LIVINALLONGO “Siamo impauriti per il ricordo di Vaia, di quella notte, di quel vento. Siamo preoccupati per quello che non è stato fatto e da allora è già passato un anno. Le compagnie telefoniche ad esempio hanno lasciato i cavi penzolanti con conseguenze già viste nel corso dell’estate”. Chi parla è Nicoletta, vive in una frazione di Pieve di Livinallongo, decentrata e dove non è facile sopportare la quotidianità soprattutto se si rimane senza telefono come già successo dopo il 29 ottobre di un anno fa “Qui – ci fa notare – ci sono i pali del telefono ancora in equilibrio instabile, anzi non ci sono proprio. I cavi sono appoggiati sui rami degli alberi, sulle foglie che stanno cadendo e non e’ escluso cadano anche i collegamenti. E’ già successo con il maltempo e abbiamo la paura che si ripeterà. Abbiamo più volte chiesto che qualcuno venga a risolvere questo problema, ma non abbiamo visto nessun operaio mettere mano alle linee telefoniche, chissà cosa accadrà con l’arrivo della neve”. A Pieve di Livinallongo c’è poi un altro “disservizio”, la mancanza di un punto vendita dei giornali. Con la nuova gestione della cooperativa in centro sono scomparsi tutti i giornali, dai periodici ai quotidiani. “Per noi delle frazioni è un altro punto a sfavore – ricorda Nicoletta – siamo lontani da Arabba dove c’è l’edicola che peraltro in stagione osserva orari ridotti, spesso solo al mattino. Qui capita di leggere il giornale con giorni di ritardo, quando qualcuno scende a valle e si ricorda di portarcelo”.