di Gianni Santomaso
INTERVISTA A GIUSEPPE SCHENA
VOLTAGO Unire le associazioni, ampliare parcheggi e magazzini. Giuseppe Schena, 30 anni, operaio in Luxottica e attuale capo del Gruppo comunale di protezione civile, si candida a sindaco di Voltago alla guida della lista “Ricominciamo insieme”.
Come intendete rivedere il Piano economico di gestione?
«Tra le pieghe del bilancio dobbiamo trovare fondi per sostenere le associazioni e i gruppi sportivi. Se al comune togliamo l’ente statale, esso resta in piedi per il volontariato che contribuisce a creare comunità e a garantire il decoro urbano. Dobbiamo far sedere tutte le associazioni attorno a un tavolo per collaborare nella promozione di eventi più grossi».
Volete un vigile urbano e un tecnico a tempo pieno. C’è lo spazio economico?
«Dobbiamo prima parlarne con la ragioniera. Certo che di fronte a un’emergenza come quella del dicembre scorso abbiamo visto quanto serva un vigile che gestisca l’ordine pubblico e un tecnico per le valutazioni da fare al momento. Il vigile (al momento in convenzione con Rivamonte) serve anche per poter varare lo statuto di polizia rurale».
Come vi ponete di fronte all’idea di un’unificazione tra le scuole del Poi?
«Noi siamo propensi all’idea e ci sono dei genitori favorevoli, ma occorrerà confrontarci con loro al momento di prendere le decisioni. È da valutare anche la possibilità di istituire il tempo pieno dal prossimo anno scolastico».
Per quali edifici comunali prospettate un aumento di volumetria?
«C’è la necessità di ampliare i magazzini comunali a Voltago e di realizzarne uno anche a Frassené. Sappiamo che l’ex macello di Voltago, a disposizione del Comune per il ricovero di attrezzature, è stato affidato ai cacciatori, ma le macchine comunali sono sotto una tettoia al campo sportivo. Serve una rivalutazione complessiva degli spazi».
Nuove telecamere e nuovi posteggi: dove?
«Dobbiamo beccare quelli che gettano i sacchetti delle immondizie lungo le strade o al cimitero. I parcheggi sono stati ridotti sia in seguito alla sistemazione della piazza del municipio, sia alla realizzazione del graffito vicino alla chiesa. Abbiamo bisogno di posti auto a Voltago, e abbiamo in mente due posti in centro, e a Digoman dove ci sono tante seconde case. Inoltre intendiamo allargare l’entrata della strada della zona artigianale alle Corone. Per quanto riguarda altri beni comunali, a Frassené ci sono gli spogliatoi e la casetta vicina da assegnare al Gs Frassené. Abbiamo poi l’ex scuola Paolo Mosca per cui dovremo fare un sopralluogo per valutare gli spazi. Serve inoltre un corposo investimento per la casa di Piandison che è già usata da vari sodalizi. Pensiamo poi alle malghe e ai pascoli che vanno sistemate e recuperati portando anche animali da latte, al fine di creare dei punti di ristoro in quota».».
Contro lo spopolamento cosa si può fare?
«Occorre mantenere i servizi esistenti in primis nella sanità. Serve un locale da garantire al medico di base alla tariffa minima imposta dalla legge. Dobbiamo installare due defibrillatori e un sistema tecnologico che faccia accendere le luci del campo di calcio per un eventuale atterraggio notturno dell’elicottero del Suem».
Come si spendono i 500 mila euro l’anno di fondi di confine?
«Con intelligenza pensando più alla funzionalità dell’opera che all’estetica».
Qual è la sua idea politica? È iscritto a qualche partito?
«La nostra è una lista civica. Non ho tessere di partito».
INTERVISTA A FRANCESCA DELLA LUCIA
VOLTAGO Attenzione per le fasce più deboli della popolazione e confronto con la cittadinanza. Francesca Della Lucia, 49 anni, impiegata all’ufficio tecnico di Luxottica, si è candidata a sindaco di Voltago come capolista di “Vivere la montagna-Vive le nosse crode”.
Cosa intende con il “ritorno a valori civici e morali”?
«Credo che ci sia un bisogno di rappresentanza: sia all’interno del comune che presso altri enti. Penso, inoltre, che un’amministrazione abbia doveri morali verso chi la rappresenta e noi vogliamo trovare delle forme di assistenza verso le fasce più deboli della popolazione che sono gli anziani e le famiglie con bambini».
Cos’è l’albo comunale per anziani inabili che proponete?
«So per esperienza che è difficoltoso trovare la persona giusta che accudisca l’anziano. I bisogni sono diversi: ci sono persone anziane inabili, ma anche persone che sono anziane e stanno bene però hanno bisogno di qualcuno che li aiuti con i canali di comunicazioni attuali. A Bolzano c’è un albo delle persone che offrono il servizio e che hanno delle referenze. L’idea è quella di provare a superare il passaparola e magari di farlo anche a livello sovracomunale».
Per le scuole cosa proponete? Cosa pensate dell’unificazione con gli altri comuni limitrofi?
«Serve un dialogo con i comuni vicini che si trovano nella stessa nostra situazione e valutare anche la possibilità di un tempo pieno. Sappiamo, inoltre, che c’è un problema che riguarda alcune famiglie e cioè dove lasciare i bimbi quando finiscono l’asilo, tra le 15.45 e le 17.30. Abbiamo una bella scuola dell’infanzia e allora perché non provare a dialogare con Luxottica per capire se nell’ambito del suo welfare potesse sostenere un servizio mettendo a disposizione uno spazio in azienda in cui i genitori possano lasciare i figli in attesa che lo scuolabus venga a prenderli?».
Parla della necessità di prendere decisioni coraggiose. Quale potrebbe essere una?
«Sulle cose importanti faremo delle serate in cui diremo alla cittadinanza qual è la nostra idea e chiederemo cosa ne pensa. Quando sui giornali è uscita la notizia del progetto della nuova viabilità di viale della Vittoria a Frassené ognuno diceva la propria opinione. In quel caso occorre interpellare la gente sapendo che non sempre ti darà ragione».
Quali luoghi intendete proporre per l’aggregazione?
«Fra i vari c’è sicuramente l’ex scuola Paolo Mosca che può ospitare iniziative culturali una tantum e settimanali sia per i giovani che per gli anziani»
Quali strategie per cercare di tenere la gente sul posto?
«Vorremmo proporre in Unione montana di usare una parte dei fondi di area vasta come contributo ai giovani che si fermano sul posto per l’acquisto della prima casa».
Come si promuove il recupero dell’attività agricola?
«Sia a Frassené che a Voltago ci sono molte aree verdi che vengono sfalciate solo una volta all’anno. Occorre trovare il modo, anche attraverso il ripristino dei fossi a monte e a valle, di rendere la pratica più frequente e di puntare sulla coltivazione di alcuni prodotti».
Come si spendono 500 mila euro l’anno?
«I bisogni sono tanti. Se devo dire due progetti, dico il recupero delle malghe, sia per un valore storico che ambientale ed economico, e l’attenzione per la viabilità interna».
Qual è la sua idea politica? È iscritta a qualche partito?
«La nostra è una lista civica. Non ho tessere di partito».
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