di RENATO BONA
RIVAMONTE Rieccoci a Villagrande, in comune di Rivamonte Agordino, per completare la ricognizione della frazione della quale ci siamo occupati nel precedente servizio, sempre “guidati” dall’ottimo libro fotografico fortemente voluto dal Club Unesco Agordino presieduto da Giuliano Laveder, e realizzato – col patrocinio di Ficlu, la Federazione italiana club e centri Unesco – nell’ottobre del 2013 con la tipografia Castaldi di Agordo. In questa occasione apriamo la carrellata di pregevoli immagini con quella di un folto gruppo, intitolata “Villagrande – 1925” che documenta il “Matrimonio di Serafina Casera e Arcangelo Gnech (Bane). Per la cronaca: “Qualche anno dopo, nel 1927, il Comune di Rivamonte poteva vantare un fotografo professionista: infatti fu concessa a Cesare Gnech, residente a Villagrande, la licenza per esercitare l’arte fotografica con laboratorio”. Segue quella di un piccolo gruppo al femminile, intitolata: “Merceria Pasquali (Tòni Tuli) – 1967” accompagnata dalla dicitura che precisa: “da sinistra: Maria Grazia Paganin, Amabile Del Din con in braccio Chiara Lazzaroni, e Annalisa Conedera. Amabile ha cessato l’attività nel 1986 ed è subentrata Annalisa Conedera fino al 2002”. Sotto il titolo: “Villagrande con sullo sfondo i tetti ancora in scàndole – metà anni ‘50” la foto di un altro gruppo che comprende: da sinistra: Silvano Fossali, Antonietta Schena, Rosetta Schena. Speranza Laveder, Fortunato Gnech (Nati) e il fratello Davide Pietro Gnch. Tocca quindi a: “Osteria Nin Baga – anni ‘50” che propone, da sinistra: Cesarino Del Din (Cèce) e Giovanni De Bernardin (Nani Patàta). “Incendio a Villagrande – 19 settembre 1917” è il titolo dell’immagine che ha questa dicitura-cronaca: “Nel 1927, nell’intento di prevenire tali eventi, fu fatto obbligo do provvedere in un determinato periodo dell’anno alla pulizia dei camini e fu inoltre creata un apposita commissione di verifica. Inoltre l’illuminazione dei filò nelle stalle prevedeva l’utilizzo di lumi dotati di apposita protezione”. Ancora un gruppo, questo col titolo: “Sopra la piazzetta del Nai – 1963) e la dicitura: “Da sinistra: Domenico Angoletta, Loris Xaiz, Pietro Schena, Liliana Xaiz, Nadia Pasquali e Rosamarì Angoletta”. “Villagrande -1961” propone: “Carolina Botter intenta nella preparazione dei suoi famosi ‘scarpét’. A Carolina si rivolgevano anche i coscritti per farsi confezionare le decorazioni utilizzate nei festeggiamenti, in particolar modo i fiori di carta, i fazzoletti, i berretti”. Una coppia dà il titolo: “Villagrande – Natale 1965” alla fotografia di Maria Fadigà (Marióni) e Antonio Sommariva (Scianta). Per la cronaca: un tempo nell’intero caseggiato, Cantonàda, che dalla strada provinciale arriva fino alla piazzetta del Nai vivevano 113 persone.”Villagrande – anni ‘60”: Giacomo Conedera (Méto Bóra) equilibrista. Stessa epoca: Valentinio Xaiz (Tinòl) con Luciano Conedera davanti alla sua bottega da barbiere. Luciano ha aperto il suo negozio ad aprile 1955 e ha chiuso a gennaio 2011. Segue la foto di “Burèla” – anni’20”. E quindi quella così illustrata: “Centro di Villagrande davanti alla bottega del barbiere e alla casa del Bóra – anni 60”. Mentre è di inizio anni ’40 la fotografia che mostra, da sinistra: i fratelli Rita, Giacomo e Luigi Conedera (Bóra). E’ arrivata la neve! Ed ecco l’immagine intitolata “Bivio Burèla – fine anni ‘40” con dicitura: “Tutti sugli sci sulla strada provinciale dove è stata costruita la casa di Giovanni Fossen (Nani Rosina). Da sinistra: Pietro Conedera, Giorgio Gnech (Pelìt), Luciano Conedera, persona non identificata, Italo Gnech (Tonéti), Pia Gnech (Bòtola), Carlo Fossen, Felice Del Din e Giuseppe Gnech (Pelìt). Due signore in primo piano nella foto intitolata “Davanti all’osteria Nin Baga – anni ‘60” e dicitura che spiega: “Da sinistra: Angela Semplici (Chipa) e Carolina Botter. Sempre sulla sinistra si intravvedono ancora due gabinetti (condùt) che un tempo erano situati all’esterno delle abitazioni. Sulla destra si noti il fienile dove poi è stata realizzata la nuova officina meccanica di Mario Gnech”. “Villagrande – anni 50” è il titolo sopra la foto che ci mostra “I coniugi Fioravante Mottes e Orsolina Bellenzier. Per la cronaca: dopo un incidente sul lavoro in Francia e una conseguente invalidità permanente, Fioravante rientra a Rivamonte e apre un bar che gestisce con la moglie. Negli anni ’40 il bar passa nelle mani di Emilio Tazzer; Fioravante era un punto di riferimento per molte persone a Rivamonte: a lui si rivolgevano per battere a macchina – ancora l’era del computer era lontana – lettere da inviare agli uffici pubblici. E a proposito di neve ecco la “Veduta di Rivamonte dalla casa del Pasquàl Galta – anni ‘60” in cui si vedono, sulla sinistra: Lucia Da Costa con Renzo Troi e il figlio Fabio. Siamo a “Metà anni ‘30” e nella foto di gruppo si riconoscono, da sinistra: Martino Pasquali (Tuli), Arcangelo Gnech (Lollo), Gigi Gèr, Luigi Gnech (Giso Grillo). Pietro Rosson (Pòpo Casenóve), Mario Faoro (Pierino) e Domenico Da Costa (Baldi). Cronaca: “Gigi Gèr abitava a Villagrande, sulla piazza dell’Òlt, finché l’incendio del 1917 non distrusse completamente la casa; in seguito visse svolgendo piccoli lavori e trovando ospitalità presso alcune famiglie di Villagrande e Rosson, quando non trascorreva lunghi periodi nei Casèi della Maról, vivendo da eremita. Luigi Gèr è ricordato principalmente per aver costruito e posto le Croci delle 14 stazioni della Via Crucis lungo il sentiero che da Pianezze si snoda fino alla Crós”. Siano giunti all’“Osteria Nin Baga – fine anni ’50, Maria Mottes”. Per la cronaca: “Un’altra osteria di Villagrande, ormai scomparsa, si trovava dove ora c’è il panificio; era il dopolavoro, aperto nel 1930 e contava 70 soci; era gestito da Maria Fossen (Mét) e a seguire dalla Pòpa Tito; quest’ultima si spostò poi al Cral. Il dopolavoro divenne un negozio di generi alimentari gestito dalla Nòthi e dal Tinòl”. Battista Conedera (Tita Bóra) e Vittoria Gnech sono i “personaggi” della foto scattata a Villagrande alla fine degli anni 50. Largo ai giovani nell’immagine successiva, del 1953, che propone Albino e Carlo Schena sulla Lambretta. Segue la foto di gruppo della metà anni ’50 che ci mostra in prima fila Marcella Gnech e Rita Schena, in seconda fila, sempre da sinistra: Gianni Fossen, Silvano Fossali bimbetta non identificata e Orsolina Bellenzier; dietro: Rita Faoro e Maria Gnech del Titolét. Facciamo tappa all’“Osteria dai Fossali, prima metà degli anni ’40” con dicitura che spiega: “L’osteria disponeva di due campi di bocce e qui si poteva ballare. Il bar è stato chiuso alla fine degli anni ’40. Si riconoscono: a destra Abele Gnech (Gal) e, dietro, vestito di scuro, Angelo Carèl. Indietro nel tempo: anno 1911 fra le donne in costume tipico il piccolo Battista Conedera (Tita Bóra) in braccio ad Antonia Gnech con le sorelle Celeste, una non identificata, Mariàni, Vincenza (Sànghi) e Lucia (Thiéta). Ci avviamo a conclusione con la foto scattata davanti alla casa dei Marengói alla fine degli anni ’50; sullo slittino Luciano e Ivana Fadigà, dietro la mamma Elisa Schena. Per la cronaca: negli anni Trenta una circolare del Comune riportava che “slittarsi per diporto lungo le strade comunali, vicinali e consorziali” era assolutamente vietato. Ed ecco l’ultima immagine, intitolata “Interno della latteria di Villagrande” con dicitura che per la cronaca spiega: “Il 17 giugno 1896 fu fondata la ‘Società Anonima Cooperativa Lattaria di Rivamonte’ con 50 soci delle frazioni di Canop, Rosson e Villagrande. L’edificio fu costruito ‘a piódech’ con le pietre di Lach e la sabbia di Forcella Franche nel 1894. Attualmente il caseificio, di proprietà comunale, è utilizzato dalla Cooperativa Agricola Canop”.