizioni ladine e bellunesi ai costumi, dalle leggende all’arte, dalla geografia alla geologia, dalla flora e fauna al mondo misterioso degli oronimi completando ed arricchendo tutto ciò che fa cultura alpina ed alpinistica nella Provincia di Belluno”. Si apriva con questa importante notizia il numero 1 dell’estate 2002 del semestrale “Le Dolomiti Bellunesi” (all’epoca il direttore responsabile era Loris Santomaso. direttore editoriale Italo Zandonella Callegher, comitato di redazione con personaggi come Piergiorgio Cesco Frare, Sergio Claut, Cesare Larese, Giovanni Randi, lo stesso Santomaso, Armando Scolpel e Sergio Sommacal) che aveva dedicato la copertina alla riproduzione della splendida foto di Gabriele Vanin: “ll Pelmo illuminato dalla luna con la costellazione dell’Aquila”, il titolo “Pelmo d’oro” dedicato all’evento-riconoscimento). A distanza di quattro lustri dalla stampa (Grafiche Antiga Cornuda) vogliamo ricordare che quel numero proponeva sotto il titolo: “Il ladino e i ladini: tra scienza e autocoscienza” un’intervista di Gabriele Muscolino al prof. Johannes Kramer, docente di linguistica all’università tedesca di Treviri e autore, tra l’altro, del monumentale “Dizionario etimologico del ladino dolomitico”. Di seguito il servizio di Paolo Giacomel: “1915-17. Il cirmolo-garitta dell’alpino”. Quello di Cesare Lasen: “9 luglio 2001. Le sorprese di una montagna celeste. Salita al Monte Pelf da Cajada: una bella d’erbe famiglia…”: quello di Dante Colli su: “Gli inizi alpinistici di Hans Dülfer”. Quindi, di Italo Zandonella Callegher: “Dolomitando 2002 dall’Isarco al Piave” e, a seguire: “Il canto ‘La Montanara” di Lorenzo Bettiolo; “Nomi latini o deutonici?” di Achille Carbogno; “Ricordi di gioventù… Il campanile di Brabante” firmato da Paolo Pellegrini; “I volontari feltrini alla Cengia Polin” di Giorgio Tosato; “Viaggio aereo fra le torri piatte. Un’avventura fuori dalle mode, sulle orme di ‘Cliffhanger” di Roberto Arosio e Marco di Tommaso. Proseguendo, Stefano Reolon è autore di: “Orientamento; l’uso di carta e bussola”e Vittorino Mason di: “La traversata dei Monti del Sole” ed Alberto Bertini di “Formazioni geologiche dell’alto Agordino”, inquadramento generale, prima parte-Sotto il titolo generale “Senza Barriere”, Vito Pallabazzer ha scritto su: “Tra le cose che abbiamo perdute”; Bortolo De Vido su: “Le fornaci di San Vito”; Armando Aste su: “Etica dell’arrampicata, Un bel problema”; mons. Vincenzo Savio, lo scomparso vescovo di Belluno-Feltre, su: “Un anno fa l’inaugurazione del Sentiero Frassati”; “Teresa” su: “Lettera d’amore alla montagna”; infine Paolo Lombardo su: “Il Cai e l’Anno internazionale delle montagne”. Chiudeva la serie un servizio dedicato a: “Il Rifugio ‘Padova’ in Val Talagóna. La rivista dedicava poi come di consueto largo spazio al notiziario delle varie Sezioni e alle recensioni. Da ultimo non dimentichiamo, visto che si è iniziato con il “Premio Pelmo d’Oro”, che nell’edizione del 2002 il riconoscimento istituito dalla Provincia di Belluno – cerimonia della consegna sabato 3 agosto 2002 a Caprile – fu assegnato all’unanimità, per Alpinismo in attività al triestino Mauro Bole “Bubu” con la motivazione: “Arrampicatore solare, estroverso e audace, tra i massimi esponenti mondiali della scalata libera, ha portato nell’universo alpinistico il buon nome delle Dolomiti Bellunesi”. Per la carriera alpinistica a: Sonia e Georges Livanos, con la motivazione: “Coppia d’oro sulle rocce e nella vita, ha fatto conoscere le Dolomiti Bellunesi al mondo alpinistico d’oltralpe, spesso legandosi con sincera amicizia alla corda di forti alpinisti bellunesi”. Infine il premio speciale era andato a Reinhold Messner con la motivazione: “Universalmente riconosciuto fra i più grandi alpinisti, ha saputo esprimere la straordinaria capacità di valicare i confini di ciò che molti ritenevano impossibile. Affezionato alle Dolomiti Bellunesi – terra delle sue radici materne – ha qui lasciato l’impronta indelebile del suo passaggio sia alpinistico che culturale”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal semestrale “Le Dolomiti Bellunesi” e siti Angeloelli.it, Planetmountain.it, Wikipedia): la copertina del primo numero 2002 della rivista “Le Dolomiti Bellunesi”; la motivazione del Premio della Provincia a “Le Dolomiti Bellunesi” per la letteratura alpina; il prof. Johannes Kramer; postazione italiana (foto Dino Colli); “sorprese di una montagna celeste” (foto Cesare Lasen); Hans Dülfer; fanciulle in costume agordino; Toni Ortelli autore del canto “La montanara” (archivio fratelli Pedrotti Trento); Civetta: il Campanile di Brabante; dal Posto Polin verso l’alta Val Travenànzes dove è visibile il Sasso Misterioso; sensazione strana quella del vuoto…; il Bus de le Néole (foto V. Mason); Mauro Bole “Bubu”; Sonia e George Livanos; Reinhold Messner.