A un mese dalla catastrofe il bilancio in sala Bianchi a Belluno nella Giornata internazionale del volontariato su invito del Csv
BELLUNO Fuoco, acqua, aria e terra tenuti a bada dall’ottima macchina per l’emergenza, ma anche dal volontariato autorganizzato. La lotta ai quattro elementi totalmente impazziti a fine ottobre in provincia di Belluno, prima con l’enorme incendio scoppiato in valle di San Lucano (Taibon Agordino) e poi con la devastante alluvione mista a uragano che ha infierito ancora sull’Agordino ma poi anche sul Comelico, il Cadore e il Feltrino, è stata vinta da una combinazione di forze quasi perfetta, che ha permesso di contenere il numero di vittime e i danni alla persona, anche se quelli a cose e ambiente sono ancora oggi incalcolabili.
IL BILANCIO NEL CONVEGNO
Da subito sono mancati l’energia elettrica, l’acqua, le comunicazioni stabili e percorsi sicuri, vista la quantità enorme di piante che sono state schiantate dal vento fortissimo. Ma nonostante questo, già dalla mattina del 30 ottobre decine di cittadini, come anche di volontari, sono scesi per strada per cercare di contenere il contenibile, in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Il volontariato bellunese ha avuto per tutti un ruolo centrale nell’arginamento dell’emergenza maltempo. Per omaggiare la mobilitazione di cittadini, organizzazioni, enti e istituzioni, il Csv di Belluno ha voluto dedicare a questa parte molto attiva e insostituibile della società bellunese la giornata mondiale del volontariato, che ricorre ogni anno il 5 dicembre, organizzando in sala Bianchi il convegno “Il Volontariato nell’emergenza maltempo del Bellunese” con ben 11 relatori, in rappresentanza di 11 organizzazioni sparse e attive su tutto il territorio. A precedere la carrellata di interventi il saluto del presidente Gianluca Corsetti, che ha esortato l’impegno del volontariato bellunese a difesa del presidio provinciale del Centro di Servizio per il Volontariato, seguito dall’intervento sostenitore del consigliere di Fondazione Cariverona Renzo Poloni. Anche l’assessore Marco Perale ha portato i suoi saluti per conto del Comune di Belluno, aprendo una prospettiva anche sul volontariato meno atteso, ad esempio quello archeologico, che ha permesso di identificare tutta una serie di reperti venuti a galla dalla piena del Piave.
HANNO DETTO
Ivo Gasperin – Ana sezione di Belluno “Nessuna gelosia ma professionalità ammirevole” Nardo Mognol – Ana/Protezione Civile Alpago “Grazie a chi ci portava il tè per ringraziarci” Alex Barattin – CNSAS “Il problema ora sarà la neve” Andrea De Bernardin – sindaco del Comune di Rocca Pietore “Ho scelto di fare clamore mediatico, il giorno dopo ho invocato l’arrivo dell’esercito. Siamo stati miracolati” Cinzia Soldan – Protezione civile Val di Zoldo “Non riuscivamo a uscire dalla Valle” Fabio Zampieri – Croce Rossa comitato di Belluno “È stato strano intervenire per il Bellunese” Ueli Costa – consigliere del Comune di Tambre “Non era possibile rispettare i tempi della burocrazia, abbiamo agito d’istinto” Paolo Perenzin – sindaco del Comune di Feltre “Un mort o è già troppo, ma pensate cosa sarebbe successo se non fosse intervenuto il Prefetto” Alessandro Santin – Cai sezione Val di Zoldo “Dateci i mezzi per restare e aiutare la nostra terra Stefano Zannini – Cai sezione di Feltre “Sono un danno erariale” a terra”