BELLUNO Il pollaio di Zoldo Alto vince la scommessa. Il giovane agricoltore Saverio De Rocco, che quattro anni fa aveva scommesso sulle uova avviando un allevamento di 600 galline, raddoppia e rilancia. I pollai ora sono due e gli animali allevati sono arrivati a 1.500. Per il futuro, inoltre, c’è un altro progetto: un piccolo macello per produrre galline da brodo, utilizzando così gli animali ormai vecchi e improduttivi. “Malgrado la difficoltà che stare in montagna comporta, ho aperto in Valzoldana la mia piccola azienda agricola Al Galiner con un pollaio mobile, producendo uova buone e freschissime – racconta Saverio De Rocco, 34 anni, allevatore di Confagricoltura Belluno -. La risposta è stata sorprendente: tutti hanno iniziato a chiedermi uova, dai macellai agli alimentari, dai fruttivendoli ai ristoranti. Così ho deciso di ampliarmi e ho acquistato altre 900 galline, allestendo un altro pollaio mobile e ampliando l’area esterna per farle scorrazzare a 7.000 metri quadrati. La domanda di uova di galline lasciate libere all’aperto, senza forzature nei ritmi di vita naturale e nell’alimentazione, è altissima e con due gruppi di galline riesco ad avere sempre uova a disposizione. D’estate sono arrivato a produrne 900 al giorno, ma adesso ho un gruppo di galline vecchie che stanno diventando improduttive e perciò ho dovuto acquistarne altre per garantire il turnover”. Nel nuovo piano aziendale, elaborato con il supporto di Confagricoltura, ha inserito il progetto di un piccolo macello dove produrre galline da brodo. “Da tempo la gente mi chiede la possibilità di acquistare la carne, dato che gli animali sono sani, allevati senza antibiotici e nutriti con mangimi ogm free – spiega De Rocco, che nel lavoro è affiancato dalla moglie Nadia -. Per fare questo dovrò prendere in affitto un altro locale, perché nell’impianto di galline ovaiole non può sussistere l’attività di macellazione. Sono pronto per fare il grande salto, ma c’è molta incertezza sui tempi a causa della burocrazia, che ha tempi lunghissimi. Fare l’agricoltore dovrebbe essere un’attività facile e poco stressante, ma non è così. Le tempistiche per avere risposte a volte sono di anni e nel frattempo tutto resta bloccato. Servirebbero più sostegni per le piccole aziende di montagna, dato che mantengono viva l’economia del territorio e continuano le tradizioni di famiglia, come accade nel mio caso dato che mio nonno allevava conigli e galline”.
Le prospettive per il settore sono buone. Il mercato premia le uova provenienti da allevamenti a terra, con un consumatore su cinque che le preferisce alle altre. In Veneto il settore avicolo rappresenta una punta di diamante sul territorio italiano, con una produzione annua di 2 miliardi di uova e 200 milioni di fatturato, che rappresenta il 16 per cento del totale nazionale. L’Italia è al quarto posto in Europa per la produzione di uova dopo Francia, Germania e Spagna: ogni anno si producono 13 miliardi di uova, con 1,3 miliardi di fatturato per la sola componente agricola.