di RENATO BONA
In collaborazione con Roberto Reolon (descrizione tecnica) ed Augusto Burlon (presentazione araldica), l’amico Vincenzo Caputo ha dato alle stampe nel luglio 2009, con l’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal dinamico prof. don Sergio Sacco, e la Tipografia Piave (che da qualche tempo ha purtroppo cessato l’attività) l’interessante volume, circa 200 pagine, intitolato “Cancelli in ferro a Belluno” con una splendida serie di immagini (Luca Zanfron e lo stesso autore). Un lavoro – scrive Caputo in presentazione – che mi ha emotivamente coinvolto, specialmente ogni qualvolta mi sono soffermato a pensare quanto umano impegno, quanta fantasia artistica e quanta paziente fatica siano state profuse per la realizzazione di ogni singola opera. Proprio queste sono le motivazioni che mi hanno spinto ad affrontare la ricerca. Essa vuole essere, pertanto, un doveroso riconoscimento per chi, nel tempo, ha così tanto dato”. Apriamo questa seconda “passerella” dei cancelli con quello della via San Lucano 30, del secolo XVIII, a nostro modesto avviso uno dei più suggestivi anche per quanto lascia intravvedere dietro: il Piave! In buono stato di conservazione, il cancello, di rilevanti proporzioni, è sormontato da un motivo agreste e, attraversatolo, si entra nel cortile di Palazzo Doglioni-Dal Mas, ora sede dell’Associazione Industriali. Il manufatto era stato spostato di sede nel 1964 a seguito dell’apertura della Via del Piave. Buono anche lo stato di conservazione di quello al civico 3 di Piazza Duomo, del XX secolo. Si tratta di uno dei due analoghi cancelli all’entrata del cortile della Curia (ex cimitero) collocato tra il campanile di Juvarra (secolo XVIII) e la Cattedrale. Per lavorazione e tipologia i due cancelli potrebbero risalire ai primi del Novecento o essere stati installati dopo il terremoto del 1936. Torniamo nella via del Piave per un altro “pezzo” in buono stato al civico 7: ricco di bei motivi e da alcuni fatto risalire all’Ottocento, è collocato all’interno della corte di un antico palazzo (secolo XVII-XVIII), in precedenza era in luogo avanzato rispetto all’attuale, spostamento avvenuto negli anni ’70. Nella stessa via, civico 8, in non buono stato, ecco il cancello attribuito all’Ottocento, all’interno di un preesistente giardino e anticamente denominato “accesso Barbacane” adiacente ad un avamposto della mura della Città”. E siamo nella parallela via I Novembre 1918, civico 2, non buono lo stato del manufatto del secolo XX: interessante cancello d’entrata al cortile dell’ex Canonica e Casa del Priore della demolita Chiesa di Santa Croce (secoli XVII-XVIII). Risale probabilmente ai primi decenni del secolo scorso. Spostandoci nella via Brustolon si può osservare l’imponente cancello “a due ante, alla spagnola”, in buono stato, del XIX secolo, dal quale si accede agli uffici comunali. Ed eccoci nella via Mezzaterra; un massiccio cancello dalle linee settecentesche, in buono stato, consente di accedere alla corte di Palazzo Piloni (secolo XV) la cui facciata principale dà sulla via Duomo, civico 25. Restaurato di recente – scrive Reolon – lo stile elaborato e fittamente ricamato richiama il gusto barocco anche se la tecnica è tipicamente ottocentesca. A pochi passi, civico 3 della via San Pietro, in buono stato, il cancello carraio del secolo XX, primi anni del Novecento che dà accesso ad un ampio cortile di due vecchi stabili. Tocca ora alla via Del Cansiglio, civici 2-8: del XVIII secolo, in buono stato, il cancello da cui si accedeva alla Scola, già sede della Confraternita del Suffragio. I due pilastri settecenteschi – puntualizza Caputo – sono a ridosso di un ottocentesco stabile e alla ex Chiesa di San Giorgio del Suffragio o delle Anime (1673) chiusa dai napoleonici nel 1806. Stessa via, civico 9: del secolo XIX, in buono stato, cancello risalente agli anni Trenta, delle ex scuderie di pertinenza del già Albergo al Sasso la cui attività è terminata negli anni Cinquanta. Ci spostiamo nella via Ricci, civico 18, per un cancello del secolo XX in buone condizioni: sovrastante un cancello di recente fattura e facente parte dell’entrata alla corte del “Cappello” (1843) si può ammirare questo grande motivo floreale dell’arte del ferro battuto, probabilmente risalente al primo periodo del secolo scorso”. Breve camminata, magari sotto i portici oppure sul listòn, per approdare alla via Psaro dove al civico 18, in buono stato di conservazione, c’è, del XX secolo, il cancello (“a due ante con timido accenno al nuovo stile dominante denominato Art Nouveau”) d’entrata all’edificio scolastico già Regia Scuola Industriale (1905) poi Istituto tecnico industriale Segato. A di pochi passi ecco nella via Caffi, in buono stato, il cancello, del XIX secolo, riferibile alla seconda metà dell’Ottocento, di accesso alla corte di un vecchio edificio. Poco più in là, nella via Segato, civico 4, ampio cancello (anno 1934, in buone condizioni) di entrata ai giardini delle scuole elementari Gabelli, costruite negli anni Trenta al posto della vecchia stazione ferroviaria. Privo della targhetta con notizie in merito, si dice realizzato dall’Officina meccanica De Benedet Angelo e figli di Belluno. Avviandoci a conclusione e salendo il Viale Fantuzzi, ecco al civico 2, del XX secolo ed in buono stato, l’ampio e robusto cancello d’accesso al cortile della Villa Sperti già esistente nel 1896 come risulta dalla pianta della città della guida di Belluno dell’epoca, ora adibita ad uffici. Il cancello risalirebbe agli anni Venti e secondo alcune fonti sarebbe opera anche questo dell’Officina De Benedet. Nella via Volontari della Libertà, al civico 13, pure del XX secolo, e parimenti in buono stato, cancello d’accesso nei primi decenni del ‘900, al cortile dell’ex albergo Belluno, ora sede della Questura. Siamo nella via Nicolò De Stefani dove c’è dalla fine anni ’30 il cancello d’entrata, XX secolo, in discreto stato e, nella stessa via, al civico 3, in buono stato, quello all’entrata di una villa risalente agli anni ’20 il cancello, dello stesso periodo, è cimato dalle iniziali “GM” che stanno ad indicare Guarnier Marino. Una targhetta ne indica il costruttore: personale della ditta “Michielotto & Schiavon Costruzioni in ferro Belluno”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Vincenzo Caputo): Piazza Duomo civico 3; Via San Lucano 30; Via Del Piave 7; la stessa via civico 8; Via I Novembre 1918 civico 2; Via Brustolon; Via Mezzaterra; Via San Pietro civico 3; Via del Cansiglio 2-8; la stessa via, civico 9; Via Ricci civico 18; Via Psaro civico 18: Via Ippolito Caffi; Via Segato civico 4; Via Fantuzzi civico 2; Via Volontari della Libertà civico 13; Via Nicolò De Stefani; stessa via civico 3.