di Renato Bona
Nel marzo del 1989 veniva proposta dall’Amministrazione provinciale di Belluno la prima edizione (la seconda sarebbe seguita nell’agosto dello stesso anno; a seguire, altre due edizioni) del prezioso, elegante libro “Belluno. Viaggio intorno a una provincia”, con la Libreria Pilotto Editrice di Feltre, stampato da Graphic Group Feltre. In copertina la foto di Francesco Sovilla con la fuga di archi del Palazzo dei Rettori, oggi della Prefettura, a Belluno, nei risguardi di copertina: due mappe del territorio bellunese, realizzate da Giampiccoli (1780) e Magini (1620), fotografie del già citato Sovilla e quindi di Cadorin, Dalla Giustina, De Vido, Riva. Autori dei testi: Maurizio Busatta (curatore anche del piano dell’opera, progetto e coordinamento editoriale: autore dei capitoli: “Una provincia che crede nel futuro”, “Il cuore dello sviluppo”, “Una comunità che cresce”); Giovan Battista Pellegrini (“Protostoria e storia antica”); Dino Conti (“L’effetto città”); Fiorello Zangrando (“La dove muovevano le zattere”, “Longarone, prima e dopo”, “Un loggione sulla Val Belluna”, “Il bosco dei Dogi”, “La valle del gelato chiama turismo”); Silvio Guarnieri (“Presenze ed assenze”); Adriano Sernagiotto (“Una città e un territorio ponte”); Giuseppe Sorge (“La nuova frontiera”); Ulderico Bernardi (“La condizione migrante”); Gian Candido De Martin (“La realtà delle Regole”); Giancarlo Pagogna (“Acqua, legno e occhiali”); Lucio Eicher Clere (“La voglia di restare”); Mario Ferruccio Belli (“Lungo la Strada Regia”, “Cortina, la Tradizione”). Sotto il titolo “Una riflessione e un impegno”, la Giunta provinciale dell’epoca precisava di aver affidato “l’incarico di accompagnare il lettore in questo Viaggio per meglio apprezzare non tanto e solo l’entità fisica e territoriale della provincia, quanto la peculiare individualità etnico-culturale della società bellunese, alla cui precisa definizione e connotazione hanno contribuito, fin dalla preistoria , le amene bellezze naturali come luoghi in cui si sono configurati gli incontri delle varie culture”. E concludeva sottolineando che “Ai bellunesi è dedicato questo lavoro per un momento di riflessione sulla civiltà, sulla storia, sulla cultura, sulle tradizioni oltreché sulle aspirazioni. A questi ultimi è rivolto l’impegno dell’Amministrazione provinciale di Belluno, ente intermedio fra le otto Comunità montane, i sessantanove comuni e la Regione Veneto, chiamati a collaborare per attuare concreti interventi corrispondenti alle aspettative di tutta la popolazione bellunese”. Busatta dal canto suo specificava che: “Questo Viaggio intorno alla provincia di Belluno è un omaggio alla terra delle Dolomiti: gli atolli più vicini al cielo, come definì i Monti Pallidi Giovanni Comisso, grande interprete dell’anima veneta. Un paesaggio, un ‘marchio’ – le Dolomiti – largamente bellunesi, anche se c’è chi se ne dimentica”. Aggiungendo: “Le pagine che seguono non intendono affatto assolvere la funzione di guida. Scandite da fotografie che si possono gustare come un film, e scritte a più mani, queste testimonianze offrono al lettore una serie di contributi che, pur articolati per area e quindi di fatto proposti sotto forma di baedeker, tendono a raggiungere un obiettivo più complesso: la scoperta, o meglio l’identificazione dei ‘caratteri originari’ (sotto tutti i punti di vista) della provincia di Belluno,, del suo territorio, della sua gente…”. In questa occasione, “accompagnati” da Giuseppe Sorge, ci soffermiamo sul capitolo dedicato all’Agordino, in cui l’autore richiama una “profezia”dell’accademico bellunese del Cai Furio Bianchet a proposito di “cosa sarebbe per queste zone se una funivia arrivasse in cima al Civetta; oppure in cima alla Marmolada” per ricordare che qualche anno dopo, quell’ipotesi diventava progetto della famiglia Vascellari che, d’intesa con il Comune di Rocca Pietore e degli operatori turistici di Alleghe finanziava la realizzazione dell’arditissimo impianto funiviario in due tronchi (da Malga Ciapela a Serauta e da Serauta a Punta Rocca) che avrebbe raggiunto qualche anno dopo la sommità della ‘Regina delle Dolomiti’ a 3265 metri. Un tragitto di poco meno di trenta minuti”. Sorge aggiungeva: “La storia dell’Agordino, o meglio l’ultimo capitolo, quello che stanno ora vivendo le genti di questa vallata percorsa dal torrente Crodevole, porta come data significativa quella del 1967. Da allora la vallata ha conquistato una posizione di preminenza nell’economia non solo turistica, del Bellunese, realizzando con numerosi altri impianti funiviari, seggiovie, skilift, e con la seconda stagione, quella invernale, un rilevante e qualificato patrimonio che sta cambiando le sorti di questa gente, le sue condizioni di vita, la sua ricchezza”. Passava ad altro, dopo un cenno sull’antico ospizio (San Marco) di Vedana per citarne uno per tutti, lungo la vallata (era da mettere in relazione all’intenso traffico commerciale in particolare con la laguna veneta, che aveva come direttrice obbligata il ‘canale d’Agordo’). E, a proposito di scienza, miniera e fucine, dopo la citazione dell’Istituto minerario e di Tito Livio Burattini, la sottolineatura che: “Nel XV e XVI secolo dalla Valle del Mis a Caprile, dal Passo Valles al Duran non c’era località che non avesse la sua piccola miniera di ferro, o di rame, o di piombo o magari d’argento…”. Quindi, per arrivare a tempi più vicini, la grandiosa realtà dello stabilimento Luxottica di Leonardo Del vecchio che dà lavoro a migliaia di persone. Immancabile il richiamo a illustri figure religiose come Albino Luciani, il “Papa bellunese del sorriso” asceso al soglio di Pietro col nome di Giovanni Paolo I, padre Felice Cappello. Don Antonio, Della Lucia; poi edifici sacri che sono anche monumenti nazionali. E, ancora, il lago di Alleghe ed il Castello di Andraz con la loro storia così come i Serrai di Sottoguda le realtà della Val Fiorentina, quelle dei rifugi e via elencando…
NELLE FOTO (Radio Più e riproduzioni dal libro “Belluno. Viaggio intorno a una provincia”): il dott. Maurizio Busatta; la copertina del volume voluto dalla Provincia di Belluno; splendida panoramica del ghiacciaio della Marmolada; hockey nello stadio del ghiaccio di Alleghe; Tiser di Gosaldo, nell’alta valle del Mis; un “caregheta” di Rivamonte; il “Broi”, la vera piazza di Agordo; obiettivo sullo stabilimento di Luxottica; l’istituto minerario “Follador”; Canale d’Agordo: il paese della “valle dei santi alla finestra” oltre che terra natale del “Papa bellunese del sorriso”, Albino Luciani; Cencenighe alla confluenza del Biois nel Cordevole; chiesa e campanile di San Simon di Vallada; rifugio Scarpa e malga Losch a Frassenè di Voltago; suggestivo: scende il tramonto su Alleghe ed il suo lago; il Castello di Andràz di Livinallongo; Colle Santa Lucia: linea di demarcazione tra mondo tirolese e civiltà veneta.