BELLUNO Il Prefetto, il Presidente della Provincia, i Sindaci e il Procuratore Capo, le massime autorità civili e militari ma anche tanti giovani ieri sera nella Basilica Cattedrale di Belluno per celebrare, insieme ai Carabinieri di Belluno, la Patrona dell’Arma, la “Virgo Fidelis”. È stata una cerimonia molto partecipata quella che ieri sera alle 18 si è svolta in Cattedrale, officiata da monsignor Attilio Zanderigo Jona, presenti tutti gli Ufficiali e i Comandanti di Stazione della provincia. I pennacchi rossi e blu delle Grandi Uniformi dei Carabinieri hanno fatto da cornice ad una celebrazione particolarmente sentita, con i Labari dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma ad avvolgere l’immagine della “Virgo Fidelis”, posta accanto all’altare maggiore. Il Comandante Provinciale ha voluto rivolgere un ringraziamento particolare per la loro presenza ai ragazzi della Consulta Provinciale degli Studenti e a giovani dell’Istituto Segato Brustolon, ai quali il 4 novembre scorso, nel corso delle celebrazioni per la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, era stato donato il Tricolore “la vostra presenza è davvero preziosa” – ha detto il Colonnello Pigozzo – “perché queste cerimonie non sono un momento meramente formale, ma di reale condivisione di Valori e forse anche di ideale passaggio del testimone verso le nuove generazioni”. Era il 1949 quando il Papa Pio XII pose i Carabinieri sotto la protezione della Virgo Fidelis. E anche quest’anno, in una atmosfera diversa dagli anni passati, quando la pandemia aveva costretto a cerimonie più contenute senza la partecipazione di ospiti, si è celebrata la Santa Messa per la Patrona, ricorrendo anche la “giornata dell’orfano”, per ricordare la costante opera di sostegno delle famiglie dell’Arma da parte dell’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri (ONAOMAC, ente fondato nel 1948 e che, sin dalla sua origine, ha il compito di assistere, fino al conseguimento della laurea, gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri). “È un giorno di festa ma anche di riflessione su molti aspetti del nostro essere Carabinieri. Sicuramente sui Valori che sono propri di ogni uomo con gli Alamari, di ciascun uomo che, credendo profondamente nell’impegno a mettere la propria vita al servizio della Patria, ha scelto di indossare questa uniforme. Un uniforme che significa Onore, Dovere, Sacrificio, Coraggio, Fedeltà. Significa tutto questo e molto di più per ciascuno di noi che viviamo, con intima convinzione, il senso della missione affidataci, nel servizio di ogni giorno, in mezzo alla gente” ha detto il Comandante Provinciale nel corso del suo intervento. È stato poi ricordato l’81° anniversario della battaglia di Culqualber, in Africa Orientale, nel corso della quale persero la vita, in uno straordinario slancio di eroiche virtù, quasi duemila Carabinieri del 1° Battaglione Coloniale, evento che valse la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri. Con un intervento particolarmente intenso, il Comandante ha ricordato come quei Carabinieri avessero “fedelmente creduto nella Patria e, mentre tutto intorno a loro stava crollando, con il loro coraggio sublimarono il significato delle parole Fedeltà e Onore” e, rivolgendosi ai Carabinieri in Chiesa ha concluso dicendo “vi sono stati ricordati i fatti d’arme di Culqualber perché i Valori in cui credevano quei nostri fratelli caduti, sono gli stessi che hanno fondato la nostra istituzione nel 1814, gli stessi che ogni giorno, con il nostro diuturno servizio, portiamo tra la gente, con la bandoliera a tracolla e il sorriso sulle labbra, gli stessi Valori che ci devono guidare nell’essere generosi servitori dello Stato, limpidi difensori della Legge, saldo sostegno e conforto dei più deboli”.
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