CONTRIBUTI AI MEDIA
Il Deputato Roger De Menech difende le radio locali dimenticate dal fondo per le emittenti della Regione, diversamente da quelle contermini (Friuli, Lombardia, Emilia) che hanno aperto i bandi per le radio locali. La Regione ha infatti assegnato 2 milioni alle televisioni locali escludendo totalmente le radio. Eppure anche il mondo radiofonico è in apnea perché “costretto” ad investire nella tecnologia digitale. E’ vero, diversamente dalle televisioni non è previsto lo switch off per la radio ma il Dab Plus avanza e chi non si farà trovare pronto… chiuderà con un danno notevole per l’informazione del territorio.
ROMA “Fossimo stati noi al governo della Regione Veneto avremmo aggiunto i contributi per le emittenti radiofoniche accanto a quelli per le televisioni. Inoltre, avremmo messo a disposizione un ulteriore fondo destinato alle emittenti delle zone più periferiche e di montagna”. Lo afferma il coordinatore dei deputati veneti del Partito democratico, Roger De Menech. “Come prevedibile, riscontro del malcontento tra gli operatori del settore dopo la decisione della giunta Zaia di assegnare due milioni di euro alle televisioni regionali. Purtroppo non c’è un euro per le radio, nonostante il gruppo Pd avesse espressamente chiesto di includere queste emittenti tra i destinatari del bando. Le radio, in particolare quelle delle valli alpine che svolgono un servizio di aggiornamento e di informazione prezioso specie dove non arrivano altri segnali, vengono penalizzate ingiustamente. Se osserviamo bene, dal punto di vista del servizio pubblico queste emittenti sono forse più importanti della televisione. Pensiamo all’opera di collegamento e di informazione puntuale fatta durante la tempesta Vaia o al quotidiano impegno per tenere aggiornate le comunità locali su viabilità, meteo, pericoli di frane e valanghe. C’è molta miopia da parte della giunta regionale nel non riconoscere il servizio delle radio in montagna e in tutte le aree interne». C’è poi il tema dei criteri adottati nella distribuzione delle risorse. «Non discutiamo il criterio dell’audience, ma noi avremmo scelto di affiancare un ulteriore fondo valutando il valore sociale delle radio e delle emittenti televisive». Difficilmente per il 2021 si potrà rimediare, conclude il deputato, ma «invito fin da ora il Consiglio regionale a prendere in considerazione per l’anno prossimo la possibilità di un fondo destinato a radio e tv delle zone più periferiche».