Il cartello che si può leggere all’inizio del Ponte degli Alpini dove vi è il cantiere, spiega che sulla linea ferroviaria Belluno-Ponte nelle Alpi (traffico dei treni sospeso e sostituito da corse di pullman) sono in corso lavori per l’elettrificazione. In particolare, nel tratto che corre in parallelo con la via Medaglie d’Oro, e va verso il Ponte della Ferrovia prima di approdare alla stazione di Belluno, dove il binario non c’è da giorni perché rimosso, si stanno effettuando “interventi di consolidamento della trincea dal chilometro 85+850 al chilometro 86+300 della tratta Belluno-Ponte nelle Alpi propedeutici all’adeguamento sagoma per l’elettrificazione”. Committente è la società RFI che sta per Rete ferroviaria italiana attraverso la direzione territoriale produzione di Venezia So. Ingegneria. Appaltatrice è l’impresa Veneta 21 edilizia ferroviaria; subappaltatori: per le indagini di valutazione del rischio bellico residuale Francesco Zivolo di Colli al Volturno in provincia di Isernia; per la realizzazione dei micropali la In-Co srl di Malonno in provincia di Brescia. L’importo contrattuale è di 500 mila euro, comprensivo degli oneri per la sicurezza. Progettista dei lavori la Via ingegneria srl, direttore dei lavori Rfi spa con l’ing. Giovanni Amendola che è anche coordinatore per la progettazione; responsabile dei lavori è l’ing. Francesco Perrone; direttore tecnico per conto dell’appaltatore il perito industriale Giuseppe Fagherazzi; responsabile di cantiere dell’appaltatore il perito industriale Augusto Burigo. Consegnati il 26 novembre dello scorso anno, i lavori dovrebbero essere ultimati in 150 giorni cioè entro la fin e di questo mese di aprile. Dal sito: peraltrestrade che si rifà ad un servizio del Corriere delle Alpi di Belluno si ricorda che “Personale Rfi è al lavoro per elettrificare la linea dalla stazione pontalpina a Belluno mentre verso Calalzo saranno realizzate delle opere di straordinaria manutenzione”. Scrive quindi che “per vedere realizzata l’elettrificazione di tutta la rete da Venezia a Belluno, i lavori continueranno fino al 2020”. In particolare sulla tratta Ponte-Belluno proseguiranno gli interventi di elettrificazione della linea da parte di Rfi. In primo luogo sarà adeguata la sagoma del cavalcaferrovia per consentire l’installazione della rete elettrica aerea. Poi sarà realizzata un’infrastruttura per sostenere la nuova linea elettrica e potenziato il sistema elettronico. Per quanto riguarda invece la Ponte nelle Alpi-Calalzo di Cadore “non si interverrà per l’elettrificazione, ma per una manutenzione straordinaria dei binari, degli scambi e della massicciata ferroviaria su cui poggiano i binari stessi. Inoltre, sarà eseguita una pulizia delle piante e degli alberi che insistono lunga la rete ferroviaria, per evitare problemi e disagi in caso di piogge e nevicate invernali. In poche parole, si tratta di interventi utili a mantenere elevati gli standard di sicurezza previsti per il trasporto ferroviario”. E a proposito della ferrovia del Cadore, Wikipedia ne riporta la storia travagliata ricordando che dopo vari ritardi nella firma dell’atto di concessione e nella sistemazione della stazione di Belluno, “il 12 marzo 1911 fu dato finalmente l’avvio al lavori, che procedettero rapidamente portando all’inaugurazione del tronco Belluno-Longarone l’8 agosto 1912, all’apertura all’esercizio del tratto fino a Perarolo il 6 giugno 1913 e all’inaugurazione dell’intera linea il 18 maggio 1914”.. Rammenta quindi che “Il 20 maggio 1914, due giorni dopo l’inaugurazione della linea, gli abitanti dei paesi della valle del Boite bloccarono con delle barricate il binario in località Sant’Andrea (in comune di Valle di Cadore), ritenendosi penalizzati dalla mancanza di una fermata che giudicavano indispensabile per la loro economia. Furono accontentati con l’istituzione della fermata di ‘Sant’Andrea’ posta presso la casa cantoniera al km 122+625 in un tratto in piano di 314 metri posto tra il viadotto ‘Busa del Cristo’ e l’omonima galleria della fermata; inaugurata il 16 ottobre 1914 fu soppressa nel 1928, dopo aver perso ogni utilità con la costruzione della Ferrovia delle Dolomiti che percorreva l’intera valle del Boite… Il 9 ottobre 1963 circa due chilometri di linea e la stazione di Longarone vennero spazzati via dall’inondazione collegata con il disastro del Vajont. La stazione fu ricostruita in uno stile diverso dalle altre della linea. Infine un’annotazione per sottolineare che “Lungo tutto il percorso la sagoma limite delle gallerie non è compatibile con l’elettrificazione (lo spazio fra il tetto dei rotabili e la volta non supera i 20–30 cm) e un’eventuale conversione a trazione elettrica comporterebbe importanti lavori di adattamento, come l’abbassamento del piano del ferro o l’allargamento delle gallerie”.
NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzioni da “Il treno per le valli del Bellunese” di Bruno Bersaglio, tipografia Piave di Belluno, giugno 1975): lavori in corso nella zona di via Medaglie d’Oro-Ponte degli Alpini sulla ferrovia Belluno-Ponte nelle Alpi; la vecchia stazione inaugurata nel 1886 e demolita nel 1928; l’imboccatura della galleria bellunese La Vignetta; il viadotto sull’Ardo demolito dai soldati italiani prima dell’invasione; il nuovo ponte in costruzione dopo la Grande Guerra; traforo ferroviario sotto il colle di Castellavazzo; il Ponte di Ospitale di Cadore; arrivo del treno inaugurale a Perarolo il 5 giugno 1813; la prima locomotiva giunta in Cadore durante il corso dei lavori; la stazione di Calalzo